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Attualità  

Un pomeriggio di ordinario politichese

Un pomeriggio di ordinario politichese

Il 9 febbraio scorso uno sterile faccia a faccia tra candidati e sindaci del territorio

Lucio Malan contestato

Pinerolo, piazza III Alpini. Per anni quella costruzione è stata conosciuta come il “bar dei viali”, poi è divenuta la sede della Comunità Montana. Di fronte all’ingresso alcuni manifestanti espongono i loro striscioni in difesa degli ospedali valdesi a rischio chiusura. È sabato pomeriggio e attendono i candidati alle prossime elezioni politiche qui invitati per un incontro pubblico con i sindaci del pinerolese. Arriva Lucio Malan, senatore del Pdl, valdese come gli ospedali citati sugli striscioni e come molti dei manifestanti. Subito vola qualche accusa, qualche critica un po’ colorita, il senatore risponde a tono. Aggredito verbalmente, aggredisce a sua volta, alza la voce, si accalora… poi entra, pare tranquillo e per nulla scosso. Probabilmente è abituato a simili scaramucce. Poco dopo, all’interno, tutti occupano il loro posto e si preparano a giocare il loro ruolo. I candidati sul palco, con i microfoni e la bottiglia di minerale; in sala i sindaci mescolati a molti cittadini; al centro, tra i politici, siede il moderatore Pier Giovanni Trossero – direttore dell’Eco del Chisone – con l’espressione grave e compassata delle grandi occasioni. È stato scelto dalla Comunità Montana ed è lui ad iniziare. Presenta gli attuali problemi del territorio, pesantemente penalizzato e impoverito dalle recenti soppressioni, chiusure e trasferimenti di servizi pubblici essenziali: tribunale, ospedali, ferrovia Pinerolo-Torre Pellice, uffici della Camera di Commercio e via dicendo. Ricorda poi il “Patto di stabilità” che lega le mani ai comuni e ne limita di fatto l’autonomia garantita dalla Costituzione e, infine, chiede ai vari candidati di esplicitare con chiarezza impegni e propositi in merito alle situazioni menzionate. Da questo momento l’incontro procede in modo prevedibile e scontato e può essere sintetizzato in poche istantanee. La ripresa di Giustino Bello, sindaco di Cantalupa, che si definisce «decano da rottamare» e tuttavia non rinuncia ad un ruolo di primo piano, ripetendo sostanzialmente quanto già detto dal moderatore, ma con qualche accento di retorica e di compiacimento in più. Le risposte dei politici, molto simili tra loro, che sposano senza esitazioni la causa del pinerolese e dei suoi piccoli comuni, facendo a gara nel promettere impegno, interessamento e battaglie parlamentari. La commovente “verginità” politica di Federico Valetti – giovane candidato del Movimento 5 stelle – che, con buona fede sicuramente autentica e un po’ ingenua, rimprovera agli altri partiti la mancanza di coerenza e li invita a scusarsi con i cittadini penalizzati dai tagli del governo Monti. Le vibranti dichiarazioni di estraneità a qualunque responsabilità circa l’attuale situazione recessiva e gli appelli no-tav di Nilo Durbiano, il molto meno giovane e ingenuo sindaco di Venaus, candidato al senato per Rivoluzione Civile. A condire il tutto le polemiche del senatore Malan, dapprima risentito per l’errore (seguito da un goffo tentativo di rimedio) del moderatore Trossero che lo indicava come appartenente a Forza Italia, e poi irritato con lo stesso moderatore per i tempi, troppo lunghi, concessi agli altri interlocutori e il privilegio del doppio intervento accordato al PD, prima con Magda Zanoni e poi con Umberto D’Ottavio. Sono quasi le 17 e 30 e il sindaco Eugenio Buttiero sta ultimando il suo intervento di fronte ad un uditorio quasi completamente vuoto. Sì, possiamo andarcene anche noi.

Massimo Damiano

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