Aperta da giugno a settembre. Più di 600 visitatori. Venti visite guidate. Artisti di ieri (tra cui Baretta, Capelli, Manfrini e Tedeschi) e di oggi. Due parole per tre concetti supportati dalle parole di altrettanti pontefici: Giovanni Paolo II; Benedetto XVI  e Francesco.

Ieri nel Museo Diocesano di Pinerolo si è conclusa la mostra Mater Misericordiae con un laboratorio aperto. L’artista Jean Paul Charles di fronte ad un pubblico attento e coinvolto ha realizzato un lavoro di finto marmo in affresco spiegando i diversi passaggi della tecnica utilizzata. Nello stesso spazio l’iconografa Luisa Sesino ha illustrato i materiali e i colori naturali con i quali viene scritta un’icona. «Al termine di una mostra con un carattere molto spirituale – ha spiegato il curatore Patrizio Righero -, abbiamo voluto dare spazio alla materialità dell’arte, agli strumenti, ai colori. Sono elementi che hanno un peso, un volume, un odore. Perché l’arte non è solo concettuale. Passa attraverso le mani. E le sporca. In questo modo abbiamo anche voluto offrire un’immagine diversa del museo: non solo scrigno dove si conservano beni artistici antichi ma spazio aperto dove si fa arte nuova e viva».

Il laboratorio è stato anche l’occasione per un confronto sull’arte contemporanea e per richiamare i contenuti della mostra: la maternità umana, l’immagine iconografica ed evocativa di Maria di Nazaret e la Misericordia, tema centrale del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco.

Presenti al finissage anche gli altri artisti che hanno partecipato alla mostra, tra cui Laura Valle, docente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e la giovane pinerolese Claudia Petacca.