Pinerolo 20 novembre 2015
Dopo altri illustri sindaci (come, ad esempio, Pisapia a Milano e Marino a Roma) anche il Eugenio Buttiero passa alla storia per aver introdotto nella propria città l’istituto delle cosiddette “unioni civili”.
Il Consiglio comunale di Pinerolo la sera del 18 novembre ha, infatti, approvato, quasi all’unanimità (tranne il consigliere Raju Mensa, l’unico che ha espresso con fermezza il suo voto contrario), una delibera che ha introdotto il “Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili”.
Si tratta di un testo che era già stato elaborato e votato all’unanimità dalla commissione consiliare “Pari Opportunità”, e fortemente voluto dall’assessora alla cultura ed alle pari opportunità Roberta Falzoni (PD).
Nonostante il Parlamento non abbia ancora (se mai lo farà) approvato alcuna legge al riguardo, il Comune di Pinerolo aprirà un registro per le coppie di fatto (ivi comprese quelle omosessuali) che, una volta ivi iscritte e dunque “riconosciute” (ove non può lo Stato, può la Città), avranno gli stessi diritti delle coppie eterosessuali sposate nell’accedere a servizi comunali (casa, politiche sociali, sanità, solo per fare alcuni esempi).
Nel dibattito più di un consigliere ha anche dichiarato di essere favorevole all’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali.
Fra tutte le spiegazioni date dagli intervenuti non si può non citare quella del Sindaco attuale, che così ha voluto chiarire alla cittadinanza la sua decisione: «su questa materia ho più dubbi che certezze… quindi voto a favore».
Su questa decisione si è espresso anche il vescovo di Pinerolo, monsignor Pier Giorgio Debernardi che ha dichiarato: «il Consiglio Comunale ha approvato l’istituzione del Registro delle unioni civili per favorire persone anche dello stesso sesso che hanno comunanza di vita basata su vincolo affettivo, con effetti civili anche in campo economico, interventi sulla casa, la sanità e i servizi sociali. Ma questo non deve significare lo scivolamento verso un modello alternativo di famiglia. Né questo nuovo “Registro” va confuso con il matrimonio che la stessa Costituzione prevede e difende ( art. 29 )».
E ha aggiunto: «Lo Stato deve certamente disciplinare i rapporti tra le persone e i diritti e i doveri dei singoli, ma altro è la realtà del matrimonio. La famiglia formata da un uomo e una donna continua ad essere una grande risorsa e non un problema o un’istituzione in crisi. La famiglia naturale, quella che costruisce la società e mette al mondo nuovi cittadini, deve essere salvaguardata per diritto».
M.I.