29 Febbraio 2020
#coronavirus. L'appello della ViaLattea: basta con il panico mediatico
Gli amministratori e gli esercenti delle località turistiche non hanno certo gioito di fronte all’arrivo del coronavirus. E della paura che si è diffusa anche tra i potenziali visitatori.
«La delicata e complessa vicenda sanitaria che ci investe ormai da molti giorni non può più essere accompagnata da un persistente e invasivo panico mediatico», – sottolineano gli amministratori dell’Unione montana ViaLattea. Pur nel «rispetto delle indicazioni e delle prescrizioni che provengono dalla comunità scientifica e dagli organi istituzionali – aggiungono -, riteniamo che il nostro comprensorio territoriale può ripartire e ridecollare solo se cessa un inspiegabile bombardamento mediatico a cui assistiamo ormai da tempo». Non un attacco al ruolo dell’informazione, ma un invito a «capire e approfondire meglio l’emergenza con cui stiamo convivendo».
Il timore che guida le parole dell’Unione montana è «che se permane nel tempo questo clima mediatico di paura e di terrore, un comprensorio come il nostro rischia di precipitare in una crisi senza precedenti e che difficilmente riuscirà a rialzarsi se non a caro prezzo. Cioè con una chiusura di moltissimi esercizi e con il licenziamento di centinaia di persone». Ragioni che hanno spinto gli amministratori montani a rivolgere un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Se non si inverte rapidamente la rotta, non lamentiamoci se tra qualche mese faremo i conti con il baratro e la crisi irreversibile di intere zone territoriali. A cominciare dal comparto della ViaLattea, il più importante comprensorio nazionale degli sport invernali del nostro paese, dove l’offerta commerciale per la stagione 2020-2021 risentirà pesantemente della situazione creatasi».
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