10 giugno 2015
Hanno tentato una rapina ai danni di uno ragazzo di 15 anni minacciandolo con un coltello, e quando questo ha reagito lo hanno colpito al volto ferendolo al labbro.
È successo ieri sera a Pinerolo. I due malviventi, due pinerolesi di 24 e 34 anni, sono poi fuggiti a bordo di una smart. I carabinieri hanno riconosciuto la vettura e poco dopo sono riusciti a bloccarli. Poco prima, i due avevano tentato uno scippo a una donna di 48 anni scaraventandola a terra.
Il ragazzo, portato al pronto soccorso, ha riportato una ferita giudicata guaribile in 10 giorni.
e dire nomi e cognomi dei due delinquenti per aiutare alla cittadinanza onesta a stare lontano e evitare problemi vi disturba ?
Gentile Valerio,
Ci sono norme, in materia di privacy, che regolano la diffusione di informazioni giornalistiche. Può sembrare un paradosso, ma anche un carcerato ha diritto alla riservatezza, tenendo conto del principio di base su cui si basa la legge penale italiana della “presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva”.
Il comma 2 dell’art. 8 del codice di deontologia dei giornalisti, ad esempio, vieta la pubblicazione di immagini e generalità di persone in stato di detenzione senza il consenso dell’interessato, se non per comprovati fini di giustizia e di polizia.
Nel caso specifico, se i due malviventi fossero riusciti a fuggire, diventando ricercati, la pubblicazione di foto e generalità sarebbe stata legittima perché utile a favorire le indagini, ma essendo stati catturati dai carabinieri, il fine di giustizia viene meno e la tutela della privacy diventa più rilevante del diritto di cronaca.
Ovviamente il quadro legislativo è molto più complesso di quando è possibile spiegare in poche righe, ma quando c’è di mezzo la privacy è sempre meglio un eccesso di prudenza che di leggerezza.