Intervista a Paolo Covato, al termine del suo mandato come sindaco di Pinerolo Paolo Covato, 60 anni, nativo di Rosolini (SR). Diciannovenne, si trasferisce a Bologna per frequentare l’Università locale (laureandosi in Medicina e Chirurgia). Nel 1979 vince un incarico all’ospedale torinese “Martini Nuovo” e viene ad abitare a Pinerolo. Tramite concorso, ottiene un incarico all’ospedale “Agnelli”. Nel 1997 è nominato presidente del CISS (Consorzio Intercomunale Servizi Sociali). Nel 2001 è consigliere e presidente del consiglio comunale. Nel 2006 diventa sindaco della città.
Signor sindaco, è ormai al termine del suo mandato. Con quali sentimenti nel cuore?
Innanzitutto la soddisfazione per alcuni traguardi centrati. Poi rammarico e dispiacere per la vicenda politica creatasi nell’ultimo periodo (una parte della coalizione e il mio stesso partito non sono più con me) e per le conseguenti polemiche evitabili. Certo, in questi casi non si può tagliare con l’accetta chi ha ragione e chi ha torto, anch’io non sono immune da colpe. Penso però che avrei meritato un trattamento migliore, per l’impegno profuso e per l’attenzione prestata alla questione morale, alla trasparenza e alla sburocratizzazione delle procedure amministrative. Mi hanno rimproverato la scarsa capacità di comunicazione dei risultati ottenuti alla cittadinanza, ma io ho preferito i fatti alle parole.
I suoi cinque anni di amministrazione: successi di cui va fiero.
Diventai sindaco all’indomani delle Olimpiadi invernali. Il problema era gestire gli impianti, il Parco della pace, il Teatro Sociale e la Scuola Nazionale di equitazione. Le strutture olimpiche spesso creano problemi: invece, l’impianto di Pinerolo funziona bene, è frequentato, si fanno eventi e i costi per il Comune sono sopportabili. Il Parco della pace deve essere sistemato e concluso. Il Teatro Sociale l’avevo ereditato come un problema: da quasi tre anni, dopo la conclusione del restauro, si sono alternati sul palco artisti di fama internazionale e spettacoli ormai consolidati che richiamano sempre un pubblico numeroso. La Scuola Nazionale di equitazione: è stato completato il primo lotto, per il secondo c’è un ritardo, perché quando io arrivai non c’erano fondi. Oggi è stato appaltato e realizzato il progetto: presto daremo il via ai lavori, e, nel giro di massimo due-tre anni, saranno conclusi. Aggiungo altre considerazioni. Durante la campagna elettorale, l’opposizione raccolse le firme per il problema della scarsità di parcheggi nei pressi dell’ospedale Agnelli. In questi anni abbiamo realizzato seicento nuovi posto auto in zona. Un altro problema che ho ereditato è la questione dei rifiuti. La raccolta differenziata a Pinerolo cinque anni fa era al 27%; il dato ufficiale del 2010 parla di oltre il 52%. Cinque anni fa stava per scoppiare anche a Pinerolo l’emergenza rifiuti. Nonostante la presenza di molti comitati cittadini contrari alla realizzazione della discarica, presi una decisione impopolare. L’opposizione, in quell’occasione, mi aiutò molto. Mi sono anche trovato a fronteggiare l’assetto amministrativo dell’ACEA: ho puntato non su dirigenti amici o politicizzati, ma su figure di professionisti indipendenti dal mondo dei partiti. Oggi l’ACEA è un’azienda che vale circa 120 milioni di euro, ne fattura quasi 100 l’anno e dà lavoro a più di trecento persone. In questi anni ci siamo trovati a dover gestire alcune gravi emergenze, tra cui il rave party a Baudenasca, la crisi economica del 2008 (per fronteggiare la quale abbiamo aumentato i trasferimenti al CISS e lasciato immutate le tariffe e i servizi per i cittadini). Il Comune ha sempre cercato di favorire la sussidiarietà orizzontale, appoggiando e collaborando con la grande ricchezza costituita dall’associazionismo solidale pinerolese. Per quanto riguarda la manutenzione della città, si spendevano circa 600.000 euro l’anno; dal 2008 abbiamo innalzato la spesa a 900.000. Stiamo sistemando gli argini del Chisone, e a giugno toccherà a Ponte Sannino. Un altro successo è stato l’approvazione del PAI (Piano di Assetto Idro-Geologico): non dimentichiamo che Pinerolo è in zona sismica, ed è attraversata dal Chisone e dal Lemina. Nel 2007 abbiamo riqualificato la facciata della Cavallerizza Caprilli, grazie ad una modalità innovativa (accordo con la Coop), per la prima volta utilizzata in Italia. Voglio ancora ricordare il programma casa, che ci permetterà di avere 168 alloggi a basso costo. Infine, abbiamo finalmente posto soluzione al problema della caserma dei Carabinieri (e, ci tengo a sottolineare, questo non era presente nel programma): ci sono il terreno, il progetto, il finanziamento. Fra tre anni sarà pronta.
Beh, qualche rammarico ci sarà pure, no?
Direi i parcheggi nella zona centrale della città. Abbiamo commissionato uno studio di fattibilità circa un parcheggio sotterraneo in piazza Fontana, ma non è stato accolto bene dai cittadini, e la mia professione di medico mi ha insegnato che prima di agire occorre ascoltare. In seguito non ho trovato una soluzione alternativa. A mio parere, il problema non è la necessità di parcheggi, ma far sparire le auto parcheggiate, soprattutto da una piazza così bella.
A questo proposito, Pinerolo aveva proprio necessità di un centro commerciale?
Intanto la sua presenza migliora e ammoderna il nostro tessuto commerciale
(affiancandosi al mercato, ai negozi di prossimità, al commercio equo e solidale…): avevamo un sistema obsoleto e un’alta mobilità passiva (in direzione Beinasco, Grugliasco…). Certo, non è tutto oro ciò che luccica: i centri commerciali sono ormai le nuove cattedrali, con i loro riti domenicali consumistici. Però teniamo presente che il centro commerciale di Pinerolo dà lavoro a quasi seicento dipendenti. Si temeva che potesse danneggiare i negozi del centro: è vero, alcuni hanno purtroppo chiuso, ma più per l’effetto della crisi economica. La CNA cittadina sta sviluppando un progetto di collaborazione con il centro commerciale.
In questi anni com’è stato il rapporto della sua amministrazione con la diocesi?
C’è sempre stata una grande collaborazione. Il nostro territorio è particolarmente ricco di associazioni di volontariato e la Chiesa pinerolese né è uno dei motori principali (soprattutto nei confronti dei giovani e delle fasce deboli della popolazione). L’amministrazione ha rapporti costanti con la Caritas, con l’AVASS, con l’Oasi Sant’Agostino… Abbiamo sempre assecondato i progetti presentati. Personalmente, per quanto riguarda il discorso religioso, ho un passato giovanile in Azione Cattolica e negli scout. Crescendo, ho imparato a coltivare moltissimo il dubbio, ma alcuni rapporti personali, magari casuali (o provvidenziali?), hanno riportato la mia attenzione sul discorso della fede. A Pinerolo abbiamo la fortuna di avere un vescovo eccezionale. In alcuni momenti difficili del mio mandato (il rave party di Baudenasca, Pinerolo presentata dai giornali come una “spinellopoli”, l’inchiesta recente sull’asilo nido…), prima di prendere decisioni mi sono consultato con il vescovo, uscendone assai rinfrancato. Monsignor Debernardi non mi ha mai chiesto nulla; ha una grandissima capacità di ascolto e, a volte, ha raccolto i miei sfoghi e le mie confidenze.