18 Marzo 2024
Anche un cameriere di San Germano Chisone sul Titanic
La compagnia teatrale Fric Filo 2 ha portato in scena il 17 marzo 2024 al Teatro Alfieri a Carignano “Quei piemontesi sul Titanic”, un commovente ricordo di venticinque ragazzi morti nel famigerato naufragio.
Chi non ha visto il film Titanic? Ci siamo commossi nonostante fosse una tragedia così lontana nel tempo. Ma quanti di noi hanno pensato che ci fossero così tanti italiani a bordo? E quanti ancora che ci fossero così tanti piemontesi? Tra gli oltre 1.500 morti c’erano soprattutto persone che alloggiavano nella terza classe, dove le norme di sicurezza non erano ancora adeguate a fronteggiare un naufragio. Tra loro c’erano anche 37 italiani, di cui solo 11 erano passeggeri mentre gli altri facevano parte dell’equipaggio.
L’equipe di Gaspare “Luigi” Gatti
Tra i fantasmi del Titanic, anche le storie dei venticinque camerieri italiani assunti da Gaspare “Luigi” Gatti, ristoratore di Montalto Pavese che aveva fatto fortuna in Inghilterra dapprima guadagnandosi il ruolo di maître, poi la White Star gli aveva affidato la gestione del ristorante à la carte. Sul Titanic, Gatti si era trovato a dirigere una brigata amplissima, composta anche da 15 giovani camerieri piemontesi che aveva reclutato personalmente. Esigente ma corretto, Gatti pagava bene ed essere assunto nel ristorante della prima classe era l’apparente coronamento di un sogno.
- Così doveva essere per Alfonso Perotti, piemontese di Borgomanero, che in una cartolina spedita pochi giorni prima della partenza del Titanic, si diceva orgoglioso di quel nuovo lavoro: morirà da eroe, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, aiutando una donna a salire su una scialuppa.
- Non si salvò nessuno tra gli italiani al lavoro sull’ammiraglia della White Star: tra i quindici piemontesi in servizio al Ritz morirono anche due fratelli, Alberto e Sebastiano Peracchio di Fubine, nel Monferrato.
- E così Vincenzo Pio Gilardino di Canelli: quest’ultimo era impiegato come addetto della dispensa.
- Nel reparto macelleria lavorava invece Candido Scavino, uno dei più anziani della brigata, nato nel 1869. Invece Giovanni Salussola era responsabile della cristalleria di bordo.
- Morì nel naufragio lo stesso Gatti, che alcuni testimoni riferirono di aver visto in disparte, nelle fasi finali, con tuba e mantello ad attendere il suo destino, indossando il suo orologio d’oro e con ben stretto il mazzo di chiavi del suo ufficio sul ponte della first class.
Di Davide Beux nemmeno una foto rimane
Tra di loro Davide Beux, classe 1886, di San Germano Chisone. Emigrato a Londra per lavoro, fu selezionato dal maître Gatti. Disperso in mare, il suo corpo non venne mai recuperato: di lui non resta neppure una fotografia.
Solo un quarto degli occupanti la terza classe scampato al naufragio
Era la notte del 14 aprile 1912 quando accadde la più grande tragedia dei naufragi. Secondo un testimone i passeggeri di prima e seconda classe ebbero facile accesso al ponte lance tramite le scale che conducevano al ponte, mentre i passeggeri di terza ebbero notevoli difficoltà a trovare il percorso. Del totale dei passeggeri di terza classe se ne salvò solo un quarto, ciò diede origine alla «leggenda», supportata anche da alcune testimonianze, secondo cui vennero intenzionalmente trascurati. L’ordine di far salire donne e bambini di terza classe sul ponte lance pare che sia arrivato alle 00:30, quando un cameriere guidò piccoli gruppi di persone attraverso il dedalo di passaggi e il largo corridoio detto Scotland Road sul ponte E.
Una compagnia teatrale ricorda i camerieri piemontesi
Chissà, magari era proprio il cameriere della Val Chisone. L’orgoglio, le speranze e i buoni sentimenti di questi 15 camerieri piemontesi rivivono grazie alla compagnia teatrale Fric Filo 2. L’opera si intitola “Quei piemontesi sul Titanic.” L’idea, a dir poco titanica, per usare un calembour, che coinvolge 60 persone è di Pierluca Costa. Recitato in lingua piemontese, ha richiesto un lungo lavoro in collaborazione con Claudio Bossi, storico esperto della storia degli italiani a bordo del transatlantico. Alla fine della rappresentazione del 17 marzo al teatro Alfieri a Carignano è intervenuta la discendente di Candido Scavino dopo il finale emozionante dei tre atti.
GRAZIELLA LUTTATI
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