03 marzo 2015
L’appello è stato lanciato a quanti martedì 24 febbraio si sono riuniti nella cappella del Seminario di Pinerolo per ascoltare la conferenza dell’arcivescovo vescovo di Campobasso, Giancarlo Maria Bregantini. Si tratta del progetto “Rete Casa del Pinerolese” che si prefigge sostanzialmente di reperire degli alloggi per persone che, pur avendo un reddito, non riescono pagare l’intera somma dell’affitto della propria abitazione e necessitano di un sostegno nel fornire le garanzie generalmente richieste. La circostanza si è rivelata quanto mai appropriata visto il tenore dell’intervento di monsignor Bregantini che ha richiamato la necessità di far fronte alla crisi con gesti di concreta solidarietà.
Il portavoce dell’appello, Carlo Gonella – volontario impegnato da anni sul fronte dell’emergenza abitativa – ha chiesto ai presenti di «usare tutte le occasioni (conoscenza personale, avvisi al termine delle attività ecclesiali…) per far “girare” l’informazione al fine di reperire unità abitative, che sono indispensabili perché l’iniziativa funzioni». Sarebbero utili, inoltre, altri volontari disposti a dare una mano.
Il progetto, così come è strutturato, prevede azioni di accompagnamento alla persona, evidenziando tempestivamente situazioni di criticità e aiutando gli utenti a non compromettere i rapporti di locazione intrapresi.
Nel programma sono previste garanzie a favore dei proprietari di casa, per eventuali morosità da parte degli inquilini che già non beneficino delle garanzie offerte, a livello locale, dalla pubblica amministrazione. Inoltre, ai proprietari che aderiscono al progetto, vengono offerte agevolazioni fiscali.
A garantire tutta una serie di servizi è la “Fondazione Don Mario Operti” che si rende disponibile a favorire l’attivazione e l’adattamento del programma sul territorio, ad accompagnare il suo avvio e a seguirlo nella fase operativa.
I volontari che seguono il progetto sono già riusciti, da settembre 2014, a sistemare nove nuclei familiari.
«Non sono molti ma è meglio di niente – riferisce Franco Algostino -. Sono molte le richieste che riceviamo, però non tutte sono idonee…». E spiega che tra le persone incontrate emergono alcuni dati significativi: la capacità di spesa dei richiedenti oscilla, secondo i casi tra 200,00 e 300,00 euro e vi è una prevalenza di richieste da parte di donne con figli o di signore anziane.
Carlo Gonella aggiunge: «non possiamo non dare ai proprietari le garanzie minime richieste. Per questo motivo non tutti sono idonei ad entrare nel programma».
Al momento le famiglie che godono dei requisiti necessari sono quattro o cinque ma mancano le case. «È sufficiente un alloggio con un o due camere, cucina e bagno. Non servono case grandi o di lusso», puntualizza Gonella. Ma che cosa ci guadagnano gli affittuari, oltre alla soddisfazione di aver fatto qualcosa di buono per gli altri? «È vero che si chiede loro di ridurre il canone d’affitto di circa il 10 – 20 % ma occorre tener conto anche delle agevolazioni fiscali di cui godranno». Inoltre, alcuni dei nove nuclei che nel pinerolese sono stati oggetto del progetto erano famiglie che già affittavano l’appartamento, così non è stato necessario nemmeno il trasloco.
I volontari – molti dei quali già attivi nell’associazione “Il Riparo” e nel dormitorio dell’AVASS – operano a Pinerolo e Cumiana ma sperano di estendere il progetto anche nei comuni di Vigone e None.
Per informazioni e per offrire la propria disponibilità, è possibile contattare il Comitato Rete Casa del Pinerolese al numero
324.68.97.043.
Cristina Menghini