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Caritas Diocesana. Quali risposte alla povertà?

Caritas Diocesana. Quali risposte alla povertà?

Il direttore della Caritas Rocco Nastasi in un’intervista racconta l’emergenza povertà: i poveri che bussano alle nostre porte sono sempre di più.

Il Direttore della Caritas diocesana, Rocco Nastasi

 

Sull’emergenza della povertà abbiamo interpellato il diacono Rocco Nastasi, direttore della Caritas Diocesana di Pinerolo.

 

Quale è il passaggio del messaggio del papa per la VI Giornata mondiale dei poveri che ti ha colpito di più?

Il messaggio del Papa è da considerare nella sua interezza come appello a essere cristiani. La “spogliazione” è «la grazia del Signore nostro Gesù Cristo» (2 Cor 8,9), e solo accogliendola noi possiamo dare espressione concreta e coerente alla nostra fede. L’insegnamento di tutto il Nuovo Testamento ha una sua unità intorno a questo tema, che trova riscontro anche nelle parole dell’apostolo Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. Il grande paradosso della vita di fede è questo: la povertà di Cristo ci rende ricchi. 

 

Quanto si sta facendo sentire, nella vita di chi si trova in difficoltà, la crisi energetica e l’aumento dei prezzi delle materie prime? Hai avuto un riscontro? Su quali fronti?

 

Il periodo storico che stiamo vivendo, da una pandemia a guerre sparse per il pianeta, e con la crisi congiunturale data da speculazioni di vario genere, purtroppo influisce negativamente soprattutto su quelle famiglie monoreddito che si sostenevano a sufficienza. Ora il caro energia e l’aumento dei costi rischiano di portare la soglia di povertà assoluta al 20% della popolazione Italiana.

Lo Stato deve intervenire a livello strutturale per invertire questa tendenza con misure che possano frenare le speculazioni in corso che inevitabilmente vanno a discapito delle fasce più deboli. Purtroppo le conseguenze di questa situazione hanno già generato delle fragilità, noi lo vediamo nei flussi agli Empori Solidali e nelle presenze presso il Centro Diurno con continui aumenti giornalieri.

 

In che modo la nuova struttura nell’ex-caserma dei Carabinieri potrà far fronte alla necessità dei poveri?

L’ex caserma potrà essere un luogo dove riusciamo a dare risposte intercettando soprattutto i “senza dimora”, offrendo loro servizi adeguati, orientati a generare rapporti e relazioni significative per restituire quella dignità che il più delle volte, per innumerevoli ragioni, si è persa lungo la strada.

 

Il fatto che ci sia un ente come la Caritas che si occupa della povertà non può indurre l’idea che i poveri siano un problema da delegare ai “professionisti dell’assistenza” e quindi diminuire il senso di responsabilità delle singole comunità?

La Caritas e tutti gli Enti/Associazioni che si prodigano a far fronte a questi servizi di prossimità sono chiamati a essere intercettatori di bisogni immediati, che danno le prime risposte, ma poi devono essere canalizzate e prese in carico dai Servizi dello Stato preposti, per impostare obiettivi più costruttivi ai bisogni a lungo periodo.

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