18 Marzo 2016
Cuneo. Nell'incontro all'università l'immagine di un “Piemonte laboratorio per tutta Italia"
18 marzo 2016
«In un momento di transizione particolarmente delicato, c’è il rischio che i Comuni subiscano passivamente le novità introdotte dai cambiamenti in atto. Oggi più che mai siamo di fronte ad una svolta epocale e ci rendiamo conto che, con i suoi 1206 comuni, il Piemonte può diventare un perfetto laboratorio per tutto il Paese in tema di riforme».
Andrea Ballarè, sindaco di Novara e presidente dell’Anci Piemonte, ha espresso ottimismo al convegno tenutosi all’Università di Cuneo questa mattina. Occasione di confronto e di formazione per gli amministratori locali, «La Primavera delle Autonomie Locali» è soltanto il primo di una serie di eventi promossi nei capoluoghi di provincia piemontesi su questioni di stretta attualità per gli enti locali, come la legge Delrio e la nuova legge di stabilità.
Tra le questioni affrontate il tema delle fusioni e delle unioni tra comuni per garantire competitività e crescita, poi il ruolo delle nuove province ribattezzate “aree vaste”, quindi l’importanza dell’associazionismo intercomunale in un’ottica di razionalizzazione e di miglioramento dei servizi offerti ai cittadini.
«La Regione Piemonte deve riacquistare il ruolo di locomotiva che ha sempre avuto – ha detto ancora Ballarè – per compiere il salto di qualità dobbiamo superare le logiche di campanile che soffocano lo sviluppo e i primi a dover lavorare in quest’ottica sono proprio i sindaci».
Numerosi gli interventi al convegno. A fare gli onori di casa il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo, Federico Borgna. Quindi, in un videomessaggio, il saluto del presidente nazionale di Anci Piero Fassino.
A seguire, gli interventi del primo cittadino di Novara e presidente dell’Anci Piemonte Andrea Ballarè, del vice presidente Emanuele Ramella Pralungo, del vicedirettore alla Ricerca all’Università di Torino Gabriella Racca, del sottosegretario del ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie Gianclaudio Bressa, del vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Aldo Reschigna, del vicesindaco della città metropolitana di Torino Alberto Avetta, del sindaco di Vicenza e presidente dell’Upi (Unione Province d’Italia) Achille Variati e del vicepresidente Anci per le Politiche istituzionali e Riforme Matteo Ricci.
A trarre le conclusioni, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Enrico Costa. «È fondamentale che i nostri amministratori, di cui conosco passione e dedizione possano lavorare serenamente, senza che lo Stato metta loro i bastoni tra le ruote – ha detto il ministro – il cuneese ha tanti Comuni e territori ampi, difficili da amministrare. In un’ottica di razionalizzazione e di efficienza, il nostro obiettivo è quello di garantire parità di trattamento a tutti, nel rispetto delle singole identità. Ciò significa che non vogliamo far scomparire nessuno e che, al contempo, non devono esistere cittadini di serie A e di serie B. In quest’ottica, mi impegno fin da subito a farmi portavoce delle istanze che arrivano dal basso».
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