Intervista a “Rino Lotus”, amministratore del gruppo Facebook che conta oltre 3700 iscritti

Tra i vari gruppi Facebook che hanno a che fare con la nostra città, “Sei di Pinerolo se…” è quello che conta il maggior numero di iscritti (oltre 3700). E che, di conseguenza, “fa opinione”. Per questo motivo abbiamo chiesto all’attuale amministratore unico, Rino Lotus, di poterlo incontrare per porgli alcune domande sulla gestione del gruppo, sulle finalità che esso si propone e – perché no – sulla situazione presente e sulle prospettive future della città di Pinerolo. Viste da un’ottica che alcun definiscono riduttivamente (e spregiativamente) “virtuale”. Ma che non è affatto così.

Non credo che Rino Lotus sia il suo vero nome… Ci sveli la sua identità.
Non è il mio vero nome ma nel mondo digitale, in particolare su Facebook, mi presento così: Rino è il soprannome con cui sono conosciuto da oltre cinquant’anni, Lotus è la sigla del mio nome e cognome legali. Sul mio profilo c’è una fotografia e chi mi conosce, anche solo di vista, non ha mai avuto difficoltà a individuarmi; sono un cittadino pinerolese, cultura universitaria, professionista informatico, ex dirigente in diverse aziende nazionali ed internazionali (IBM, ASL…). Pratico la fotografia a livello tale da poterla considerare un secondo lavoro, anche se non con costante dedizione, per ragioni di tempo. Ho molti interessi specie nel campo sociale, mi dedico alla tutela dei diritti.

Lei non ha fondato il gruppo “Sei di Pinerolo se…”, ma ne è diventato, ad un certo punto l’amministratore. E questo ha creato un vivace “dibattito” tra i membri. Può spiegarci come sono andati i fatti?
Mi sono aggregato al gruppo la scorsa primavera ed ho avuto modo di leggere parte della sua storia: diverse vicissitudini hanno rischiato più volte di farlo chiudere. Ad un certo punto, la fondatrice aveva deciso di cancellare il gruppo, per motivi personali; un pomeriggio ha avvisato gli iscritti che dava un’ora di tempo per i saluti e poi avrebbe provveduto a cancellarlo. Come altri membri, ho cercato di farla desistere, proponendomi anche come alternativa. Dopo un pò di tempo ho ricevuto l’invito a diventare amministratore e ho accettato, convinto che fosse una decisione della fondatrice. Successivamente, dopo un incontro con lei, ho scoperto quanto realmente accaduto: Facebook, in modo automatico, aveva applicato una sua regola, che impedisce di avere gruppi “chiusi” senza amministratore (l’unico abilitato ad accettare o rifiutare le adesioni; la sua assenza di fatto blocca, ma non cancella, il gruppo). Se non ci sono amministratori attivi, il sito offre ad ogni iscritto la possibilità di diventarlo: il primo che risponde positivamente lo diventa e la procedura di offerta si chiude. Ero lì nel momento giusto, nulla di più nulla di meno. Alcuni hanno avuto difficoltà ad accettare tale situazione, confondendo le regole del mondo digitale con quelle del mondo analogico (democrazia, votazioni, nomine…). Accade ancora troppo sovente che fruitori di servizi digitali confondano i due mondi, con conseguenze a volte anche gravi (diffamazione, violazione dei diritti d’autore, falsa identità, accesso abusivo a sistemi informatici, violazione della privacy e dei dati personali, cyber-bullismo…). Sul dibattito promosso da alcuni iscritti ho poco da dire, l’origine è nell’invidia per non poter occupare un ruolo, nell’ignoranza delle regole del padrone di casa (Facebook) e delle normative del mondo digitale. Ho provato a farlo capire, ma non tutti hanno la volontà di comprendere soprattutto ciò che è a loro scomodo.

Che cosa comporta il ruolo di “amministratore” di un gruppo Facebook?
Secondo FB, che ricordo essere il padrone di casa, l’amministratore ha il compito di gestire le adesioni, di fare in modo che non accadano fatti contrari alle regole di FB (le stesse che ogni iscritto accetta prima di farne parte), di evitare (per quanto è possibile) che vengano portate avanti discussioni fuori tema e di bloccare eventuali scontri tra i membri. Non esiste un vero concetto di moderazione: un gruppo FB non va confuso con un forum di discussione. È quindi un ruolo tutto sommato facile ma non automatizzabile (salvo agire con strumenti molto specifici non alla portata di tutti): basta bloccare all’inizio certe discussioni o certi iscritti, quelli che tendenzialmente hanno facilità ad andare “oltre”.

“Sei di Pinerolo se…”: finalità, obiettivi, pregi, problemi, tematiche ricorrenti…
All’inizio credo fosse solo un gruppo intento a unire amici, un salotto dove scambiare quattro chiacchiere. Elevata era la presenza di messaggi di saluto o di immagini storiche; ogni discussione relativa alla città, specie se critica, veniva ostacolata. Attività del tutto legittima: il fondatore o gli amministratori hanno la possibilità di indicare e limitare le tipologie di discussione. Ho preferito raccogliere la richiesta, anche mia, di coloro che volevano usare il gruppo per parlare di Pinerolo, per confrontarsi sui problemi e sulle prospettive della città. FB può essere un potente strumento di conoscenza, di dialogo tra vari soggetti, tra cittadini e amministratori, non vedo quindi perché non usarlo per questa finalità. Per di più, abbiamo tra gli iscritti diversi rappresentanti dell’amministrazione comunale: sino ad oggi non partecipano alle discussioni ma pare che le leggano, hanno quindi l’opportunità di conoscere realmente cosa la gente pensa, tanto più che su FB ci si può esprimere con maggiore immediatezza e libertà. Trovo abnorme che un politico, ma anche un dirigente o un pubblico amministratore, non approfitti di un simile strumento. Certo, da parte loro va usato con le dovute cautele, devono intercettare il parere della cittadinanza senza esporsi a insulti gratuiti; a mio parere dovrebbero ascoltare nel mondo digitale e rispondere in quello analogico, con i fatti. Un esempio di questi giorni: la modifica sui parcheggi nella Zona Blu durante le festività natalizie è stata generata più dalla discussione presente in FB che dagli articoli di giornale. Amministrare il gruppo in questi casi può essere complesso perché si tratta anche di fare “formazione- educazione” e FB non è il luogo adatto. Per questo ho inventato la regola del “fuori un giro” (espulsione non definitiva); chi entra nel “personale” lo cancello dal gruppo e attendo che chieda di essere iscritto di nuovo per accettarlo, sperando che nel frattempo si sia raffreddato l’ambiente. Di recente si è aperta una discussione sull’assoluzione delle maestre dell’ex asilo “Nel Paese delle Meraviglie”. Si è letto di tutto, commenti vergognosi (che evidenziano la profonda e gratuita cattiveria di molti soggetti), rilasciati ancor prima della pubblicazione delle motivazioni. Come cittadino ho ritenuto opportuno intervenire a sostegno delle maestre, non solo per il rispetto dell’organo giudicante ma anche per le persone che hanno subito, anche a causa di un pessimo giornalismo (e a Pinerolo, purtroppo, ne abbiamo alcuni esempi), angherie di ogni genere. Argomenti di questo tipo accendono subito gli animi e toccano interessi profondi, non è facile cercare di mantenere un certo equilibrio; io desidero che si discuta, che la gente parli e si confronti in modo acceso, a volte violento, ma sempre corretto e rispettoso. Purtroppo le tecnologia del gruppo non ti permette di affrontare le problematiche come in un forum, ogni risposta genera traffico che può dare fastidio a chi non è interessato alla specifica discussione, quindi è necessaria una forte severità verso i comportamenti dei singoli, severità che alcuni contestano per partito preso, altri perché non conoscono le problematiche da un punto di vista diverso dal loro, ma va seguita nonostante possa moralmente anche costare parecchio. Per quanto riguarda i temi più in voga, non posso parlare di problematiche ricorrenti: il gruppo è giovane e non ho fatto statistiche in merito; certo è che spesso si parla del rispetto sociale. Da un lato cittadini che poco sopportano i comportamenti altrui troppo permissivi, le defecazioni dei cani, le scritte sui muri, la spazzatura. Dall’altro lato, molti sempre più scontenti delle risposte da parte dell’amministrazione; complice anche la situazione nazionale, la voce di scontento si sta alzando, il cittadino ha sempre più voglia di avere risposte concrete. Ognuno ha una propria scala di priorità, ma tutti cercano risposte. Ancora non tutti hanno lo spirito di iniziare, in questo senso io faccio da provocatore, vediamo che succede.

Un suo giudizio sull’attuale situazione di Pinerolo: amministrazione comunale, problemi principali, prospettive future, eventuali proposte…
Pinerolo è vecchia! Sono ancora troppi i soggetti amministrativi ancorati al loro passato, sono secoli che si sentono sempre le stesse voci, è venuto il momento di cambiare rotta. Non è diversa dal resto d’Italia, ma qui alcune cose hanno subito un eccessivo ritardo. Il fallimento del progetto Olimpiadi (un’occasione unica perduta per sempre), i collegamenti pubblici con Torino ancora a livello di prima guerra mondiale… Unica eccezione l’autostrada, che ci ha tolto da un immeritato isolamento: ma la sua vicenda è un chiaro indicatore di quanto Pinerolo sia stata schiava del volere personale di pochi soggetti. A mio parere manca un’idea di “nuovo millennio”. La perdita del Tribunale viene vissuta come una perdita di potere e non come un’occasione per rivedere i servizi in base a come siamo oggi, a come la tecnologia ci permette di essere. È negativo che una Città Olimpica non abbia ancora le linee telefoniche ad alta velocità, il doppio binario ferroviario con Torino, una superstrada per Cuneo. Sono anche d’accordo con la ridefinizione dei servizi ospedalieri: essere unificati a Rivoli non è un male, peccato che i servizi di supporto alla sanità non siano ancora stati unificati. I giovani hanno poche reali occasioni, non sono ascoltati dall’amministrazione e sono sfruttati dal commercio. Di recente nel gruppo è nata una discussione a proposito delle scritte apparse in stazione dopo il suicidio di un ragazzo. Tutto è iniziato dopo la tinteggiatura dei alcuni muri. Ovviamente è nato uno scontro anche violento, ma anche l’idea, per ora solo embrionale, di tentare di creare uno spazio dedicato ai giovani per permettere loro di esprimersi. Il gruppo è anche questo: offrire occasioni e nuove idee per vivere meglio la città.

Vincenzo Parisi

Rino Lotus