22 Luglio 2023
Bioenergetica e Musicoterapia: così gli anziani tornano a emozionarsi
Che differenza con “l’Estate ragazzi”? Solo nel dirlo invece di giochi, risate, natura, affiorano l’immagine di infermità, silenzi, ospedali… Ed invece potrebbe essere così, bisogna solo trovare il modo.
La vecchiaia per la nostra società è un tabù, un peso, un costo che nessuno si vorrebbe accollare, una realtà da evitare, una cosa che va negata e che fa paura. Come nelle favole si è tutti giovani e belli, felici e contenti. E pensare che per alcuni sapienti è l’età migliore, dell’introspezione, del viaggio interiore…
Quando arrivano difficoltà serie esplode il problema, per la famiglia in primis e poi la comunità. I media nominano gli anziani per dettare le regole anti-caldo, e poi si parla dell’abbandono dei cani. Per il Codice penale, art. 591, anche abbandonare un anziano è reato: la legge stabilisce che è obbligatoria, da parte dei figli, la cura degli anziani, specialmente se non autosufficienti. In estate la situazione è a volte insostenibile, per le condizioni dell’assistito e perché per il parente c’è il peso dell’anno sulle spalle, così come c’è bisogno di pausa anche per le badanti o gli aiutanti temporanei.
Ci sono tante persone che si adoperano con dedizione per sostenere ed accompagnare i nostri anziani. Esistono associazioni di volontariato, angeli silenziosi, vicini di casa o di quartiere, ed anche strutture accoglienti e disponibili.
Chi scrive è da tempo impegnata in questo settore, per sensibilità personale e per mettere a frutto quanto appreso. È un lavoro ma è meno impegnativo di quanto sembri. Inoltre si aprono gli occhi su una realtà variegata. Per esempio come alcune discipline e pratiche possano giovare. Negli Anni 60, Alexander Lowen, fondatore della Bioenergetica, su un campione di ospiti di una casa per anziani in Florida dopo un mese circa di lavoro di respiro, riscontrò che una buona metà di essi aveva ripreso ad aver cura di sé e a prendere le medicine.
Nel fare Bioenergetica si resta più attivi e in presenza e non ha limiti di età, ecco perché la si propone nelle Uni3 e nelle Rsa, in modo adeguato alle esigenze. Non è una medicina ma un metodo che integra mente e corpo. Unitamente alla Musicoterapia di ascolto (ricettiva) e poi prodotta (attiva), la sottoscritta, con Marco Barale educatore e musicista, ha elaborato un’attività che viene proposta da tempo in Rsa della zona i cui ospiti manifestano consenso e miglioramenti, specie nella percezione di sé, nel ricordare ed accettare emozioni. «Per noi è certamente un lavoro ma anche una gioia: constatiamo l’affluenza maggiore e il ritornare dei fedelissimi che ci aspettano dice Marco –. Hanno bisogno di sorrisi e di ascolto, e questa attività che dà loro spazio consente condivisione, commozione, serenità e bellezza».
Asilo dei vecchi di S. Germano
Presso l’Asilo dei vecchi di S. Germano l’appuntamento è settimanale. “Facciamo il possibile per sollecitarli e renderli attivi”, dice Eleonora Piccaluga, che organizza le svariate attività. I risultati ci sono: “Ci avete fatto ringiovanire di 50 anni” sorride commossa Ada la ultracentenaria; ed oltre alla musicoterapia c’è il giardinaggio, la ginnastica, la pittura… e lavori in corso per ampliare la struttura, per cui ci sarà maggiore accoglienza nell’immediato futuro. Alcuni cercano un ricovero di sollievo per un improvviso trauma, o una necessità temporanea della famiglia. “Non abbiamo la percezione dell’abbandono da parte delle famiglie, quanto piuttosto della necessità reale di essere sostenuti”, prosegue Eleonora, educatrice. “ Inizialmente, gli ospiti di fronte a progetti nuovi sono titubanti, ma sono anche curiosi e questo fa sì che decidano comunque di scendere nel salone e vedere quale nuovo progetto viene proposto loro. È così ha preso forma per gli ospiti dell’Asilo dei vecchi un cammino inaspettato tra musica, colori, emozioni, strumenti noi ed altri mai visti, come i cembali, le campane tibetane e i gong. Si fanno esercizi di respirazione e si condividono suoni, parole, emozioni e canzoni. In gruppo ci si sente meno soli perché ci si rende conto che l’emozione che si può provare, qualunque essa sia, può essere espressa e condivisa. La musicoterapia conduce gli ospiti in un viaggio e grazie a Angelica e Marco ci si avventura tra note e ricordi senza paura di rimanere soli”. Anzi ci si racconta la vita e si vive la comunità, come è bene che sia, come un tempo in piazza o nel cortile o in osteria, e ci si incoraggia e si aiuta. Ci si accorge di avere ancora molto da dare. Viene dato largo spazio alle emozioni positive per creare uno spazio confortevole e desiderato nella routine quotidiana.
Rsa Domenico Berti di Cumiana
Nella Rsa “Domenico Berti” di Cumiana, gli ospiti che partecipano alle sessioni presentano difficoltà diverse ma ci si adatta, passando dal Bonny Method of guided imagery and music, ad Alridge David Studio, e così capita che un’anziana madre con problemi a verbalizzare con lo stupore delle figlie canti con noi, ed i parenti peraltro sono i benvenuti. Gabriella Ruberto, educatrice, li accompagna a gruppetti alternati con un riguardo particolare che il tema del giorno sia adatto alla persona. “L’attività svolta – ci dice – mi ha permesso di vedere da vicino i vantaggi della musicoterapia. Il nostro impegno è quello di far sentire di nuovo in un contesto familiare i nostri ospiti che, in seguito all’ingresso in struttura, vivono una nuova realtà: l’obiettivo è quello di incoraggiarli a creare abitudini piacevoli, e di valorizzare tutte quelle capacità residue ancora presenti nei nostri anziani. Caratteristica fondamentale che permette la riuscita dell’attività è l’empatia dei musicoterapisti: durante l’attività, infatti prendono forma emozioni, riaffiorano ricordi, memorie e sensazioni del passato. L’episodio che mi ha particolarmente colpito, è avvenuto in seguito alla partecipazione all’attività di una nostra ospite, affetta da Alzheimer. Durante l’attività con Angelica e Marco, la signora, che spesso non ricorda il suo quotidiano e non riconosce ciò che le avviene intorno, una volta avviato il progetto mi ha sorpreso: è riuscita ad orientarsi perfettamente nella situazione e nel contesto. Nelle partecipazioni seguenti, lei chiedeva esplicitamente di cantare una melodia intonata qualche settimana prima, cui risulta esserne ancora oggi particolarmente affezionata. È stato un momento toccante: in quell’istante la signora è riuscita a mettere da parte la patologia di cui è affetta, e per un attimo ci siamo dimenticati noi dell’Alzheimer”.
Personalmente se sento dire “poverini” mi inquieto. Siamo noi i poverini se non li guardiamo per la paura che tocchi a noi una vecchiaia difficile e così non viviamo il nostro presente. Le difficoltà ci sono ed è meglio prenderle in considerazione senza auto-inganni. Mia nonna diceva: “Ahh mia Nina l’è brut veni vej, ma a saria t’cò stait brut meuri giuvu” (Ah Angelichina, è brutto diventar vecchi ma sarebbe stato brutto morire giovani).
Nelle case per anziani gli ospiti sono affetti da fisiologico invecchiamento cellulare e muscolare, da patologie cardio-circolatorie, polmonari, articolari; vi sono ipoudenti e con problemi di vista, con conseguente difficoltà a deambulare, a comunicare e ed interagire tra loro. Alcuni sono affetti da demenza degenerativa che causa la perdita del pensiero astratto, l’alterazione della memoria, aprassia e afasia, e deficit cognitivi perdendo la socializzazione e il funzionamento stesso della persona. Portano con sé oltre alle problematiche mediche e psicologiche, disagi relazionali quali aggressività, apatia, bassa autostima, chiusura in se stessi, perdita di speranza, dovute anche al drastico cambiamento causato dal dover mettere da parte la propria stessa vita: casa, affetti e paese.
Ad aggravare la situazione precaria degli utenti, si era aggiunta la pandemia, che ha comportato una maggiore lontananza dalle famiglie, con la conseguenza che gli anziani si sono sentiti ancor più spaesati e abbandonati.
Il Glicine di Piossasco
A “Il Glicine” di Piossasco sono state fatte scelte sagge per preservare lo spazio di accoglienza e di cura, di questa bella struttura sulla collina; c’è molta esuberanza tra gli ospiti ed una grande capacità di contenere ed accompagnare tra gli operatori. L’apertura che contraddistingue questa struttura è tangibile. Gli strumenti orientali sono i benvenuti, e così i mezzi di mediazione, tessuti, carta, profumi…. oggetti per interfacciarsi con i pensieri come in un sogno. Partecipano intere famiglie alle sessioni, ed è commovente. La terza età può essere affrontata e vissuta con più serenità, grazie all’aiuto di persone esterne ed anche alle strutture cui si può accedere anche con le convenzioni Asl. “Fondamentale è Il gruppo che lavora, coerente coi pensieri e con i metodi, solo le direttive non bastano, c’è bisogno di sincronia e della collaborazione di tutti”, è il messaggio della direzione de “Il Glicine” di Piossasco. “Per il familiare il coinvolgimento personale ha un carico emozionale importante: ci si sente in colpa e la fatica è tanta”. Quindi i giudizi sono messi da parte, a favore di comprensione, e non solo di aiuto medico o tecnico, perché si ha a che fare con persone, ognuna con il proprio vissuto ed il proprio mondo, con una storia da raccontare. “Aiutiamo a vivere con un po’ di piacere e di leggerezza il momento presente”. Si cerca di sentire con il cuore e con la pancia e un poco meno di razionalizzare. La musicoterapia favorisce la comunicazione, la relazione, la motricità, l’espressività e l’organizzazione, così da soddisfare necessità fisiche, emozionali, mentali e sociali. Stimolando la parte interiore del soggetto, si interviene sul ripristino del benessere psicofisico, sul potenziamento e sull’amplificazione delle capacità residue e potenziali del paziente. La musica dal vivo prodotta e condivisa è parte integrante del progetto ed un valore aggiunto di estrema efficacia.
Angelica Pons – Counselor
Obiettivi di bioenergetica e respiro, con musicoterapia
Migliorare la capacità respiratoria favorendo l’ossigenazione cerebrale e degli organi interni, che attraverso la respirazione profonda vengono massaggiati e accuditi.
Stimolare attraverso il respiro e l’emissione del suono la propriocezione ed una maggiore consapevolezza e presenza di sé.
Aumentare l’ossigenazione di cuore e cervello e delle estremità attraverso brevi esercizi di bioenergetica e respirazione.
Recuperare la capacità di rilassamento attraverso l’esperienza sonora.
Sciogliere blocchi emotivi e tensioni interiori, attraverso l’espressione dei sentimenti e delle emozioni invitando all’uso della propria voce ed inducendo all’alfabetizzazione emotiva per comprendere accettare e superare rabbia e paura. Accogliere l’allegria.
Incoraggiare l’indipendenza ritmico-motoria col battito di mani/piedi o piccoli strumenti.
Sollecitare la concentrazione, la memoria residua, le funzioni cognitive, la capacità di ascolto e di espressione.
Utilizzare il linguaggio musicale in modo creativo e liberatorio.
Stimolare l’accettazione per migliorare il benessere nella vita quotidiana, favorendo il ripristino delle capacità della persona adeguate al contesto, favorendo l’autostima e ove possibile l’indipendenza e la cura di sé.
Potenziare atteggiamenti di disponibilità e apertura verso se stessi innanzitutto, e quindi le altre persone e le diverse abitudini che si vengono ad incontrare per sentirsi meno soli e più parte della comunità, facilitando le relazioni con la comunicazione verbale e analogica.
Per info: angie_pons@yahoo.it
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