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Pinerolo. Dall'11 al 20 dicembre l'arte fantastica dei "Cartocchi" di Luca Storero

Pinerolo. Dall'11 al 20 dicembre l'arte fantastica dei
10 dicembre 2015

 

Sono 24 le rappresentazioni artistiche che Luca Storero esibirà nella mostra  ̶  realizzata in collaborazione con l’En Plein Air di Pinerolo  ̶  dal titolo “Cartocchida venerdì 11 dicembre (inaugurazione alle 17:30) a domenica 20 dicembre presso l’Associazione 3A Abitare Architettura Ambiente (piazza San Donato, 43). Ventiquattro opere a sè stanti che godono di una loro univocità. Tante sono le storie narrate da ciascun quadro trasposto in carta in edizione limitata: c’è la storia figurativa, la prima con cui l’osservatore si scontra, in cui chiari appaiono i richiami a noti periodi storico-artistici come il Rinascimento, il Futurismo, il Surrealismo e ancora quello della Metafisica reinterpretati in chiave onirico-fantastica.

C’è la storia che narrano alcuni dei soggetti frutto del percorso di Luca Storero in quanto artista, in cui gli animali dagli sguardi umani prendono il sopravvento alla stregua di figure che richiamano l’idea mistica di sciamani, sacerdoti tra realtà e sogno. C’è la storia narrata in piccoli racconti che accompagnano le opere, significative pur nella loro semplicità. Ancora c’è la storia del titolo della mostra che, se da un lato nasce da un’ironica associazione delle carte figurate  ̶ compiuta dall’artista a-posteriori rispetto alla realizzazione delle stesse  ̶ ai comuni tarocchi (per il numero delle opere che essendo 22 ricorda quello degli Arcani, più due che fungono da “jolly”), pone in rilievo, dall’altro, il supporto degli originali: il cartone.

Le figure, infatti, emergono dalla superficie ruvida dei comuni scatoloni che è già di per sé frutto di vita, di un ciclo. Cellulosa che si fa carta, carta che si fa contenitore da imballaggio; scatolone che si presta a divenire teatro vergine di impulsi, di spazio in cui lasciar prender forma a una fantasia i cui contorni sono stati tracciati in 6 mesi di lavoro scandito a tempo di musica. È negli occhi che si coglie pienamente l’essenza del “quadro”, delle figure che vivono di un’anima plasmata per loro e che da loro fuoriesce e si mischia alla matita, al carboncino e agli uniposca con tratti veloci, intensi e minuziosi al contempo. Protagonista nella sua umanizzazione il mondo animale, testimone di una realtà mutevole. «Il perfetto equilibrio dell’uomo nell’ambiente si troverebbe riconoscendosi al pari degli animali, né superiori, né inferiori a loro, ma con loro in armonia» spiega Storero.

È pienezza, è spunto che si fa invenzione. “Cartocchi”, «impellente desiderio di realizzare su cartone da imballo una serie d’immagini sgorgate direttamente dal subconscio». Un modo per esprimere un aspetto costante dell’esistenza di ogni essere: il paradosso. Il titolo, l’ironica mescolanza di un finto esoterismo e di un’arte che pur restando tale non vuole limiti, né confini, ma solo, come dice l’artista stesso, «un po’ di fantasia».

Cinzia Pastore

Beccaciurno

 

 

 

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