La Giunta pentastellata perde i pezzi: anche l’assessore Ermanno Cerrano questa mattina ha rassegnato le sue dimissioni. Dopo la nomina come assessore ai lavori pubblici nel giugno 2016, il Sindaco Luca  Salvai, con un rimpasto di Giunta, gli aveva assegnato ad aprile di quest’anno la delega al bilancio, viste le dimissioni del suo predecessore, Manlio Leggieri.

Mentre Stefano Ricchiardi (Segretario PD Pinerolo) ammonisce: «Il tempo che è stato concesso alla nuova amministrazione per fare esperienza sta esaurendosi, per il bene della città la nuova amministrazione deve governare invece che rimanere ferma alla campagna elettorale», il sindaco Salvai, in un comunicato stampa, si dichiara «molto amareggiato dalla situazione venutasi a creare, in quanto si è arrivati a questo punto a causa di un modo significativamente differente di intendere il rapporto con gli uffici e di interpretare il ruolo di amministratore».

Abbiamo intervistato l’assessore dimissionario per avere lumi sulla vicenda.

ermannocerrano

Ing. Cerrano, perché ha aderito al Movimento 5 Stelle?

Dopo la fine della mia breveesperienza politica come segretario della sezione cittadina dell’UDC (2010/2011), ho sperato in un soggetto politico che portasse avanti un progetto nuovo, facendo politica in maniera disinteressata, e ho reputato di averlo individuato nel M5S.

La Sua nomina ad Assessore fu voluta dal Sindaco Luca Salvai in persona?

Dopo la vittoria al ballottaggio del 19 giugno 2016, fu l’assemblea degli attivisti del M5S di Pinerolo, che frequentavo già da molto tempo, a votare la mia nomina ad Assessore, non fu un’idea di Salvai.

Nell’arco di pochi mesi la Giunta pentastellata,  a Pinerolo, ha perso due assessori di comprovata onestà, esperienza e competenza: perché lei e Manlio Leggieri avete dato le dimissioni?

Leggieri si è dimesso ufficialmente per ragioni di salute, ma quel che so è che io e lui ci stavamo adoperando, fianco a fianco, anche con lettere firmate insieme e protocollate, per far emergere questioni importanti come quella dei debiti fuori bilancio, o quella delle modalità degli affidamenti diretti (senza gare di appalto) degli incarichi e dei lavori pubblici, il che inevitabilmente riguardava l’operato non solo delle precedenti amministrazioni politiche, ma anche di dirigenti ancora oggi in carica; ciò non mi ha certo attirato simpatie, e non posso dire che il Sindaco Salvai fosse entusiasta di questo mio lavoro.

Le Sue dimissioni nascono da divergenze di vedute con il Sindaco Salvai?

Io ho una visione diversa da lui sull’organizzazione e sul funzionamento della macchina comunale che, a parer mio, avrebbe bisogno di aria fresca, su questo avrei voluto essere molto più incisivo, mentre il segnale non è stato dato; si è fatto il minimo consentito (lo scambio dei settori urbanistica e lavori pubblici fra i due dirigenti De Vittorio e Morrone); in concreto, non si è cambiato nulla.

Può farci degli esempi?

Ad esempio, avrei voluto, ed il Sindaco lo sa bene, far modificare le retribuzioni dei dirigenti: oggi il loro compenso è fisso nella misura del 95% e variabile in quella del 5%, legata ad obiettivi facilmente raggiungibili; io ho proposto di ridurre la quota di compenso fisso al 70% e di assegnare ai dirigenti, per la parte variabile del 30%, obiettivi più impegnativi, “challenging” per dirla all’anglosassone, ma nessuno mi ha dato ascolto, e mi sono davvero sentito solo.

La questione relativa a Strada Santa Caterina che parte ha avuto nella vicenda delle sue dimissioni?

Si tratta della disputa fra il Comune e la famiglia del Prof. Bocchino; su spinta degli uffici, era stato adottato un atto di indirizzo che individuava la soluzione nella “sdemanializzazione” della strada; prima della commissione consiliare dello scorso 5 luglio, mi ero studiato approfonditamente le carte, e avevo preparato una lettera indirizzata ai 5 dirigenti interessati, ove, senza alcun intento polemico, ponevo alcune domande a tutela dell’Ente: chiedevo, ad esempio, se questo porta vantaggi per la collettività, altrimenti perché esporsi al rischio di ricorsi al TAR? Ho messo il Sindaco a conoscenza di questa mia lettera, e Salvai, il mattino del 5 luglio, mi ha telefonato chiedendomi di non divulgarla in Commissione, e ad apertura lavori si è limitato a dire che c’erano “dubbi” sulla soluzione tecnica ipotizzata; è nata tuttavia, su impulso di Caffaratto (Lega Nord), che voleva chiarimenti (gli stessi che volevo anch’io), una discussione in cui il dirigente De Vittorio ed il Segretario Generale Lorenzino hanno difeso la soluzione tecnica della sdemanializzazione. Io non ritenevo di aver fatto nulla di trascendentale, ma la mattina del giorno seguente Salvai, lasciandomi di stucco, mi ha scritto una lettera in cui disapprovava quanto da me fatto, mi trattava alla stregua di un consigliere di opposizione e mi invitava, addirittura, a mandare un esposto alla Procura della Repubblica.

La sera del 10 luglio c’è stata la riunione con gli attivisti del M5S, ed il Sindaco si è giustificato dicendo di aver dovuto “far scoppiare la bomba” per dare un segnale forte a difesa dei dirigenti e funzionari che erano irritati per la mia lettera. Santa Caterina è stata l’occasione ghiotta, da parte di Luca Salvai, per creare un caso e rendere pubblico il conflitto fra lui ed il sottoscritto. Ecco che il mio contributo come assessore non ha più senso: è la seconda volta in un anno che il Sindaco, in un conflitto fra assessori ed uffici, si schiera con questi ultimi e scarica due assessori che hanno cercato di approfondire temi a costoro non graditi.

Mario Incardona 

La versione estesa dell’intervista sul prossimo numero di Vita Diocesana in uscita sabato 22 luglio