API e APE. Non si tratta di un alveare ma degli acronimi delle e due aziende più significative di ACEA: quella “industriale” e quella “energia”. Cui segue la sorella minore dei “Servizi strumentali”. Martedì 26 luglio l’assemblea dei soci (vale a dire i 47 comuni aderenti, 11 dei quali con un peso decisamente maggiore) sarà chiamata ad eleggere il nuovo consiglio d’amministrazione che scade dopo 9 anni di lavoro resi possibili da tre rinnovi successivi.

Si tratterà di una formalità o poco più perché i giochi sono già stati fatti. Il 20 luglio, infatti, a Pinerolo si è tenuto un incontro previo trai soci per decidere chi resta, chi va e chi viene. Tra quelli che andranno c’è l’attuale presidente Roberto Prinzio e i consiglieri Sergio Enrietto, Carlo Zanzottera e Flavio Ferraris.

Prinzio ha affidato ad un comunicato stampa il suo addio: «è stata per me un’esperienza formativa molto stimolante e per molti aspetti unica». E spiega: «in questi anni abbiamo cercato di rappresentare e di far coincidere quelli che erano i legittimi interessi dei Comuni Soci con gli interessi della nostra Azienda, utilizzando in ogni occasione il metodo della partecipazione e della trasparenza. Questo ha permesso alla nostra Società di stabilizzarsi e di crescere diventando un punto di riferimento importante a livello locale e nazionale, senza mai perdere il valore guida che deve caratterizzare le Società di Servizi a totale capitale pubblico, vale a dire la consapevolezza di essere una proprietà dei Comuni e quindi idealmente di ogni cittadino e del suo territorio». Quindi il grazie ai 366 dipendenti che «hanno valorizzato la loro professionalità mettendo sempre se stessi al servizio di un’intera comunità fatta di persone e di cittadini».
Confermatissimo, invece, Francesco Carcioffo che attualmente ricopre i ruoli di Amministratore Delegato e Direttore Generale di APE; ruoli che, con ogni probabilità, gli saranno riconfermati. E non è detto che non venga nominato anche presidente. Accanto a lui tre new entry. E questo potrebbe essere un problema, perché il quadro che ne risulta è quello di una realtà importante (nel solo 2015 APE e API insieme hanno dichiarato un utile netto superiore ai due milioni e mezzo di euro) nelle mani di un sol uomo.

Francesco Carciofo, amministratore delegato ACEA