22 febbraio 2016

Sono “partecipazione”, “impegno” e “identità” le parole chiave che emergono dall’intervista corale ai rappresentanti del Forum delle Associazioni 

 

#pinerolosite la malattia di chi ama Pinerolo! L’hashtag lanciato tempo fa da alcuni giovani professionisti pinerolesi, innamorati della propria città, aiuta, forse, a capire l’intervista corale al Forum delle Associazioni pinerolesi (formato dai rappresentanti, in ordine alfabetico, del Cesmap, di Italia Nostra, di Legambiente, di Libera – presidio Rita Atri, di Salviamo il Paesaggio, del Centro Studi Silvio Pellico, del Tac).

Appare evidente, da parte dei rappresentanti del Forum, esempio di collaborazione tra associazioni pinerolesi, l’uso di alcune parole chiave per descrivere l’importanza di curare il rischio dell’indifferenza sia quella dell’amministrazione verso la cittadinanza, sia quella della comunità verso un “Palazzo”, così, estraneo: allora diventa urgente parlare di partecipazione, visione, identità di Pinerolo, dei pinerolesi, di quell’area vasta che ha nella città la sua inespressa locomotiva. Il tema urbanistico è certamente quello che attrae maggiormente l’attenzione.

 

Com’è cambiata Pinerolo negli ultimi 5/10 anni?

Innanzitutto col crescendo di annunci fatti dagli amministratori comunali non è coincisa una vera e propria fase realizzativa: probabilmente immaginare di progettare senza una vera visione strategica ha di fatto condotto a costruire soltanto degli slogan. Non ci si può nascondere dietro al semplice discorso degli introiti economici senza sapere dove la città vada: la necessità di un nuovo Piano Regolatore, collegato ad una visione strategica chiara, è evidente per superare quello vecchio che immaginava un aumento di abitanti fino a più di 52000, una enormità rispetto agli attuali 36000 circa con un insostenibile consumo di suolo. Ad un certo immobilismo è seguita l’elaborazione della “Variante Ponte” che non prende atto dei cambiamenti sociali, culturali, economici intervenuti e quindi non contiene una vera idea di città con cui confrontarsi anche con tutto il territorio pinerolese. Ci siamo domandati cosa mancasse nella Variante e la risposta che abbiamo trovato è stata quasi disarmante: manca “Pinerolo” intesa nella sua complessità di comunità che va oltre singole esigenze e limitati rattoppi! L’urbanistica è la cartina di tornasole per comprendere la cura di un’amministrazione per il territorio, attraverso essa è possibile dare un giudizio sulla sua azione politica. Nel 2011 fu chiesto alla politica cittadina di ogni colore, se ci fosse la sensazione di essere responsabili della bellezza di Pinerolo: le azioni concrete di questi anni non permettono di riconoscere in pieno tale responsabilità! In tal modo però la città perde la sua identità contemporaneamente ad una passiva accettazione di perdita di pezzi di essa (dalle caserme al tribunale, ecc…) senza alcuno scatto in avanti per dotarsi di una strategia efficace per il cambiamento e una capacità nuova di agire e progettare per un duraturo sviluppo locale senza consumo di suolo, migliorando i servizi (si pensi alla necessità di un nuovo piano dei trasporti!), intrecciando l’urbanistica con la cultura, la socialità, la buona architettura, la storia di Pinerolo. C’è voglia di una città bella dove si viva bene, in cui si investa per il benessere comunitario. La comunità pinerolese ha un grande capitale umano inespresso bisognoso di essere sostenuto per il bene di tutti!

 

La Variante Ponte appare essere un nervo scoperto: perché?

Oltre a quanto già detto, è un’azione limitata! Inoltre, alle osservazioni avanzate dalle diverse associazioni, non ci sono state vere risposte: la politica si è trincerata dietro a tecnicismi e all’iter burocratico, escludendo di fatto un vero e ampio dibattito cittadino. Rispetto all’art. 3 della nuova legge urbanistica regionale, che chiama alla co-partecipazione al lavoro di pianificazione i fruitori di quanto si va a progettare, tale coinvolgimento non c’è stato (sintomatico di tale modalità d’azione è il destino della Bochard, in città si discute ma l’amministrazione ha già varato sue vaghe linee di indirizzo). È importante invece che la politica si apra, inverta questa tendenza di decidere dall’alto, enfatizzi il processo di co-partecipazione dell’associazionismo dei cittadini perché questa è buona amministrazione che non esclude ma include, che non si limita a rivedere i cittadini ogni cinque anni ma sa costruire percorsi partecipativi più costanti. Limitarsi a sommare interessi particolari non vuol dire fare l’interesse generale, né avere un consenso vero.

Il “Palazzo” sembra parlare un linguaggio che non corrisponde a quello dei pinerolesi: il Forum sta costruendo un’iniziativa di piazza che sia più di un banchetto informativo ma un invito alla partecipazione con una mostra fotografica dei luoghi sensibili del territorio oggetto di dibattito, progetti, dubbi, battaglie accanto alla proposta di un “Alfabeto” dei pinerolesi perché c’è il forte dubbio che la politica cittadina non parli la stessa lingua della comunità ed ogni cittadino avrà la possibilità di collaborare a costruire il significato di ogni lettera per aprire una stagione di vero dialogo popolare.

Come concludere una simile analisi della situazione cittadina?

Le associazioni del Forum idealmente mandano ai pinerolesi un tweet con 140 caratteri, con l’invito a girarlo agli amici, farlo diventare virale, mandarlo agli amministratori pubblici che conoscono perché il segnale è che è tempo di mettersi in cammino insieme come comunità: “#pinerolosite ci ammaliamo perché #amiamoPinerolo ammaliamoci tutti come? #impegno #partecipazione #trasparenza ai politici: #TRATTATELAbene”

 

Giancarlo Chiapello

 

 

IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI PINEROLESI: IMPEGNO E ATTUALITA’

Si tratta di realtà associative (Cesmap, Italia Nostra, Legambiente, Libera – presidio Rita Atri, Salviamo il Paesaggio, Centro Studi Silvio Pellico, Tac) che, negli anni, hanno animato il dibattito attraverso l’attenzione alle problematiche e al patrimonio materiale ed immateriale del territorio, mettendo a disposizione della comunità impegno, tempo, idee, competenze legate alle proprie rispettive “missions. In rapida sintesi ecco una carrellata delle battaglie portate avanti negli anni, di strettissima attualità per il futuro di Pinerolo: conservazione e riqualificazione di edifici storici come Palazzo Vittone, grande incompiuto; tutela del Palazzo detto “degli Acaja”; Turk come opportunità di sviluppo e non solo mero intervento edilizio in una città piena di alloggi sfitti ed invenduti; caserma Bochard vista solo come un contenitore estraneo al contesto; battaglia per la conservazione di spazi di vivibilità come la piazzetta caratterizzata dai “portici blu” che l’amministrazione vorrebbe sostituire con un ennesimo, ingombrante, edificio di undici piani; attenzione per il territorio come parte di una educazione alla legalità comunitaria che si dota di anticorpi contro l’infiltrazione della criminalità organizzata; comunicazione sociale e culturale diffusa, strumento per fare squadra tra associazioni, enti, cittadini; preparazione di significative osservazioni alla tardiva e poco convincente Variante Ponte; impegno culturale a favore della storia e delle tradizioni pinerolesi, con tutti i limiti del caso (i ringraziamenti vanno ancora al sindaco Bernardi per la concessione di sedi museali provvisorie durante i propri mandati avvenuti nel decennio 1965-1975: si è ancora fermi lì!).

 

SETTE ANTICIPAZIONI DELL’ALFABETO DEI PINEROLESI: COMUNITA’ E POLITICA PARLANO LINGUE DIVERSE?

Ecco un assaggio del lavoro del Forum a cui saranno chiamati a partecipare tutti i pinerolesi e che rappresenta un’ autentica sfida alla politica di Pinerolo: sarà capace di mettersi in sintonia con la comunità o aumenterà l’incomprensione?

Bellezza: Secondo Umberto Eco, l’ultimo popolo serio della storia sono stati i greci che, riconosciutisi mortali, hanno compreso l’esigenza di lasciare qualcosa di bello. Allora il bello da difendere. Costruire insieme corrisponde a fatica, professionalità, insomma individua la bellezza come valore etico (per capirci Pinerolo da amare e vivere o una oscura Gotham City?). Nella lingua della politica cittadina bellezza con cosa appare sostituita? Con la paura che corrisponde ad una mancanza di visione!

Conflitto di interesse: in una città che va alle elezioni non deve esserci né in forma palese, né indiretta per dare un segnale tangibile di cambiamento. Il no ad esso significa un sì convinto a amministrazioni trasparenti, sostituendolo con la messa in comune delle competenze.

Giovani: è la parola che comprende il futuro, il cambiamento, la trasparenza. Intende finanche la rottura col passato e la speranza che per Pinerolo è anche riconoscere la sua dimensione di città che per molti versi attrae giovani, ma senza forti investimenti, per renderli protagonisti in una città lanciata a costruire il proprio avvenire (il Centro Studi oggi è solamente un centro di pendolari!). Guardando alle azioni politico amministrative questa parola sembra esser stata sostituita con “stantia”.

Iniziativa: Negli ultimi anni sono state proposte diverse iniziative concrete per la tutela territoriale e architettonica con molte idee interessanti: c’è stata, però, un’ assenza dei diretti interessati, dei decisori, che ha fatto sì che la società civile pinerolese si “sedesse” un po’. È tempo di riappropriarsi di un forte spirito di iniziativa. L’opposto usato in questi anni dalla politica? Esso sembra essere stato l’immobilismo!

Musei: Sono i luoghi dove si raccoglie il passato per progettare il futuro ma, in città, gode di scarsa considerazione non vedendone le grandi potenzialità. Nel linguaggio politico probabilmente sono solo “luoghi polverosi”.

Politica: significa capacità di ciascuno di occuparsi della polis, della cosa pubblica che non appartiene a nessuno ma è di tutti e per questo occorre appassionarcisi. La politica è fatta di visione e incisività impastata di partecipazione, tutte cose che a Pinerolo sono mancate: la loro mancanza, però, conduce al suo contrario che è la mala gestione!

Recupero: inteso come ri-valorizzazione. Insomma valorizzare senza ancorare però idee e progetti alla sola moneta, al guadagno immediato. È necessario che recuperare pezzi di territorio e città inizia ad essere visto come miglioramento di tutti e per tutti desiderabile ed utile. Ci sono molti segnali che nella popolazione pinerolese ci sia un forte aumento della sensibilità per i beni comuni. Il contrario su cui rischia di scivolare la politica? Lo spreco!

Suolo: esso è un bene comune che una volta distrutto non si può ricreare! Per molti anni Pinerolo in una panoramica provinciale è stata una città “mangia suolo”. Occorre cambiare visione e strategia in modo che coloro che si occupano di politica non continuino, come per tutto il secolo scorso, a parlare di suolo ma pensare unicamente agli oneri di urbanizzazione.

Per scoprire tutto l’alfabeto l’appuntamento è nei giorni 5, 12 e 19 marzo in Piazza Facta!

Municipio Pinerolo