8 aprile 2016
Sono le ore 8 del mattino di oggi quando il motore di un pullman Sadem, giunto alla consueta fermata di piazza Cavour a Pinerolo, prende fuoco costringendo i passeggeri a doverne aspettare uno sostitutivo con cui giungere a scuola, a lavoro o in qualunque altro luogo si stessero dirigendo. È l’ennesimo episodio che coinvolge i mezzi, provocando non pochi disagi ai passeggeri. Ciononostante l’azienda di trasporto pubblico non prende provvedimenti in merito e i fatti, o meglio le fiamme e i conseguenti rischi per la sicurezza di conducenti e passeggeri, parlano da soli.
Lino Gandolfo
Dalla foto si evince che si tratta di un veicolo Iveco Myway, in produzione dal 1998 al 2006. Su tali autobus originariamente non era previsto il filtro antiparticolato che è stato poi installato in seguito con interventi “posticci” per soddisfare le richieste della Regione Piemonte in termini di anti inquinamento. Purtroppo questi interventi aftermarket si sono dimostrati in più casi (e su molteplici marche di autobus) molto pericolosi. Nella fattispecie, sia questo autobus che l’Iveco Euroclass, per diminuire il peso, hanno parti di carrozzeria (specialmente nella zona del vano motore) in vetroresina. Da ciò, quando il nuovo filtro antiparticolato, non previsto nei progetti originali, riscalda eccessivamente, può dare luogo a simili incidenti. Non è il primo e non sarà l’ultimo. Il filtro antiparticolato, va ricordato, serve per abbattere le polveri sottili presenti nei gas di scarico. È una trappola che, tramite l’immissione di gasolio nella marmitta, brucia e riduce tali polveri portando la temperatura della gabbia a 600 – 650° C. Quando l’autobus viaggia in città con velocità media bassissima oppure in montagna con velocità media altrettanto bassa e sotto sforzo, se non dotato di un’adeguata schermatura termica, può essere soggetto a simili anomalie. Non è necessaria una laurea in ingegneria dell’autoveicolo per capire che se un mezzo nasce con una certa conformazione meccanica, l’introduzione di modifiche pesanti e non adeguatamente studiate, può comportare notevoli problemi.
L’intervento di cui sopra è stato scritto partendo dal presupposto che l’ordinaria manutenzione sia stata svolta correttamente. Gli autobus sono soggetti a revisone da parte della Motorizzazione Civile o chi per essa ogni anno, per tanto si suppone che tali automezzi siano sempre manutenuti a dovere.
In ogni caso, credo che l’unico provvedimento efficace per ridurre questi rischi sia dismettere questa “generazione” di autobus, tuttavia l’operazione avrebbe dei costi insostenibili. Basti pensare che il costo di un nuovo autobus di linea si aggirano sui duecentomila euro circa. La sostituzione dei vecchi autobus che, se non erro, costituiscono ancora la maggior parte della flotta dei mezzi pubblici, avrebbe un costo insostenibile per l’impresa citata. L’unica opzione percorribile, sarebbe quella di un intervento pubblico (finanziamenti della Regione Piemonte). L’azienda di trasporto citata nell’articolo, recentemente ha dimostato la sua buona volontà acquistando e mettendo in circolazione nuovi autobus in autofinanziamento.