Skip to Main Content

Pianura  

Cumiana ricorda i partigiani caduti a fine 1944

Cumiana ricorda i partigiani caduti a fine 1944

Domenica 2 gennaio 2022 il comune di Cumiana, l’Anpi e il Centro Studi Giorgio Catti ricorderanno Erminio Long, Gianni Daghero, Giorgio Catti e Michele Levrino, partigiani caduti alla fine del 1944.

Giorgio Catti

Per onorare il sacrificio dei caduti il comune di Cumiana, insieme all’ANPI e al Centro Studi Giorgio Catti aderente all’ANPC (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani), dedica la mattina di domenica 2 gennaio 2022 al ricordo di una delle grandi tragedie che colpirono Cumiana durante la Guerra di Liberazione.

Messa a Santa Maria della Motta

Il ritrovo sarà alle 10:15 presso il Municipio, seguirà alle ore 10:30 la messa a suffragio delle vittime presso la Chiesa di Santa Maria della Motta. Alle 11:45 deposizione fiori sotto la lapide di Erminio Long presso villa Pastore, in frazione Porta.

Commemorazione al Casolare Richetta

Alle ore 12 al casolare Richetta si ricorda Gianni Daghero (nome di battaglia “Lupo”), Giorgio Catti e Michele Levrino. Presiede la commemorazione Marco Comello, presidente del gruppo locale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia).

L’eccidio di Cumiana

Il 30 dicembre 1944 un centinaio di paracadutisti del battaglione “Nembo” giunse a Cumiana sulle tracce di “Lupo”, il comandante della banda partigiana dei guastatori particolarmente attiva nelle azioni di sabotaggio delle linee di comunicazione stradali e ferroviarie. A Casa Pastore, in borgata Porta, catturarono due partigiani della banda e uno di loro, Erminio Long, valdese della Val Germanasca, preferì soccombere alle feroci torture a cui fu sottoposto piuttosto di indicare il nascondiglio del comandante che era nascosto a Cascina Richetta, condotti dall’altro partigiano i parà diedero fuoco al fienile dove Lupo si era rifugiato con Giorgio Catti e Michele Levrino, figlio del mezzadro che li aveva nascosti. Lì vennero scoperti e uccisi dopo che ebbero dato fuoco al casale. Giorgio Catti  aveva solo 19 anni. Gli trovarono addosso una immagine di Pier Giorgio Frassati, esempio di impegno cristiano e punto di riferimento del popolarismo antifascista a Torino. Segno di una radicata memoria collettiva tra i cattolici torinesi.

Una lapide dedicata a Giorgio Catti

Chi era Giorgio Catti

Giorgio Catti, chiamato il partigiano santo, nacque a Torino e si iscrisse all’Azione Cattolica. Dopo l’Armistizio di Cassibile cominciò a svolgere attività antifascista all’Università e al Politecnico della sua città. Cominciò la sua attività clandestina nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943, organizzando nella zona di Cumiana i soldati sbandati dell’esercito e svolgendo una propaganda antifascista all’Università e al Politecnico; si unì poi alla divisione autonoma Val Chisone, col nome di battaglia Bossi. Venne decorato con medaglia di bronzo al valor militare. Il Centro Studi Giorgio Catti nasce per volontà di alcuni cattolici che parteciparono attivamente alla resistenza partigiana in Piemonte. L’intento iniziale è testimoniare la partecipazione dei cattolici nell’esperienza resistenziale.

Scrive la torinese Anna Rosa Gallesio Girola, nell’articolo “I fascisti volevano che ce ne stessimo chiusi in sacrestia” («La Voce del Popolo», 19 luglio 1981): «In diocesi lo stile fu quello impresso dal cardinale Maurilio Fossati. Un assoluto distacco dal fascismo, una resistenza passiva che, pur non chiedendo a nessuno di esporsi a condanne o rappresaglie, segnò un duro termine di confronto per il regime».

GRAZIELLA LUTTATI

LASCIA UN COMMENTO  

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *