50 anni di ininterrotta passione per il canto popolare. Più di 150 cantori che, nel tempo, hanno dato il loro contributo. Decine di concerti in Piemonte e non solo. Oggi conta 24 elementi, tra i quali anche qualche giovane. Questo è, in cifre, il Coro Bric Boucie, fondato a Pinerolo nel lontano 1967. Nel 1996, viene autorizzato dall’Amministrazione Comunale di Pinerolo a fregiarsi del nome della Città, divenendo così Coro Bric Boucie – Città di Pinerolo.
Ed ora è giunto il momento di festeggiare degnamente e in musica il mezzo secolo di storia, coinvolgendo altri due formazioni canore: il Coro Politecnico di Milano Sez. Bovisa e il Coro CAI UGET di Torino.
Il primo è nato nel 2006 all’interno dell’esperienza del movimento di Comunione e Liberazione da alcuni ragazzi della Facoltà di Ingegneria appassionati di canti popolari. Il secondo vide la luce nel 1947 e si colloca tra i più vecchi gruppi vocali del Piemonte. I tre cori insieme, la sera di sabato 10 giugno, alle ore 21, nella Cattedrale di Pinerolo, daranno vita ad un concerto di beneficienza. «Non abbiamo mai chiesto compensi per le nostre esibizioni – spiega Elvis Rege, uno dei più giovani componenti del Bric Boucie – e abbiamo pensato che in quest’occasione sarebbe stato bello devolvere le libere offerte le pubblico per una finalità benefica. Abbiamo scelto il progetto di Casa Gabriele, la struttura di Pralafera che la Diocesi di Pinerolo sta ristrutturando per adibirla luogo di accoglienza per chi si trova in emergenza abitativa. Occorrono fondi per portare a termine i numerosi lavori e abbiamo voluto dare anche noi il nostro contributo attraverso il canto». Il Coro, attualmente diretto dal maestro Ivan Giustetto, succeduto al maestro Mauro Pastorelli, vanta un ampio repertorio di canti popolari e alpini. «Il Coro ha avuto momenti di difficoltà – prosegue Elvis -. Siamo tutti volontari e ognuno ha i suoi impegni, ma la passione per questo canto ci ha fatto andare avanti e ora si è anche aggiunto qualche giovane. Certo l’età media è piuttosto alta ma confidiamo di reclutare nuove leve grazie anche ad un rinnovo del repertorio che comunque è già molto ricco».
Anche il presidente, Stefano Giusiano, è giovane. «Ho ereditato dalla mia famiglia l’amore per il canto e per i cori alpini. Per me è un modo di tenere viva una tradizione che vorrei far conoscere anche alle nuove generazioni. Certo è impegnativo. Il mio compito è soprattutto organizzativo: prendere i contatti con gli altri cori, organizzare i concerti che sono in media 5 o 6 all’anno, seguire le formalità burocratiche dell’associazione. Ma la soddisfazione e la passione portato a superare ogni difficoltà e guardiamo al futuro con ottimismo».
P.R.