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Fatti e opinioni  

Domenica 17 settembre a Rivoli un convegno su dignità umana e fine vita

Domenica 17 settembre a Rivoli un convegno su dignità umana e fine vita

“L’umano nascosto: la dignità umana e il fine vita” è il titolo della conferenza organizzata dal Centro di Aiuto alla Vita e Movimento per la Vita “Giuseppe Foradini” di Rivoli, presieduto da Claudio Larocca.
L’incontro si terrà Domenica 17 settembre, alle ore 16e30, presso il salone beato Antonio Neyrot della parrocchia Santa Maria della Stella, via Collegiata Nuova-Rivoli. Per affrontare temi così delicati, sono state invitate due autorevoli personalità.

Marina Casini, che è giurista e professore aggregato di bioetica presso l’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica (sede di Roma). Nella sua attività didattica e di ricerca si occupa della dimensione giuridico-legislativa della bioetica e dei profili bioetici della deontologia professionale in ambito sanitario. È autrice e coautrice di numerose pubblicazioni. È vice-presidente del Movimento per la Vita.
Giovanbattista Guizzetti, primario Reparto per pazienti in stato vegetativo, Centro don Luigi Orione – Bergamo.

Egli riportava qualche anno fa al settimanale Tempi, riferendosi ai pazienti che segue:  «Abbiamo rilevato che tanti di loro vorrebbero muoversi o rispondere ai nostri comandi, anche se poi fisicamente non ci riescono. Poi, grazie al monitoraggio continuo dei pazienti allettati attraverso le telecamere, abbiamo visto che in momenti in cui noi eravamo assenti i pazienti si muovevano, oppure rispondevano al comando loro impartito a scoppio ritardato, quando noi eravamo già usciti di stanza. Cristina, invece, non faceva nulla. Solo quando ha capito che i famigliari e i medici hanno compreso che era cosciente, lei ha iniziato a reagire per farsi sentire. Lo stimolo è stato così grande che la donna è riuscita addirittura a parlare al marito Aldo, dopo anni in cui lui nemmeno sapeva se la moglie lo ascoltasse: “Dite ad Aldo che sono felice”, ha detto la donna. Se queste persone avessero firmato un testamento biologico da sani si sarebbero condannate a morte. Chi ti dice che in quello stato, anche se non lo sai, non saresti comunque felice come dimostra Cristina o che si può sorridere».
Fatti al momento poco considerati, a causa del forte clima ideologico fuori e dentro il Senato, ove si sta per discutere la legge sulla cosiddetta dichiarazione anticipata di trattamento, la quale permetterebbe ai sani di scrivere un testamento che dà loro la possibilità di rifiutare in anticipo terapie, cure e in certi casi anche alimentazione e idratazione.

Con le dat si aprirebbe uno scenario inquietante, come si è visto nella battaglia per la vita del piccolo Charlie Gard. “I pazienti diverrebbero – come ha affermato  Claudio Larocca –  ostaggio  di una medicina incapace di prendersi cura del più debole e di una giustizia (nazionale ed europea) cieca che ha cacciato fuori dalle aule dei tribunali il diritto alla vita, senza il quale tutto cade e nessun altro diritto regge, viene soppresso con un atto eutanasico perché si considera inutile una vita che non abbia prospettive di guarigione o di miglioramento della ‘qualità’ della vita”.

Daniele Barale

 

 

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