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Salute  

Crisi delle strutture per anziani e disabili. Il vescovo e la Diaconia valdese scrivono (di nuovo) a Regione e Prefetti

Crisi delle strutture per anziani e disabili. Il vescovo e la Diaconia valdese scrivono (di nuovo) a Regione e Prefetti

Quando una lettera resta senza risposta le alternative sono due. O arrabbiarsi o scriverne un’altra. O entrambe le cose. Così dopo che una loro precedente missiva inviata al Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e ai Prefetti di Cuneo e Torino, sembra rimasta lettera morta, il vescovo di Pinerolo, Derio Olivero, il presidente della Diaconia Valdese, Marco Armand Hugon e, a nome dell’Associazione Provinciale Cuneese Case di Riposo pubbliche e private, Silvio Invernelli hanno deciso di scrivere di nuovo. Il tema è sempre lo stesso la grave crisi che colpisce a causa del covid-19 e delle sue implicazioni le Residenze per anziani e le strutture per persone diversamente abili.

La mancanza di risposte e di provvedimenti adeguati da parte del governo regionale “fa ritenere che la Giunta ignori la drammaticità della situazione in cui versano le RSA piemontesi e i gravi e imminenti rischi per la tenuta della rete socio-assistenziale, con pesanti ricadute sulle fasce più fragili della popolazione e nei livelli occupazionali”.

Ad essere evidenziate sono le disparità di trattamento con altri settori economici e rispetto alle RSA di altre regioni. Le criticità riguardano la riduzione degli inserimenti di ospiti convenzionati, nell’anno corrente; le tariffe ferme al 2013 e ormai inadeguate, così come inadeguata per risponde alle esigenze degli anziani è la normativa che risale al 2012. Ulteriore problema è il reperimento del personale infermieristico e assistenziale, assorbito in gran parte dalle ASL. Altro tasto dolente per i bilanci delle RSA sono i rimborsi giornalieri insufficienti e le difficoltà a ottenere quelli straordinari per le spese sostenute per i dispositivi di protezione individuale (che vengono rimborsate solo per gli anziani in convenzione).

La Casa dell’Anziano Fer

Ecco il testo completo della lettera:

L’assenza di risposte alle nostre precedenti richieste di incontro e la mancanza di provvedimenti adeguati alla grave crisi del nostro settore, ci impone questa ulteriore comunicazione.

Oltre a vedere ignorate le numerose richieste di aiuto – nostre e delle diverse Associazioni di Categoria – riscontriamo una palese disparità di trattamento e di attenzione, non solo rispetto ad altri settori economici, ma anche in confronto agli interventi di altre Regioni a sostegno delle residenzialità per anziani e disabili. Ricordiamo, ad esempio, che tutte le spese per i dispositivi di protezione nella Regione Veneto sono a carico delle ASL e che, di recente, il Consiglio Regionale della Lombardia ha stanziato la somma di 250 milioni di euro a favore delle case di riposo lombarde.

Tutto questo ci fa ritenere che la Sua Giunta ignori la drammaticità della situazione in cui versano le RSA piemontesi e i gravi e imminenti rischi per la tenuta della rete socio-assistenziale, con pesanti ricadute sulle fasce più fragili della popolazione e nei livelli occupazionali.

Come già evidenziato nella nostra precedente comunicazione del 2 novembre scorso, rappresentiamo direttamente n. 84 strutture; la loro sopravvivenza, oltre a garantire accoglienza ed assistenza nei nostri territori per complessivi n. 5.735 posti letto, offre occupazione a n.4.123 lavoratori.

Ribadiamo nuovamente che le enormi difficoltà di gestione dell’emergenza sono andate ad aggravare la situazione già deficitaria delle strutture, evidenziando l’acuirsi progressivo ed ormai insostenibile dei seguenti problemi:

– La riduzione degli inserimenti di ospiti convenzionati, particolarmente evidente e ingiustificabile nell’anno in corso;

– L’inadeguatezza delle tariffe, ferme alla DGR 85-6287 del 2 agosto 2013;

– L’inadeguatezza della DGR 45-4248/2012 nel rispondere ai bisogni sanitari e assistenziali degli anziani che, rispetto alla previsione normativa, sono notevolmente mutati;

– La difficoltà nel reperimento del personale infermieristico e assistenziale, amplificata dall’arruolamento massivo da parte dell’Ente Pubblico.

Ci preme inoltre sottolineare l’evidente iniquità dei criteri utilizzati dalla Regione Piemonte per il rimborso dei maggiori oneri per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie e sanitarie. In riferimento alla D.G.R. n. 1 –2252 del 10 novembre 2020, segnaliamo quanto segue:

1. Mentre viene riconosciuto in premessa che “l’utilizzo dei DPI negli ambiti presi in considerazione non costituisce solo uno strumento di protezione individuale ma ha una più ampia finalità di protezione collettiva e di controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 e, quindi, ad esso deve essere riconosciuta una indubbia valenza sanitaria, come previsto dallo stesso Rapporto ISS COVID-19 n. 4/2020 Rev. 2; e ritenuto che pertanto la spesa debba gravare interamente a carico del fondo sanitario regionale”, il riconoscimento economico di carattere straordinario a sostegno delle spese sostenute viene riconosciuto esclusivamente in riferimento agli ospiti in convenzione (con implicito invito alle strutture a rivalersi sugli ospiti non in convenzione?);

2. I valori di riferimento per il rimborso giornaliero sono abbondantemente sottodimensionati rispetto ai costi effettivamente sostenuti;

3. Le differenze tra le tipologie (in particolare tra anziani e disabili in RSA) non corrispondono ad una reale differenza nel fabbisogno effettivo;

4. Per garantire adeguata disponibilità di DPI (come peraltro previsto dal Piano “COVID 2” per i Presidi Socio-Sanitari trasmessoci dalle ASL di riferimento), gli ordini di fornitura avvengono costantemente: riteniamo pertanto ingiusta l’inammissibilità a rimborso delle fatture relative a periodi non coincidenti con i periodi indicati per le due tranches o pagate in tempi diversi.

Per quanto sinteticamente sopra richiamato chiediamo che anche la Regione Piemonte provveda a farsi carico dell’intera spesa per i DPI per tutti i posti autorizzati come residenzialità, indipendentemente dalla fascia assistenziale e dal convenzionamento; che provveda, altresì, allo sblocco dei convenzionamenti – dando eventuale priorità alle persone già inserite in RSA ed in graduatoria U.V.G. –e ad uno stanziamento urgente ed indifferibile a sostegno delle strutture,per il danno che hanno subito e continuano a subire a causa del mancato introito delle rette conseguente alla riduzione degli inserimenti.

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