20 aprile 2015

Dopo l’attacco del mese scorso al sito dell’Acea, il pinerolese sembra essere nuovamente finito nel mirino di attacchi informatici.

Il team SecurityCrewz, balzato alle cronache tra fine dicembre e inizio gennaio per il pesante danneggiamento condotto contro i siti del governo rumeno, nella notte del 18 aprile ha lanciato un nuovo massiccio attacco, scegliendo questa volta come obiettivi diversi siti italiani, tra cui alcuni del pinerolese.

Schermata SecurityCrewz (1)

La schermata comparsa sui siti attaccati da SecurityCrew

 

Il gruppo si è concentrato in quest’area sui siti del Centro Studi Silvio Pellico e delle case editrici che ad esso fanno capo, www.centrostudisilviopellico.it, www.terredacaia.it, www.marcovalerio.it, tentando quello che in gergo “hacker” viene chiamato “mass defacement”, cioè la totale distruzione del sito.

Andrea Maglione, webmaster e volontario del Centro Studi, indica la matrice religiosa come causa dell’attacco: «L’obiettivo dichiarato del gruppo – spiega – era colpire entità culturali che, per i contenuti, potevano essere ricondotte al mondo cristiano. A dicembre 2014, ad esempio, si concentrarono sul Patriarcato ortodosso».

«L’attacco è durato alcuni minuti – continua Maglione – ma è stato prontamente respinto, con danni minimi. Abbiamo deciso di ripagare i pirati con la loro stessa moneta, lanciando un attacco su tremila siti inneggianti all’ISIS, mille per ognuno dei loro obiettivi, tanto che Zone-H.org ha nascosto la tracciatura degli attacchi dopo poche ore».

«Queste azioni dimostrative – conclude Andrea Maglione – sono destinate a moltiplicarsi. Difendersi è opportuno e non richiede spese elevate. Come Centro Studi organizzeremo quanto prima una serata sul territorio dedicata a questo tema».

Da una rapida ricerca su google, si può vedere come siano stati attaccati anche su altri siti del pinerolese, tra i quali lanicchia.net, azienda agricola di Cavour, e pietrediluserna.com che, a differenza di quelli dell’area Centro Studi Silvio Pellico, non sono ancora stati ripristinati.

La schermata del sito terredacaia.it durante l'attacco

La schermata del sito terredacaia.it durante l’attacco