2 marzo 2016
Idee deboli e partecipazione di facciata. È questa l’impressione che i pinerolesi, martedì 1° marzo, hanno ricavato dalla “Chiamata alle Arti” promossa dal sindaco Eugenio Buttiero e dallo studio di architettura T.R.A. di Torino, incaricato dello studio di fattibilità per la destinazione d’uso della Caserma Bochard, ceduta dal demanio alla Città.
Aggiunta mesi or sono all’ampia collezione di edifici inutilizzati, fatiscenti o da ristrutturare da decenni che costellano il territorio urbano, da Palazzo Vittone all’ex Tribunale, passando dal Türck, la Caserma Bochard, questo sembra l’unico dato certo a oggi, ospiterà la nuova sede della biblioteca civica “Alliaudi”, da decenni costretta nella palazzina un tempo sede della Banca d’Italia, compressa sotto il peso di migliaia di volumi e delle infiltrazioni d’acqua piovana.
Proposte e suggerimenti erano stati avanzati nei mesi scorsi con studi anche approfonditi, a partire dal Laboratorio Pinerolese per le città e i territori smart e dallo Studio di architettura TAC: l’idea di rendere il complesso una “piazza dei saperi” dove inserire attività artigianali, favorire le startup tecnologiche, e prevedere spazi di fruizione pubblica per spettacoli e concerti.
La serata all’auditorium Baralis si è invece trasformata in una carrellata di richieste, da parte di diverse associazioni, per ottenere una sede o uno spazio gratuito. «Richieste legittime – commenta Giancarlo Chiapello, portavoce e guida del Comitato Primo Mazzolari – ma che non tengono conto della fattibilità economica e che, di fatto, aprono la via all’unica strada di finanziamento per il progetto: la destinazione dei due edifici non vincolati all’urbanizzazione residenziale».
Critico anche il presidente di LaPiS, Luigi Pinchiaroglio, per il quale «è stata un’iniziativa deludente nel suo complesso». Più possibilista il presidente di Italia Nostra, Maurizio Trombotto, che ha comunque tenuto a rivendicare il lavoro svolto dall’associazione da lui presieduta.
Sicuramente è emerso che gli architetti di TRA non hanno letto le proposte avanzate dalle associazioni nei mesi scorsi, preferendo la via di una consultazione a suon di foglietti colorati, generosamente distribuiti all’ingresso. Una partecipazione di facciata, non approfondita, una presentazione decisamente amatoriale, attraverso la proiezione di un filmato che non ha reso possibile al pubblico una visione e una conoscenza degli spazi dei quali si discuteva. Conclusa con una carrellata di taglio elettoralistico. Lo studio di fattibilità arriverà felicemente a conclusione. La Caserma Bochard, senza fondi disponibili e senza un progetto che possa realmente coinvolgere investimenti privati, andrà ad arricchire la collezione di immobili abbandonati.
Marco Civra
La amara e lucida analisi di Marco Civra è condivisibile sotto molteplici aspetti.
I Cittadini, la Società Civile non sono una massa amorfa da plasmare ad uso di potere, non sono la claque che applaude a bacchetta, ma sono il nerbo sano della Società (in questo caso quella Pinerolese), in parte narcotizzata da fumisterie che cercano di sviare dai problemi reali, dalle necessità primarie del corretto vivere civile. Le decisioni prese a porte chiuse nel Palazzo devono essere per sempre bandite e relegate tra i ricordi di tempi depressi e deprimenti.
Il caso della Caserma Bochard è emblematico di una antica consuetudine pour épater les bourgeois:
andiamo indietro agli anni ‘970, dove, con un finanziamento della Fondazione CRT, il Comune ricevette 2 miliardi di Lire per recuperare il Palazzo detto degli Acaja (all’epoca era una somma enorme) risultato pratico ZERO, come si può constatare dal degrado avanzato ulteriormente in questi decenni di incuria grave; solo la parcella dell’architetto incaricato arrivò a termine con una cifra immodesta di circa 500 milioni.
25 anni or sono, due professionisti di vaglia del Politecnico di Torino, il Preside della Facoltà di Architettura ed il Professore di Museografia furono incaricati di stendere il progetto di riuso di Palazzo Vittone a fini museali: ad oggi, un quarto di secolo dopo, si è ridipinta la facciata esterna, ripassato il tetto e cambiate le gronde. Le finestre delle facciate interne, quelle che non si vedono, sono sovente spalancate o con i vetri rotti, varco preferito per centinaia di colombi che abitano i piani alti del centralissimo edificio barocco; nel frattempo il Preside della Facoltà è passato a miglior vita e l’altro Professore è andato in pensione. Prospettive: IGNOTE. Ora il focus, spenti i riflettori sui Musei, è sulla Caserma Bochard, forse da riconvertire ad usi culturali (nuova Biblioteca Civica, etc. etc.). La vicina scadenza di elezione di un nuovo Consiglio e Giunta Comunale a Pinerolo rendono l’operazione di progettazione estremamente rapida, anzi istantanea, se paragonata all’agonia pluri-decennale dei progetti precedentemente evocati.
Quando un veicolo ha il motore sgangherato, pretendere di farlo girare a tavoletta per vincere in Formula 1 è illusorio o peggio.
Pinerolo, la città più francese d’Italia, prima capitale del Piemonte con i Principi d’Acaja, capitale mondiale della Cavalleria, saprà realizzare un futuro radioso, democratico e partecipato per tutti i Cittadini del Pinerolese ? Alle prossime elezioni l’ardua sentenza e poi l’arduo compito: cieli blu per i nostri figli e per i figli dei nostri figli.
Aux armes Citoyens, Formez vos bataillons, Marchons, marchons !
Dario Seglie