5 settembre 2015
Continua la polemica sul riordino della sanità piemontese. Una materia complessa e delicata sulla quale è facile – ma anche iniquo – speculare sia economicamente che politicamente. Perché poi a farne le spese sono gli ammalati. Soprattutto quelli delle fasce sociali più povere che non possono permettersi un’assistenza privata. In questo contesto sono un segnale positivo le iniziative finalizzate a fare chiarezza e a portare all’attenzione della Regione Piemonte le legittime richieste del territorio.
Per avere un quadro più completo, per quanto non esaustivo, della situazione occorre fare qualche passo indietro.
Il 22 settembre scorso a Palazzo Lascaris è stato presentato un “Question Time” dal consigliere regionale M5S Federico Valetti, per chiedere conto dei servizi «cancellati o ridotti» all’interno del ospedale Agnelli. Antonio Saitta, assessore regionale per la Sanità, ha risposto sostenendo che non ci saranno riduzioni. «Ho precisato – ha scritto Saitta sul suo profilo Facebook – come nell’atto aziendale dell’ASL TO3, deliberato il 18 settembre e inviato in Regione il 21 settembre per il recepimento, non è prevista alcuna cancellazione o riduzione di servizi all’ospedale di Pinerolo, ma unicamente il riordino organizzativo di alcune attività cliniche» come reso noto dalla Direzione Generale tramite un comunicato stampa (pubblicato nei giorni scorsi sul sito www.vitadiocesanapinerolese.it).
Le parole di Saitta non hanno, però, convinto del tutto la popolazione e nemmeno le amministrazioni locali.
Facendosi portavoce di questi timori, i sindaci del pinerolese hanno organizzato una manifestazione di protesta in programma per sabato 10 ottobre. Partendo dalla stazione ferroviaria di Pinerolo alle ore 15 il corteo arriverà all’ospedale Agnelli con lo scopo di richiedere alla Regione Piemonte una giusta distribuzione dei servizi sanitari sul territorio.
Già ad aprile i sindaci avevano elaborato e trasmesso all’Assessorato regionale un documento le cui richieste sono parte integrante e sostanziale del documento approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 28 maggio e poi ribadite il 15 settembre in fase di discussione dell’ Atto Aziendale.
Le richieste dei sindaci
Richiamando il fatto che l’Ospedale di Pinerolo è l’unica struttura per una popolazione di 140.000 abitanti su un territorio di 1320 Kmq, i sindaci chiedono che a fine ristrutturazione sia dotato di 300 posti letto. «È necessario garantire – si legge nel documento – una dotazione di organico in grado di sostenere la funzionalità dei vari servizi, anche con una previsione in prospettiva».
Si chiede poi di «ridurre i tempi nelle liste di attesa e il fenomeno di prestazione di servizi diagnostici fuori territorio», come pure di «definire le necessità di investimenti sia per le strutture sia per la strumentazione, individuando le priorità». E ancora: «garantire per l’ospedale di Pinerolo la presenza di una struttura semplice di gastroenterologia e endoscopia digestiva; prevedere la ripresa della completa attività urologica e della reperibilità per il Pronto Soccorso di Pinerolo; garantire il centro trasfusionale sulle 24 ore tutti i giorni e in tempi adeguati alla sicurezza del paziente; garantire un adeguato servizio di anatomia e istologia patologica alle specialità chirurgiche nel loro dipartimento».
Altro punto essenziale è il mantenimento a Pinerolo della struttura complessa di laboratorio. I sindaci domandano, infine, alla Regine di «definire come si intende rispondere al bisogno di cura dei pazienti pneumologici, ematologici, infettivologici gravi e reumatologici; garantire l’aumento di dotazione di organico della psichiatria sia del comparto sia della parte medica; definire la collocazione di strutture complesse citate nel documento avendo cura di privilegiare il criterio della distanza chilometrica; assegnare alle strutture di Torre Pellice e Pomaretto il ruolo di attività di post acuzie (lungodegenza, riabilitazione, continuità assistenziale) a servizio del territorio pinerolese».
Chi dice sì e chi dice “nì”
Tra i primi cittadini del territorio emerge la voce del sindaco di Villar Perosa, Marco Ventre, preoccupato anche per le sorti dell’ambulatorio. «L’Amministrazione Comunale – spiega Ventre – intende aderire alla manifestazione promossa dai Sindaci del pinerolese. Noi ci saremo per continuare la battaglia per il nostro ambulatorio».
Non parteciperà, invece, almeno in veste ufficiale, il Partito Democratico. La decisione è stata comunicata durante l’incontro pubblico sulla sanità che si è svolto lo scorso 1 ottobre nella sede pinerolese di via Silvio Pellico. Prenderanno parte al corteo, però a titolo personale, alcuni esponenti del PD, tra i quali il consigliere regionale Elvio Rostagno che, durante la stessa serata, ha ricordato che «alcuni tagli saranno comunque inevitabili perché mancano i fondi»
Cristina Menghini