02 febbraio 2015
C’è chi lo caldeggia, chi lo tollera e chi proprio non ne vuol sapere. Il museo dedicato alla “Maschera di ferro” a Palazzo Vittone suscita polemiche ancora prima di nascere. Si parla di quattro salette, poste sopra la sede della Pro Loco Pinerolo, raggiungibili attraverso una scala elicoidale (suggestiva e storica, ma altrettanto scomoda) collocata dietro la porta che dà sull’atrio centrale di Palazzo Vittone. Questo spazio è oggetto di un bando del Comune di Pinerolo, avente come finalità la creazione di un museo dedicato al personaggio della Maschera di Ferro. Nel testo del bando si legge che «tale museo dovrà essere in grado di richiamare l’attenzione del pubblico sul centro storico pinerolese, oltre che sulla propria sede, e inoltre di avere ricadute positive sul territorio dal punto di vista culturale, turistico, economico e commerciale». L’amministrazione comunale si è però cautelata, evitando di assumersi, alcun «onere di natura economica». Infatti il bando è volto unicamente a «selezionare il soggetto ritenuto idoneo come affidatario delle sale suddette per l’allestimento e gestione». Tutti gli introiti derivanti dall’organizzazione di qualsivoglia evento, così come tutte le spese necessarie «saranno di spettanza del soggetto affidatario». Il bando, affisso all’albo pretorio lo scorso 13 gennaio, intende concedere le sale in comodato d’uso gratuito per un periodo di cinque anni, «prorogabili per ulteriori due anni su richiesta dell’affidatario». Le candidature (da presentarsi entro venerdì 13 febbraio) andranno a comporre una graduatoria a punteggio, che assegnerà i locali. Pare già esserci un vincitore designato: l’associazione culturale “La Maschera di Ferro”, quella che ogni anno, nel primo weekend di ottobre, sotto la regia di Luigi Oddoero, mette in scena la grandiosa rievocazione storica sulla Pinerolo del Seicento e che da tempo sta cercando una nuova sede. Commenta Roberta Falzoni, assessore alla Cultura del Comune di Pinerolo: «È una scelta che mi sono ritrovata nel momento in cui ho assunto la carica di assessore. Avevano portato avanti tutto il sindaco Eugenio Buttiero e l’ex assessore Pierangelo Negro (Turismo e Manifestazioni, n.d.r.). Non so neanche se sarò io a vedere la sistemazione definitiva di Palazzo Vittone. Comunque, l’idea di assegnare quegli spazi ad un museo dedicato alla Maschera di Ferro non mi pare affatto da buttare: si tratta sì di un personaggio a metà fra storia e leggenda, ma che comunque è oggetto di molta curiosità e interesse da parte della gente. Una ulteriore sua visibilità non potrà certo nuocere alla città di Pinerolo». Isabella Grandis, presidente dell’associazione “La Maschera di Ferro”, non si sbilancia: «In questo momento stiamo valutando i pro e i contro della prospettiva. Ascoltiamo il parere di vari esperti, soprattutto in merito alla necessaria sicurezza da garantire. Posso dire che sicuramente, come associazione culturale, parteciperemo al bando. Non nascondo il fatto che ci siano due elementi poco allettanti: i costi di sistemazione e di gestione interamente a carico del vincitore e il problema dell’accessibilità al piano ammezzato». Decisamente critico, invece, il parere di Dario Seglie, direttore del CeSMAP (Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica): «Premetto che ho esaminato rapidamente il bando. Comunque, si tratta di una decisione assolutamente imprevista, della quale non c’era la benché minima avvisaglia. Il fatto sconcertante è che il bando si pone in netto conflitto con il progetto di risistemazione di Palazzo Vittone, destinato a diventare il polo museale cittadino, ospitando tre collezioni civiche. Un progetto iniziato nel 1994, per altro già approvato dalle varie autorità competenti (Comune, Soprintendenza, Vigili del Fuoco, ASL…) e la cui realizzazione è già in parte iniziata con il restauro dei tetti e delle facciate. Questo nuovo bando inserisce una novità ma, in qualità di rappresentanti dei poli museali cittadini, che da oltre vent’anni hanno partecipato al progetto vittoniano contribuendo con ricerche e studi specifici, non siamo stati consultati e, inoltre, sia la Commissione comunale per i Beni Culturali sia il Coordinamento cittadino Musei sono rimasti del tutto all’oscuro. In questo modo, si crea un “vulnus” nel progetto museale, disfacendo la lunga tela tessuta in più di un ventennio sia dai progettisti, sia dalle Amministrazioni, sia dai rappresentanti delle istituzioni culturali di Pinerolo; e, nei confronti di questi, si tratta di un trattamento quantomeno ingeneroso». Circa la questione specifica della Maschera di Ferro puntualizza: «non la vedo affatto male, se si ragiona in termini storici: si tratta, comunque, di un personaggio famoso e misterioso (ne parlò anche Voltaire), “ospitato” dalla città di Pinerolo nel Seicento, e gli edifici dell’epoca da destinare alla Maschera di Ferro ed al suo tempo non mancano, ad esempio la ex caserma francese “Bricherasio” (successivamente Tribunale, ora vuota). Ciò su cui non sono affatto d’accordo, ribadisco, sono le modalità della questione; si parla tanto di progettazione partecipata per il cosiddetto “Polo Culturale”, ma in realtà assistiamo ad azioni sorprendenti ed unilaterali».
Vincenzo Parisi