6 Agosto 2024
Diocesi di Pinerolo. Mons. Pietro Giachetti a 18 anni dalla morte
Il 6 agosto 2006 si concludeva la vita terrena di Pietro Giachetti, vescovo di Pinerolo dal 1976 al 1998; precursore del dialogo ecumenico e pastore attento al mondo del lavoro.
Pietro Giachetti, nato a Castelnuovo Nigra (Diocesi di Ivrea) l’8 settembre 1922, fu ordinato presbitero il 29 giugno 1946 e venne eletto alla sede vescovile di Pinerolo il 1° maggio 1976. Nello stesso anno fu ordinato vescovo il 29 giugno. Divenne vescovo emerito il 7 luglio 1998. Si spense il 6 agosto 2006.
Il dialogo interconfessionale
Pioniere del dialogo ecumenico in Italia; contribuì ad arricchire la riflessione ecumenica in Italia nella difficile stagione della recezione del Concilio Vaticano II. Da vescovo di Pinerolo, si confrontò con il mondo, valdese, seguendo le indicazioni del Concilio Vaticano II.
Attenzione a laicato e mondo del lavoro
Nei primi anni di sacerdozio i suoi interessi erano stati rivolti al processo di aggiornamento del laicato; dopo aver conseguito la laurea in Filosofia all’Università Cattolica di Milano, guidò le ACLI della Diocesi di Ivrea dal 1957 al 1968, prima di trasferirsi a Roma in qualità di vice-assistente nazionale delle ACLI. Qui mostrò una profonda attenzione alla pastorale del mondo del lavoro, in una stagione non facile sia per la contestazione culturale sia per le prime difficoltà nelle fabbriche.
L’ecumenismo
La nomina a vescovo lo riporta in Piemonte, a Pinerolo, dove monsignor Giachetti comprende che l’impegno ecumenico deve diventare uno degli assi portanti del suo magistero episcopale. Grazie al suo impegno, la Diocesi di Pinerolo diventa un punto di riferimento in alcuni passaggi fondamentali della vita della Chiesa in Italia, impegnata a esplorare la dimensione ecumenica della fede. Una riflessione, che porta alla redazione del “Testo comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra cattolici e valdesi o metodisti” e del conseguente “Testo applicativo” ufficialmente accolti dalla CEI e dalla Chiesa valdo-metodista.
Gli ultimi anni
Da vescovo emerito, si ritirato a Torino nel Cottolengo per vivere tra gli ultimi sempre al servizio della Chiesa, dedicandosi alla diffusione dell’ecumenismo nei monasteri di clausura del Piemonte, nella convinzione che accanto a un impegno pastorale e a una riflessione storico-teologica il dialogo ecumenico deve arricchirsi di una dimensione spirituale.
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *