Pinerolo. Intervista a Paolo Pivaro, assessore a Cultura e Politiche Giovanili

Paolo Pivaro, 60 anni, è assessore a Cultura e Politiche Giovanili per il Comune di Pinerolo. Lo abbiamo incontrato per chiedergli una panoramica sulle proposte culturali della città, insieme a qualche anticipazione su iniziative ed eventi, oltre che sui progetti futuri.
Pinerolo non sembra proprio una città dove la cultura la fa da padrone…
Le iniziative culturali a Pinerolo sono focalizzate su alcuni eventi; a livello di percezione cittadina, manca una visione organica di tutto ciò che l’assessorato alla Cultura promuove. Alcuni esempi? Arcipelago Estate, MaggioLibri, Pensieri in Piazza, Guardare Ascoltare Conoscere, teatro, musica, biblioteche… Tutte queste non sono attività separate tra loro, ma fanno parte di un progetto culturale complessivo. L’offerta culturale della città di Pinerolo è corposa e strutturata.

Procediamo per ambiti. Partiamo dalla biblioteca civica “Camillo Alliaudi”.
La nostra biblioteca non si limita al prestito di libri (tra l’altro, come mi ha confermato il direttore Casagrande, in netto aumento). Una biblioteca non si contrappone alle librerie, anzi: il suo scopo è proprio quello di invogliare le persone alla lettura. La “Alliaudi” presenta una notevole attenzione ai giovani (wi-fi gratuito) e ha in dotazione una sala lettura (purtroppo assai limitata in proporzione alla richiesta) che funge da luogo di studio e lavoro. Non dimentichiamo, poi, che la biblioteca civica di Pinerolo si occupa del Centro Rete, coordinando circa settanta Comuni. Nel programma presentato dal sindaco Buttiero c’è l’idea di arrivare a una nuova biblioteca, in quanto l’attuale è insufficiente come spazi. A giorni avremo la conferma sulla possibile acquisizione gratuita della caserma Bochard, dove vorremmo creare un vero e proprio polo culturale, con: archivio storico (ora sparso in vari punti della città), aule multimediali, librerie, caffè letterario… Entro metà mese la questione dovrebbe essere delineata. Le risorse economiche? Il progetto è ampiamente sostenibile, sotto due aspetti: innanzitutto, la valorizzazione edilizia dell’area compresa tra via Cambiano e via Rossi. In secondo luogo, utilizzando gli edifici pubblici in disponibilità all’amministrazione comunale (l’attuale caserma dei Carabinieri potrebbe diventare un bene alienabile).

La proposta museale.
Anche qui la situazione è in fase evolutiva. Abbiamo quattro musei civici: Galleria Civica d’Arte, Museo Etnografico (entrambi a Palazzo Vittone), Museo d’Arte Preistorica (in due sedi: via Giolitti e chiesa di Sant’Agostino) e Museo di Scienze Naturali (da poco trasferito a Villa Prever). Abbiamo convenzioni dirette con le associazioni che li gestiscono (per sostenerne economicamente l’apertura), e vorremmo fare lo stesso con il Museo del Mutuo Soccorso e il Museo di Arte Contemporanea “En Plen Air” (Baudenasca). Con il Museo dell’Arma di Cavalleria non abbiamo alcuna convenzione, ma la vorrei, per legarlo alla città, dato che è unico nel suo genere in Europa e ci dà lustro. Abbiamo avviato da qualche anno il progetto di un sistema museale cittadino con sede a Palazzo Vittone, ma è ancora in fase di passaggio. Si è concluso il primo lotto (consolidamento strutturale, rifacimento tetto e facciate, serramenti nuovi), adesso dobbiamo avviare il secondo. Sarà sede dei musei civici (ad eccezione di quello di Scienze Naturali, che rimarrà a Villa Prever). Occorre far diventare i musei dei luoghi non solo di esposizione delle collezioni, riservati agli appassionati, ma frequentati da ragazzi e giovani. Il sistema museale di Pinerolo dovrà essere aperto, capace di organizzare al suo interno eventi, incontri tematici, presentazioni guidate, aperitivi… Altrimenti, la gente al museo ci va non più di una/due volte nella vita… Ci ha bloccato la legge finanziaria 2010, che ha ridotto all’80% (massimo) i contributi che ogni Comune può destinare alle mostre. Per noi, vuol dire circa 4/5mila euro per quattro musei… Perché a Pinerolo non ci sono grandi mostre? Perché le possono fare solo le fondazioni o le associazioni private. Per questo, occorre che il nostro sistema museale si raccordi con esse. Grandi mostre vuol dire molti visitatori, il che si traduce in un volano economico per la città.

Il mondo del teatro.
Il fiore all’occhiello è il Sociale, dal 2008: sul palco di sono alternati grandi attori e musicisti nazionali e internazionali; inoltre, è sede del Concorso Internazionale di Musica. La media spettatori si aggira sui 450, nell’ultimo anno abbiamo portato in sala circa 6000 persone. Siamo collegati alla fondazione regionale Piemonte Live: sono molto soddisfatti di Pinerolo, per le strutture e il numero di spettatori. Il Teatro Sociale è il nostro biglietto da visita, è il modo in cui la città si presenta agli ospiti (convegni, iniziative…). Auspico che diventi anche, per il pubblico, un luogo di confronto, di discussione, di crescita. Non va poi dimenticato il Teatro dei Ragazzi, una proposta per le scuole portata avanti dalla compagnia Nonosoloteatro: attraverso spettacoli di vario genere, si toccano temi educativi di spessore (bullismo, legalità, violenza…). C’è anche il teatro per i più piccoli, nell’ambito della proposta estiva “L’Isola dei Bambini”. Poi i laboratori per la scuola dell’infanzia, la Rassegna di Teatro Dialettale (al Teatro Incontro), il Festival Internazionale estivo del Teatro di Figura. A proposito dell’offerta teatrale, spiace constatare come il settimanale locale non ci aiuti (dimenticando di annunciare alcune iniziative): oggi più che mai è importante la capillarizzazione delle notizie riguardanti gli eventi culturali. Il settimanale locale forse non ha chiaro che omettere alcune notizie di spettacoli (ad esempio, il saggio di fine anno della Scuola di Danza Comunale) non danneggia l’amministrazione, ma i cittadini.

Economicamente, il Teatro Sociale si regge? E la questione del bar?
Circa il bar, se ne occupa il Patrimonio (ne ha delega il sindaco); c’è un ritardo per la realizzazione del bando (entro gennaio 2014) per l’affidamento dei lavori di sistemazione. A proposito della gestione economica, mi lasci dire che noi, a differenza di quasi tutti gli altri teatri comunali, non abbiamo due/tre persone che se ne occupano a tempo pieno; anche gli stipendi per la direzione artistica sono inesistenti, in quanto le pratiche sono svolte dall’Ufficio Settore Istruzione. Dopo la tragedia del 2011, c’è stata l’applicazione automatica di alcune norme sulla sicurezza, che un po’ ingessano il Sociale. Il problema, infatti, è che chi lo affitta deve pagare una cifra notevole. La mia idea è un affidamento all’esterno della gestione.

Può fornirci qualche anteprima sul cartellone 2013/2014?
In aprile ci sarà un progetto (finanziato dall’Unione Europea) con la Casa del Teatro Ragazzi di Torino, “Terre Comuni”; lo scopo è di mettere in relazione le attività teatrali di alcune città italiane e francesi (Briançon…), attraverso spettacoli (due al Sociale e uno al Teatro Incontro) preceduti da momenti di formazione per i giovani (che dovranno poi essere a loro volta formatori nelle scuole). Circa il cartellone del Sociale per la nuova stagione, non mancheranno i nomi di spicco. Tra gli spettacoli in abbonamento: Michele Placido; Anna Galiena, Marina Massironi e Amanda Sandrelli; Vincenzo Salemme. Fuori abbonamento: Serena Dandini e Lella Costa; Beppe Fiorello; Massimo Ranieri.

Veniamo alla musica.
La città sottovaluta quello che si sta facendo. Pensiamo all’Istituto Civico Musicale “Arcangelo Corelli”, che vede un contributo notevole da parte dell’amministrazione. Qu hanno studiato musicisti che ora operano a livello internazionale, oltre alla formazione di centinaia di insegnanti e al fatto che ogni anno gli iscritti superano i duecento. Al Corelli non si insegna a bambini e ragazzi solo a suonare uno strumento, ma si dà una vera formazione musicale, una sensibilità a certi valori: questo non rientra forse nelle prevenzione del disagio giovanile? E non si traduce in un risparmio di risorse? È vero, il Corelli ci costa; ma quanto di più ci costano l’ignoranza e la mancanza di cultura? Ci sono poi l’Accademia di Musica (alto perfezionamento) e la sezione musicale della scuola media Lidia Poet, oltre alla presenza di cinque/sei corali cittadine.

Nel mese di giugno 2010 era stata costituita in Comune una Commissione Beni Culturali: che fine ha fatto?

Sta lavorando, in particolare, all’individuazione e alla proposta di percorsi storico-turistici nella Pinerolo medioevale e seicentesca.

Chiudiamo con una domanda sulla situazione (poco felice) del centro storico, dal punto di vista architettonico, culturale e turistico (Palazzo degli Acaja…).
Partiamo dal Palazzo degli Acaja: ha una potenziale ricchezza non ancora pienamente esplorata. Occorre lo sgombero dei muricci interni (costruiti negli anni Sessanta): sotto i controsoffitti ci sono volte risalenti al Quattrocento, così come affreschi della stessa epoca sotto le pitture. Sapere cosa c’è lì dentro è un problema, il vero valore non lo conosciamo. Il degrado impone un intervento drastico. Ci sono due strade: la prima (collegata al bando internazionale sul recupero degli edifici storici) è la concessione a privati per la valorizzazione del bene; la seconda (ma qui occorre coinvolgere l’assessore regionale) sono i Fondi Europei Sviluppo (complicati, prevedono una progettazione che crei occupazione e sviluppo). Lo stanno facendo in Val Susa. Il nostro problema è che, come territorio pinerolese, da anni a livello provinciale e regionale non abbiamo rappresentanti! In occasione delle elezioni dovremmo imparare a fare fronte comune, lasciando da parte le ristrette logiche di cortile. Non è possibile che la Val Susa riceva finanziamenti a gogò e noi niente… Centrale è il discorso del patrimonio architettonico ed edilizio. Non possiamo pensare di continuare a tenerlo tutto, perché si degrada e viene meno la possibilità di un intervento forte per la valorizzazione del centro storico. La manica che va dalla chiesa di San Giuseppe al Tribunale è ricca di palazzi d’epoca, veri e propri gioielli: ma sono utilizzati per le case popolari, tra l’altro malsane e necessitanti di continue ristrutturazioni. Una parte del patrimonio pubblico andrebbe alienata a privati, con due vantaggi: il privato la cura (riqualificando così il centro storico); come amministrazione, creo l’opportunità per ristrutturare ciò che voglio tenere. Altrimenti, rimaniamo bloccati in una situazione che continuerà a peggiorare.

Vincenzo Parisi