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Cultura  

Cumiana. Giornate del FAI al Castello Canalis

Cumiana. Giornate del FAI al Castello Canalis

Le Giornate d’Autunno del FAI propongono il 15-16 ottobre a Cumiana la visita del Castello Canalis, caro a Vittorio Alfieri, e della Chiesa di San Giovanni Battista.

Il FAI, Fondo per l’Ambiente italiano, nell’ambito dell’iniziativa “giornate d’autunno” che si svolgerà sabato e domenica 15 e 16 ottobre, ha selezionato Cumiana nella splendida cornice del Castello Canalis.

La Chiesa di San Giovanni Battista

Oltre al castello sarà possibile visitare la Chiesa di San Giovanni Battista, grazie alla disponibilità data dal parroco di Cumiana don Carlo Pizzocaro.

La famiglia Canalis

La chiesa, che dà l’affaccio verso il castello della Costa, fu fondata nel 1338 dalla famiglia Canalis. I conti Canalis sono i committenti dei principali arredi e delle pregiate tele che la chiesa contiene. Di essi l’edificio conserva anche le salme come testimonia l’iscrizione marmorea ai piedi dell’altare maggiore. Il castello si apre al pubblico dal cancello di ingresso ove si trovano le statue di due cavalli marini sopra i pilastri.

I cavalli di Nettuno

“Due cavalli marini in marmo di Carrara” dello scultore luganese Bernardo Falconi compaiono fra le opere marmoree realizzate per il Palazzo e il Giardino di Venaria Reale tra iI 1665 ed il 1672; le due sculture erano unite al cocchio di Nettuno, formato da una grande conchiglia, nella grotta centrale della Fontana d’Ercole, poi distrutta a partire dal 1751. Vittorio Amedeo III fece dono di “due cavalli maritimi, statura naturale” al conte di Favria nel 1781″, la stessa data incisa sul basamento del pilastro.

Decorazioni del ‘700

All’interno il grande salone di rappresentanza fu fatto affrescare negli anni Trenta del Settecento dal conte Ludovico Canalis. La decorazione, eseguita a trompe-l’oeil, verosimilmente è di mano dei fratelli Pozzo, artisti operosi a corte. Dal salone si accede ad una piccola cappella privata in stile barocco. Con la morte nel 1801 dell’ultimo discendente dei Canalis, Giovanni Maria Ludovico figlio di Giacinto e di Giulia Alfieri, il castello pervenne attraverso diversi passaggi di proprietà ai conti Provana di Collegno, che lo detennero dal 1864 fino al 1992.

Il castello e Vittorio Alfieri

Nel parco del castello tutt’ora sono sepolti i resti del cavallo di Vittorio Alfieri che nel 1764, appena quindicenne, si recò in villeggiatura presso la dimora storica dove il grande tragediografo soggiornò in seguito per diversi anni. Amò con furore il primo cavallo che acquistò, un bellissimo sardo di mantello bianco. Soleva dire: “La mia passione per esso andò al segno di guastarmi la quiete, togliermi la fame ed il sonno, ogni qual volta egli aveva alcuno incommoduccio.” Nel giro di un anno arrivò ad averne ben otto.

La cappella dove disse messa Don Bosco

Salendo i gradini verso la terrazza panoramica si potrà godere di una vista sorprendente sulla valle per poi visitare i sontuosi saloni arredati con mobili originali di pregio e in ultimo un affaccio alla cappella privata in stile barocco adiacente al salone principale delle feste dove ebbe modo di dire messa anche San Giovanni Bosco.

Visita al parco solo per i tesserati FAI

Il parco è riservato solo ai tesserati Fai con visita al luogo dove fu seppellito il cavallo di Vittorio Alfieri. Ingresso senza prenotazione.

Le aperture

Sabato 15 ottobre dalle ore 14 alle ore 18 il saluto delle autorità e inaugurazione. Domenica 16 ottobre dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14 alle 18.

GRAZIELLA LUTTATI

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