22 Luglio 2023
Brichinsieme: la punta estiva di un iceberg
Si è conclusa venerdì 14 luglio all’oratorio di Bricherasio l’esperienza dell’estate ragazzi, la più intensa dopo il difficile periodo del Covid: un mese di Brichinsieme, 120 ragazzi iscritti (100 per settimana!), una quarantina di animatori disposti a dedicare un mese ai più piccoli, dieci adulti competenti e generosi e due coordinatrici.
«Ogni giorno, talvolta con grande energia talaltra con un po’ di stanchezza e di fatica, abbiamo aperto le porte del nostro oratorio per accogliere i bambini e i ragazzi di Bricherasio, cercando di offrire loro del tempo di qualità – raccontano Annalisa Listino e Alessandra Jannin –. Per questo abbiamo preparato meticolosamente decine e decine di attività, senza lasciare nulla al caso: bans e balli per garantire un’accoglienza festosa ogni mattina, giochi mozzafiato che hanno animato i nostri pomeriggi (staffette, giochi a stand, d’acqua e… di pioggia!), scenette a tema “Re Leone”, preghiere e attività per favorire non solo il divertimento, ma anche la riflessione, tornei per soddisfare i gusti dei più sportivi e laboratori per stimolare la creatività e la manualità dei ragazzi. E poi gite in montagna e in piscina, la giornata dello sport nel giorno probabilmente più caldo dell’estate e la grande novità di quest’anno: le mattinate “special”, nelle quali i bambini delle elementari hanno potuto sperimentare attività diverse dal solito, come il laboratorio di bolle di sapone giganti, la giocoleria e la cura dei cavalli al maneggio della Rivà di Bricherasio».
Gli animatori ci tengono a sottolineare che Brichinsieme è soltanto la punta dell’iceberg. «Il sommerso, che si vede di meno ma che occupa più spazio e dà vera consistenza a questo oratorio, è il lavoro con i giovani che dura tutto l’anno, quello che ci fa riunire tutte le settimane per formare i ragazzi delle superiori, che richiama giovani e giovanissimi una volta al mese nell’appuntamento degli Ora-gioca, che ci spinge ad avviare attività di solidarietà. Questo lavoro è quello che ci insegna a buttare il cuore oltre l’ostacolo e a impegnarci anche al fuori della nostra realtà parrocchiale, nell’organizzazione e nella partecipazione alle attività della Pastorale Giovanile Diocesana: a proposito, proprio con la Pastorale Giovanile partiremo fra una settimana per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, dove – oltre ad incontrare Papa Francesco – avremo modo di conoscere tanti giovani cristiani provenienti da tutto il mondo!
Ecco, questo è un assaggio del nostro oratorio, nel quale quest’anno abbiamo avuto la gioia di accogliere dodici nuovi mini animatori, ragazzi che hanno terminato la terza media e nei quali riponiamo molte speranze per il futuro del nostro luogo del cuore. Grazie ragazzi per aver accettato questa sfida!».
Le responsabili ci tengono a ringraziare gli animatori per aver accolto i “mini” e per aver dedicato un mese intero alla cura dei più piccoli; i referenti di ambito, che hanno portato a termine il loro compito con grande senso di responsabilità e gli animatori universitari e lavoratori, che hanno trovato tempo chi per partecipare alle gite o a qualche pomeriggio in oratorio, chi per aiutare a preparare la serata finale, chi per fare assistenza ai pasti.
«Insieme – concludono Annalisa Listino e Alessandra Jannin magari non tutto, ma molto, moltissimo è possibile».
Le riflessioni degli animatori
Un’amicizia più profonda
Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: “Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi”. Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: “Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?”. Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: “Cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Àlzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – àlzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”.
Lc 5,17-26 17
In questo passo di Vangelo dobbiamo fare uno sforzo e concentrarci sui personaggi che non sono in primo piano, ma che rimangono sullo sfondo, cioè coloro che conducono il paralitico da Gesù, un uomo che non conoscevano personalmente, ma di cui avevano tanto sentito parlare (qualcuno lo considerava un profeta, altri addirittura il Figlio di Dio). Essi agiscono dunque per il bene del loro amico, tentando di concedergli l’opportunità di avere un futuro migliore, supportandolo sia fisicamente, calando l ‘uomo giù dal tetto, sia emotivamente, standogli vicino durante il suo percorso.
Da queste azioni possiamo notare come anche in questo passo del Vangelo sia presente il comandamento dell’amore: infatti, grazie al gesto di cura degli amici, la vita del paralitico cambia radicalmente.
L’amicizia rappresentata qui è quella cristiana, quella che ci insegna Gesù e quella che ci conduce verso di Lui.
É quindi ora di fare un parallelismo con la nostra vita quotidiana e il nostro vivere nell’ambiente dell’oratorio: come gli amici conducono il paralitico dal Signore, noi ci impegniamo a condurre i bambini verso la fede e l’amore di Dio, ma non solo, perchè noi animatori proviamo anche a condurci l’uno l’altro vicendevolmente verso il Bene, verso l’Amore Eterno: proprio questo è il senso delle amicizie vissute alla luce del Vangelo.
Costanza e supporto sono le basi di un rapporto di amicizia cristiana: gli accompagnatori del paralitico non si bloccano davanti alle difficoltà dell’amico, bensì sono disposti a impegnarsi e a faticare per aiutarlo. Anche noi dobbiamo imparare ad essere di supporto alle persone che ci sono accanto, con piccoli gesti quotidiani che li accompagnino sia fisicamente che moralmente. In oratorio questo vale in modo particolare. Sappiamo infatti che ogni nostra azione ha delle conseguenze e il nostro buon esempio può portare i bambini ad avvicinarsi a Gesù anche e soprattutto nel momento del gioco, dello sport e del divertimento. Questo è il nostro compito come animatori e lo vogliamo onorare ogni giorno con il nostro impegno!
Lorenzo Merlini
Le riflessioni degli animatori: cosa significa essere animatore
Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Disse poi a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”.
Lc 14 vv. 7-10
Questo brano del Vangelo si concentra su due concetti: quello dell’umiltà nella prima parte e quello della generosità nella seconda.
Soffermiamoci sulla sezione iniziale, in cui la frase più importante («Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato») afferma che, qualora tu ti ponga con superbia nelle più diverse situazioni quotidiane, allora sarai umiliato, mentre se ti poni con umiltà allora verrai riconosciuto ed apprezzato.
Ciò si può applicare a molti momenti della nostra vita, ma soprattutto al nostro stare in oratorio come animatori: lo facciamo per esaltare o per essere esaltati, per rendere l’esperienza di bambini e coetanei migliore o per avere dei riconoscimenti?
Questa riflessione può portarci a rispondere anche alla fatidica domanda «Perché fai l’animatore?» che ci viene posta spesso sia dai bambini sia dai nostri coetanei. Io personalmente faccio l’animatrice perché voglio rendere felici le persone che mi stanno intorno, sperando di migliorare loro la giornata.
Nella seconda sezione, Gesù invita colui che ha organizzato il banchetto a riflettere su quali invitati preferire alla sua mensa, se coloro che possono invitarlo a loro volta ad un banchetto o coloro che non hanno da dare nulla in cambio. La risposta che suggerisce il Vangelo è la seconda, poiché sostiene che l’unica ricompensa nella quale si deve sperare è quella che ci aspetta dopo la morte.
A proposito di questo, un’altra domanda che pongono spesso a noi animatori è: «Ma cosa ci guadagnate, vi pagano?». No, non ci pagano, ma guadagniamo molto altro. Facendo gli animatori spendiamo tempo e risorse nell’oratorio, consapevoli che non le riavremo mai indietro, ma anche coscienti che impareremo tanto, guadagneremo ricordi che ci rimarranno per sempre e, per quanto mi riguarda, otterremo di stare in un luogo dove potremmo essere noi stessi e essere sempre grati.
Paola Gozzi
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