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Attualità  

Campagne elettorali: errori ed orrori sui Social Network

Campagne elettorali: errori ed orrori sui Social Network

20 maggio 2014

Tempo di elezioni, tempo di campagna elettorale. I mezzi per raccogliere voti sono quelli tradizionali: volantinaggio, incontri con la cittadinanza e improvvise visite a casa di amici e parenti. Quest’anno però c’è una “new entry”: i Social Network.

La maggior parte delle liste in corsa nei piccoli comuni, tuttavia, sembra non aver capito la natura di questi mezzi di comunicazione, facendone un uso improprio che rischia di ritorcersi contro.

Facebook o Twitter?

Il primo passo è la scelta del Social: scartato praticamente da tutti il poco conosciuto Google+, restano Facebook e Twitter. Su quest’ultimo, giustamente, sono in pochi a concentrarsi. Sebbene negli anni si sia espanso notevolmente Twitter resta uno strumento ottimo per le comunicazioni su larga scala, ma poco adatto per quelle locali con un pubblico centralizzato. Il social network di Mark Zuckerberg è quello che va per la maggiore.

Profilo personale vs Fan Page

Il “bivio” successivo si dirama in profilo e Fan Page. Cosa cambia? Il vantaggio (non da poco) del profilo è la maggior efficacia nel racimolare contatti: gli utenti sono più propensi ad accettare una richiesta di amicizia che a dare il loro “mi piace” a una pagina.

Pagine che però presentano una serie di punti a favore: sono accessibili anche a chi non è iscritto al Social Network, sono gestibili da più persone contemporaneamente e hanno una maggior visibilità nella Home Page di Facebook.

In questo caso il rapporto tra chi sceglie pagina o profilo è abbastanza equilibrato, con un leggero vantaggio di quest’ultimo.

Gli errori

Fatte queste scelte, cominciano gli errori. Quello principale è affidare le credenziali di accesso a tutti i componenti della lista, con il risultato che sullo stesso profilo/pagina compaiono post con una marcata differenza stilistica/culturale e talvolta si contraddicono tra di loro.

Altro elemento che può spingere a non votare la lista è la grammatica. Nessuno pretende una scrittura accademica e altisonante, ma quando la “Fan Page” diventa una “Fun Page” e «ho letto» diventa «o letto», è evidente che qualcosa non va.

Leggere post con errori di italiano è fastidioso. Lo è altrettanto leggere post di cui non si capisce il senso perché chi scrive ha deciso di usare parole ricercate e desuete, puntando tutto sulla forma e dimenticando sostanza. Risultato: a recepire il messaggio saranno i pochi che avranno il tempo e la pazienza di leggere fino in fondo.

L’ultimo errore strategico di questa carrellata è la gestione dei commenti. La tendenza diffusa è quella di cancellare quelli che fanno notare errori e refusi, anziché ringraziare e correggere, con conseguente perdita di credibilità. Ancora più grave è oscurare le critiche, anziché sfruttarle per creare un dibattito costruttivo. Certamente è giusto non dare spazio a insulti e espressioni di cattivo giusto, ma quando si decide di affidarsi ad una comunicazione di questo tipo occorre essere pronti a fronteggiare e trasformare in vantaggio l’interattività dei Social Network.

Non mancano casi di buona gestione, ma la tendenza generale è quella di maneggiare Facebook come un gioco. Una scelta legittima, purché poi la colpa non sia scaricata sugli «elettori che non capiscono».

 
Nicolò Mosca 

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