24 Luglio 2013
La cappella di Sant’Anna a Cercenasco, un tesoro da salvare

Gli ultimi lavori di manutenzione risalgono alla metà degli anni Novanta del Novecento e oggi l’edificio denuncia pesanti segnali di incuria
La cappella di Sant’Anna si trova nel centro dell’abitato di Cercenasco. Si compone di due corpi contigui, costruiti in due momenti distinti: una navata, risalente agli anni Quaranta dell’Ottocento, e un’aula quadrangolare, edificata nel XV secolo e attualmente fungente da abside, separata dalla navata ottocentesca da un arcone che, in origine, costituiva l’unico accesso alla cappella. Proprio nell’abside si cela una gemma di assoluto pregio nel panorama della storia dell’arte locale di fine Quattrocento: sulla volta e sull’antico arco d’accesso sono narrati alcuni episodi delle Storie della Vergine (lo Sposalizio, l’Annunciazione e la Visitazione di Maria a santa Elisabetta, la Dormitio Virginis e l’Incoronazione), distribuiti fra le quattro vele, e la Disputa di Gesù fra i dottori del tempio, su quella che in origine era la facciata della cappella. Sul lato opposto dell’arcone d’accesso è affrescato un ricco tralcio vegetale interrotto da tre tondi contenenti i volti di Cristo, sulla sommità, e di due chierici tonsurati, ai lati. Concludono il ciclo alcuni lacerti di una scena raffigurante un coro di angeli, sullo sguancio della finestra del muro di fondo, e un San Cristoforo, attualmente su un cavalletto all’interno della cappella ma in origine sulla parete esterna rivolta verso la piazza, dalla quale è stato staccato per ragioni conservative.

Gli affreschi costituiscono la punta di diamante della produzione di un artista di grande bravura che, rimasto anonimo, è noto con l’appellativo di Maestro di Cercenasco, nome di comodo coniato dalla critica proprio in riferimento ai dipinti della cappella di Sant’Anna. Il Maestro lavorò in diverse zone del Piemonte e, in particolare, nel pinerolese, territorio in cui è concentrata la maggior parte della sua produzione conservata, e fu attivo fra l’ultimo decennio del Quattrocento ed il secondo del Cinquecento. Alla sua mano sono stati ricondotti la Sant’Anna Metterza affrescata nel chiostro di San Francesco dell’omonima chiesa di Susa, la tavola con la Madonna con Bambino, angeli e devoti, oggi conservata nella chiesa di San Martino di Villanova d’Asti ma di cui si ignora l’originario luogo di provenienza, la Madonna del latte sulla facciata della parrocchiale di Frossasco, quasi del tutto perduta ma nota attraverso alcune fotografie di inizio Novecento, e l’affresco di analogo soggetto dipinto sulla parete della terza campata destra della basilica di San Maurizio di Pinerolo, al di sopra dell’arca sepolcrale del Servo di Dio don Giovanni Barra. Dall’analisi delle sue opere emerge una cultura di riferimento molto alta, riconducibile all’atelier di Jean Fouquet, pittore del re di Francia intorno alla metà del XV secolo, e all’arte della Francia centro-settentrionale, in particolare della Turenna e della Borgogna. Modelli di riferimento, dunque, che dichiarano una formazione di altissima qualità, alla base di uno stile di raffinata eleganza diverso dalla maggior parte dei pittori locali attivi all’epoca nelle stesse zone, tanto che nessuno di essi riuscì a raccoglierne appieno l’eredità, e la sua lezione finì per essere presto dimenticata o semplificata.
Gli affreschi della cappella di Sant’Anna versano attualmente in uno stato di conservazione preoccupante: gli ultimi lavori di manutenzione che li hanno interessati risalgono alla metà degli anni Novanta del Novecento, ed oggi l’edificio denuncia pesanti segnali di incuria. Da anni i piccioni hanno trovato rifugio nel sottotetto dell’abside, smuovendo le tegole e causando consistenti depositi di guano al di sopra della volta. Abbondanti infiltrazioni di acqua piovana, con concomitante ristagno al di sopra delle vele, hanno con il tempo causato il degrado della pellicola pittorica, che attualmente presenta macchie, sollevamenti e sfarinamenti in vaste porzioni; in molti punti la situazione è inoltre aggravata dal percolare, insieme all’acqua meteorica, del guano di piccione, comportando di conseguenza il rischio di un’irreversibile corrosione della superficie dipinta.
Particolari problemi li presenta lo Sposalizio della Vergine: la crepa che segna la metà della vela, già arginata nel corso dell’ultima campagna di restauro, si è nuovamente aggravata, tanto da assumere proporzioni preoccupanti, che minano la sopravvivenza stessa dell’intonaco su cui è dipinta la scena.
L’avanzamento del livello di degrado è avvenuto in pochissimo tempo: fino a meno di un quinquennio fa, infatti, gli affreschi godevano di uno stato di conservazione piuttosto buono. Viste le condizioni di grave e rapido degrado, dunque, la necessità di un restauro conservativo degli affreschi è particolarmente urgente: se non effettuato in tempi brevi, il rischio è di perdere uno dei patrimoni pittorici più importanti della zona.
A tale fine si è deciso di istituire un comitato, senza fini di lucro e con patrocinio del Comune di Cercenasco, per la promozione, la valorizzazione e il restauro degli affreschi; scopi principali del comitato sono la sensibilizzazione sull’importanza del monumento in esame e la raccolta di fondi per il finanziamento, anche soltanto parziale, dei lavori di conservazione. L’adesione al comitato è libera ad ogni privato e ad ogni associazione che abbia interesse ad impegnarsi per la causa, e per essa non è prevista alcuna quota di iscrizione.
Viviana Moretti
Come contribuire al salvataggio degli affreschi?
Per chi volesse contribuire al restauro con un versamento, è stato attivato un conto Paypal dedicato, intestato a comitatosantannacercenasco@gmail.com, sul quale poter effettuare le donazioni tramite carta di credito; ulteriori informazioni sull’edificio, sugli affreschi e sul comitato per la salvaguardia della cappella si possono trovare sulla pagina internet http://www.centrostudisilviopellico.it/salviamo-gli-affreschi-del-maestro-di-cercenasco/ , su cui è inoltre attivato il pulsante di donazione a favore del conto Paypal.

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