19 Luglio 2019
Cumiana. Al Villaggio Globale del Sermig si impara a diventare buoni

Il Villaggio Globale di Cumiana nasce nel 1994 grazie all’ospitalità offerta al Sermig, dall’Istituto Salesiano Don Bosco. Un Villaggio immerso in mezzo ai campi, che è davvero Globale per la capacità di raggiungere paesi lontanissimi attraverso i materiali donati.
Oltre ad una intensa attività a livello di coltivazione di ortaggi – non solo al suolo, ma soprattutto con ingegnosi sistemi di coltivazione sospesa, sfruttando l’argilla quale elemento sostitutivo della terra e i pannelli solari per la produzione di energia utilizzata per il riciclo dell’acqua utilizzata per l’irrigazione – qui si realizza in modo particolare la “restituzione tecnologica” (RE.TE). Si tratta di un percorso di ricerca scientifica e messa a punto di progetti tecnici, per ristabilire rapporti di giustizia e contribuire allo sviluppo dei più poveri, vicini e lontani.
Tutto questo è possibile grazie al volontariato di tantissime persone, provenienti da tutti i paesi limitrofi, che decidono e scelgono di donare parte del loro tempo e delle loro conoscenze e capacità lavorative ai tanti progetti che nascono al Villaggio: ingegneri, architetti, informatici, biologi, agronomi, periti elettronici. E persone semplici, senza un particolare retroterra di conoscenze tecniche e tecnologiche; spesso con problematiche esistenziali di vario genere alle spalle – o che tuttora stanno faticosamente vivendo – e che qui, nel clima che si respira al Villaggio e tra le persone, trovano uno spunto e una carica per riprendere un cammino, a volte per riprendersi proprio la vita.
Di tutto questo abbiamo parlato con Rinaldo Canalis, anima del progetto sin dagli albori, illuminato e ispirato dall’incontro con Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, il quale tra gli anni ’60 e ‘70 batteva tutte le parrocchie per far conoscere il suo progetto. Sin da allora Rinaldo ha abbracciato questo progetto, credendoci e profondendo tutte le proprie energie. E di energia ne ha ancora, perché passare alcune ore un sabato pomeriggio con lui, è un’esperienza unica: 40 volontari, (a volte più) nelle più svariate attività affaccendati, che hanno tutti una domanda da fargli, un chiarimento da avere, una indicazione da chiedergli. E lui per tutti ha una attenzione particolare e specifica. In un momento di (relativa) calma, ci spiega quale è la molla che ha fatto scattare il tutto: solidarietà, allo stato puro, senza fronzoli e orpelli vari.
Tutto quello che in questo Villaggio si fa, diventa opera manuale, visibile, tangibile, destinata agli altri, che fruttifica: ebbene, per chi crede, questo è Vangelo fatto opera. Nelle opere che si realizzano al Villaggio, si vedono i talenti fruttificare e non essere nascosti; si intravedono “buoni Samaritani” che vivono la compassione e soprattutto si vede gente felice di essere qui e di fare ciò che sta facendo.
Passare un pomeriggio al “Villaggio Globale” è un’esperienza che ti fa capire quale sia l’aria che qui si respira: aria di solidarietà, aria di comunione e di partecipazione, aria di altruismo gratuito e senza domande, insomma, si respira “aria buona”!
Benedetto Nicola
La Festa della terra
Sabato 6 luglio il villaggio globale ha ospitato la “Festa della terra 2019”. Circa 150 i presenti tra cui Ernesto Olivero.
«L’essere a contatto con tanti poveri – Commenta Rinaldo Canalis – , ci ha permesso di cambiare la mentalità del “prima noi” in “prima gli altri”. Ne abbiamo sperimentato gli effetti positivi nella nostra vita. Si sta molto meglio pensando che non si è al centro dell’universo. Si sta meglio quando si dona piuttosto di quando si prende. Si sta meglio quando si aiuta l’altro a donare qualcosa di se, perché è l’unico modo per renderlo felice. L’impegno fisico, intellettuale, etico, finanziario che circonda il VillaggioGlobale, è filantropia che si trasforma in terapia. Si impara a diventare buoni».
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