25 giugno 2014
Il Consiglio Comunale dello scorso 24 giugno si è aperto in un clima di lutto per la morte, avvenuta poche ore prima, di Tullio Cirri. Marcello Bruera, nel presiedere la seduta, ha così ricordato il Presidente del Consiglio: «La sua scomparsa causa smarrimento, tristezza, dolore; consigliere comunale dal 1968, ha sempre esercitato le sue funzioni con competenza, saggezza, equilibrio, ed ha avuto buoni rapporti con tutti»; il sindaco Buttiero ha aggiunto: «Abbiamo perso un uomo coerente, corretto, che mancherà al Consiglio ed alla Città di Pinerolo. Esprimo un pensiero di riconoscenza e di stima per lui ed un abbraccio alla famiglia». La seduta è poi proseguita (anche perché così avrebbe voluto il suo presidente) per trattare alcune delibere riguardanti la materia urbanistica. Il Consiglio ha approvato a maggioranza un atto di indirizzo che individua tre aree per la realizzazione di edilizia sociale destinata alla locazione (c.d. case popolari): in via Tabona angolo via Isonzo, in stradale Fenestrelle ed in via Einaudi. Nel discutere su questa delibera, il grillino Luca Salvai, contrario, ha sbottato: «Perché le nostre richieste di destinare il terreno di via Isonzo ad orti urbani hanno sempre avuto risposta negativa per l’esistenza di un contenzioso?», aggiungendo che: «In via Einaudi giocano a softball e a baseball». Crosetti (Progetto per Pinerolo) ha così spiegato la contrarietà del suo gruppo: «Non si deve consumare altro suolo pubblico». Berti (Moderati) ha loro replicato: «L’A.T.C. non è nata per comprare alloggi, ma per costruirli; in via Einaudi l’associazione di baseball pensa di trasferirsi, in via Isonzo c’è un contenzioso, ma non riguarda la proprietà dell’area». Puca (PDL), anch’egli contrario, ha domandato se l’amministrazione abbia ragionato sulla destinazione dei locali dell’ex Tribunale, e Luca Barbero (capogruppo PD) ha chiosato: «L’atto di indirizzo è un elemento di programmazione, quando uscirà il bando regionale sarà importante non solo avere individuato le aree ove costruire, ma avere anche un progetto preliminare». L’assessore alle politiche sociali Agnese Boni (PD) ha aggiunto: «Le case ATC a Pinerolo sono 451, di cui 66 gestite direttamente da Comune. Generiche segnalazioni che alcuni alloggi sono vuoti o che altri alloggi sono abitati da persone che non hanno i requisiti non bastano, occorrono dati certi, si facciano denunce precise». Andrea Chiabrando (Progetto per Pinerolo) ha polemizzato: «L’amministrazione di oggi è il frutto delle non scelte di questi ultimi 25 anni; quali sono i tempi e costi dell’operazione? Si tratta di una soluzione per l’indotto interessato a lavorare; con i prezzi a base d’asta, oggi con i soldi spesi per ogni alloggio realizzato in via Fer se ne comprano tre». L’ex sindaco Paolo Covato ha così spiegato il voto favorevole del suo gruppo: «Anche noi volevamo un piano case». Sono invece state ritirate ben due proposte di delibera in un primo momento presentate dal sindaco, una riguardante la monetizzazione di alcune aree destinate a parcheggi, l’altra la modifica ed integrazione della convenzione edilizia fra Comune e Società Cooperativa Edilizia “Monte Bianco” per assegnare in proprietà ai soci della cooperativa i 18 alloggi con autorimesse costruiti oltre un decennio fa in via Noemi Gabrielli al prezzo di cessione di € 1.301,00 per metro quadro oltre al rimborso del 50% dei contributi regionali erogati in eccedenza rispetto a quelli previsti per le Cooperative. In entrambi i casi, è stata determinante la presa di posizione di Giuseppino Berti, che ha manifestato la perplessità del suo gruppo consiliare (vero ago della bilancia, essendo formato da due consiglieri sui 14 della maggioranza in un consiglio di 24 componenti) rispetto all’urgenza di approvare quelle delibere, nel primo caso perché si trattava di deliberare di applicare un articolo di legge (superfluo), nel secondo caso perché importanti opere di urbanizzazione come la fognatura non sono ancora terminate.
Ha infine tenuto banco la delibera sui locali de “La Palla”. Il Consiglio ha approvato a maggioranza (contrari Gaido, Salvai, Covato, Canal) la delibera che ha concesso il cambio di destinazione d’uso (da uffici/magazzini a commerciale) alle società che gestiscono il noto negozio di giocattoli in via Saluzzo nei locali ex Enel. Vivace il dibattito, che segue a quello animato dello scorso mese di dicembre che aveva visto il ritiro della delibera. Andrea Chiabrando ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo (che si professa dalla parte delle piccole-medie imprese) per non voler dare l’impressione di voler ostacolare una piccola impresa commerciale, pur essendo convinto che la strada procedurale seguita (permesso di costruire in deroga ai sensi della l. 106/11 per interesse pubblico anziché variante al Piano Regolatore) sia profondamente errata. Covato (invece contrario) ha sottolineato: «l’interesse privato deve collimare con l’interesse pubblico», parlando di interpretazione da “azzeccagarbugli”. C’è stato poi un siparietto: Gaido (IdV) ha obiettato che non poteva essere concessa la deroga poiché l’edificio in questione non è dismesso o in via di dismissione con un conseguente degrado ambientale, ed ha citato una sentenza del T.A.R. Piemonte; a quel punto il sindaco Buttiero gli ha replicato: «Ci sono tante sentenze da leggere…»; e Gaido gli ha risposto: «Bisogna anche capire quello che si legge». Si segnala, infine, che il consigliere Alberto Abate (PD) ha restituito le deleghe ricevute (Consiglio Comunale dei Ragazzi e solidarietà internazionale) per aver conseguito gli obiettivi annuali e non aver più il tempo di dedicarvisi oltre, ed il Sindaco lo ha ringraziato per la diligenza e tenacia con cui ha svolto il suo soddisfacente lavoro.
Mario Incardona
Un saluto e un grazie anticipato.
Adesso veniamo al punto, invece di una risposta vorrei fare una domanda
in riferimento agli alloggi di via noemi gabrielli n°10 costruiti dalla cooperativa monte bianco ed attualmente in procedura di assegnazione a proprietà individuale ( IN VENDITA AI SOCI ) ; leggendo l’articolo sembra che la regione abbia dato un contributo superiore al 50% rispetto a quello spettante per la realizzazione del complesso di n°18 alloggi.
Adesso la cooperativa monte bianco per la vendita chiede a noi soci assegnatari un contributo di mille euro per ogni anno trascorso di locazione(ad oggi 13.000 euro) da dare alla regione oltre ad una rivalutazione del 4,5% a conti fatti gli alloggi vengono a costare come l’edilizia privata e forse qualcosa oltre.
Adesso io mi domando e spero in una risposta.E’normale che dobbiamo essere noi a restituire i soldi alla regione? datosi che a beneficiare di questi soldi ( in più ) è stata la cooperativa. In aggiunta ci vengono chiesti questi soldi ma non sappiamo nemmeno quanti ne chiede la regione in restituzione quindi di chiaro non c’è niente l’unica cosa chiara è che in 12 anni abbiamo speso quasi 60.000 euro procapite di locazione senza nemmeno aver potuto detrarre dal 730 come tutti quelli che hanno un normale mutuo ed in piu di tutto quello che abbiamo versato non si è tenuto conto neanche di una minima parte da scalare al momento di riscattare l’alloggio.Questi dovevano essere alloggi per i meno abbienti costruiti a basso costo (sono diventati alloggi per benestanti) tant’è vero che una buona parte dei condomini è gia andata via ed altri cercano di fare lo stesso.
in attesa di risposta (oppure chiarimento) cordiali saluti.