23 Novembre 2022
Andrea Rostan, un campione del mondo si racconta

Andrea Rostan spiega che cosa c’è dietro il successo a squadre nel campionato mondiale di Corsa in Montagna a Chiang Mai, in Thailandia, il 4 novembre 2022.
Vincere un campionato del mondo è un’emozione per pochi. Tra questi pochi c’è Andrea Rostan, classe 1998, originario di Pinasca, che lo scorso 4 novembre è diventato campione mondiale di corsa in montagna a squadre (UpHill) a Chiang Mai in Thailandia.
Un esordio da ricordare
Per lui si è trattato di un debutto indimenticabile: «Un esordio al mondiale nella nazionale senior può portare molta pressione ma son riuscito a viverlo bene e godermelo appieno, anche perché dopo gli Europei corsi a luglio ero già più tranquillo».
I sacrifici dell’allenamento
Una tranquillità frutto di allenamenti e sacrifici: «L’allenamento è la parte fondamentale per arrivare preparati alle gare e ad un appuntamento come il mondiale. Purtroppo bisogna anche fare parecchi sacrifici per arrivare ad alti livelli e la costanza negli allenamenti anno dopo anno viene premiata». Così «durante la stagione da maggio a novembre cerco di mantenere le stesse abitudini, con circa otto allenamenti a settimana ma con un giorno di riposo totale e alcuni giorni con doppi allenamenti ma più leggeri, in bici o con corse lente».
Rivali, ma amici prima e dopo la corsa
Nella gara mondiale condizionata da caldo e umidità, Andrea con il suo 17° posto ha permesso all’Italia di conquistare il gradino più alto del podio: «Competere per la medaglia a squadre è stato il fattore principale che mi ha motivato a dare il massimo dall’inizio alla fine… Con i compagni di nazionale mi trovo molto bene, siamo avversari durante l’anno ma super amici prima e dopo la gara. Ogni volta si crea un legame speciale, ed è bello condividere queste fatiche con un gruppo così unito».
Obiettivo Innsbruck 2023
Con il quale dopo un po’ di riposo, ripartire verso nuovi traguardi: «Ora stacco un po’ la spina, tornerò a gareggiare ad aprile ancora più motivato e determinato. L’obbiettivo principale è la qualifica al mondiale di Innsbruck di giugno 2023».
Andrea durante la pandemia
La soddisfazione per la vittoria iridata è ancor più grande arrivando dopo il difficile periodo della pandemia. «Durante il Covid ci siamo trovati tutte le gare cancellate e senza obbiettivi, sembrava che tutto l’allenamento fatto fino a lì fosse stato inutile. Con il passare dei mesi la situazione è migliorata, son tornate tutte le gare e siamo riusciti a confrontarci. Purtroppo a fine 2021 è stato posticipato di un anno il mondiale in Thailandia e per me è stato un duro colpo perché ero stato convocato… Sembrava svanire tutto il lavoro fatto fino ad allora però per fortuna quest’anno ho fatto un ulteriore salto di qualità e mi sono qualificato di nuovo: questi 2 anni di Covid sono stati di transizione, per arrivare pronto e maturo nel 2022».
Famiglia e tifosi fondamentali
Alla base dei successi Andrea ricorda con gratitudine «in primis la mia famiglia: mi segue e mi supporta in ogni occasione, i miei amici, che sono anche i miei più grandi tifosi, come la mia ragazza. Poi la federazione, che ci permette di fare le trasferte e di vivere queste esperienze indimenticabili, mettendoci a disposizione uno staff impeccabile, da allenatori a fisioterapisti, facendoci sentire un po’ dei professionisti».
Il sogno delle Olimpiadi
Se gli atleti delle discipline olimpiche possono godere del sostegno dei corpi militari (garanzia di sicurezza anche economica), per chi pratica la corsa in montagna è un po’ diverso: «Purtroppo la corsa in montagna non viene considerata dai corpi militari, non essendo sport olimpico (anche se c’è la speranza che possa diventarlo già a partire dalle olimpiadi di Los Angeles 2028)».
Team sponsor, un’alternativa ai corpi militari
«Ci sono però – aggiunge Andrea – alcune alternative per fare gli atleti professionisti, facendo parte di Team sponsor. Se ora posso considerarmi semi-professionista perché lavoro d’inverno e altri mesi durante l’anno, in realtà entrare in un gruppo militare non è la mia più grande aspirazione, preferirei fare il professionista grazie agli sponsor, che investono negli atleti in modo mirato e più funzionale alla crescita del nostro sport.
GR
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