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Attualità  

E anche il WWF si mobilita per le tigri di Pinerolo

E anche il WWF si mobilita per le tigri di Pinerolo

Dopo la petizione lanciata su avaaz.org di cui abbiamo parlato pochi giorni fa, che nel frattempo ha superato le 7.500 firme, anche il WWF entra il campo per difendere le tigri di Pinerolo.

Sul sito della sezione pinerolese è apparso un «appello a tutto il mondo di facebook e agli amanti degli animali», in cui si invitano gli utenti presenti sui social network a far sentire la propria voce presso le autorità competenti.

L’appello è accompagnato da una lettera aperta firmata dal Eros Accattino, referente della sezione pinerolese del WWF.

Gentili signore e signori,

Una delle tigri del Parco Martinatin merito a quanto è successo al Parco Martinat preciso che dal 1985 la nostra sezione più il sottoscritto, più Bruno, che mi ha sostituito dal 1987 al 1997, avevano attivato le autorità competenti, CFS nazionale compresa, per prendere provvedimenti, sin da quando le tigri erano ancora in una villa di Roletto. Le nostre denunce erano scaturite in un blitz, nel 2004, della Forestale di Roma, all’insaputa del CFS provinciale e locale, al fine di sequestrare i pappagalli non denunciati e nulla si è fatto per le tigri.

Ora pare, da quanto si legge e si si dice che le “spese” di quanto è successo ricada sugli animali minacciando l’abbattimento dei medesimi.
Nel 2009, su interessamento del sindaco di S. Pietro Val Lemina, abbiamo elaborato un progetto che vedeva, nell’arco di 5 anni, una trasformazione del Bio Parco in una struttura didattica, scientifica, culturale e turistica, simile all’ Alpen Zoo di Insbruck, più un CRAS per la fauna autoctona. Questo progetto era piaciuto alla Comunità Montana, ai Comuni e alla ex Presidente regionale Bresso e siamo stati autorizzati a procedere con l’ufficializzazione del progetto. Le vicende politiche hanno fatto si che tutto si bloccasse e conseguentemente il Parco Martinat, che più volte veniva chiuso per irregolarità varie, cadeva definitivamente in disgrazia.

Lo scorso autunno, i Sindaci di S. Pietro Val Lemina e di Pinerolo, radunavano attorno ad un tavolo, oltre noi, il CFS provinciale, quello di Pinerolo, associazioni sociali per il ricovero dei due proprietari, l’ASL veterinaria di Pinerolo e Torino, rappresentanti dei 2 comuni, oltre ovviamente i due sindaci interessati. In quella riunione ci veniva ufficialmente richiesto dal comandante dei vigili urbani di Pinerolo, che conosciamo dal 1982, un aiuto concreto per risolvere il problema. Il sottoscritto pregava il Sindaco di Pinerolo di contattare seduta stante il direttore del Bio parco “Natura Viva” di Verona, con il quale collaboriamo da molti anni, sul Progetto Otonga e sulle presenze di fauna non autoctona sui nostri territori. Va detto inoltre che il direttore del Bio parco è anche presidente dell’ Unione Italiana Giardini Zoologici ed Acquari ed è l’unica persona che è autorizzata a conferire con il Ministero dell’Ambiente e del Mare Italiano sulle problematiche dei vari zoo Nazionali.

Il sindaco di Pinerolo chiamò subito, davanti ai presenti, il direttore ed in quel momento è nata una stretta collaborazione che dava incarico al presidente di rappresentarci tutti al fine di porre fine a questo calvario dei proprietari e degli animali in oggetto. Si era giunti alla primavera scorsa, quando sul tavolo del Ministero e del CFS nazionali arrivavano le nostre richieste e di tutti coloro che erano presenti alla riunione.
Il direttore del Bio Parco di Verona veniva anche a Cumiana dallo ZOOM, al contrario di quanto asserito sul giornale “La Stampa”, per verificare le disponibilità ad accudire le tigri ricevendo una risposta parziale sia sul numero di animali sia sul ricovero dei 2 proprietari che non si sarebbero mai separati dagli stessi.

Il problema che pochi conoscono consisteva appunto nello sfamare sia le tigri sia i proprietari, che erano ridotti a chiedere l’elemosina per comprare il cibo per entrambi. Inoltre vivono in un container, fuori dal parco, perché sfrattati dal Martinat, il quale era stato costretto a chiudere ed in tal modo venivano a mancare gli introiti da parte del pubblico. Nel frattempo, grazie ad accoppiamenti inopportuni, nascevano 5 tigrotti che portavano i felini a 11 tigri (più 1 leopardo).

Capirete che sfamare 12 felini, con 40 kg al giorno di carne ed ospitare i due proprietari contemporaneamente non era cosa facile specialmente perché esisteva la concreta minaccia che, se i proprietari venivano privati degli animali, ai quali erano legati come esseri inseparabili, ci sarebbero stati atti di protesta molto seri e gravi.

Ciò nonostante si era arrivati presto a sistemare “capre e cavoli”. La frase del povero Mauro, proprietario sbranato dal maschio, era un triste presagio “Io morirò con i miei animali” e così purtroppo è stato.
Ora chiedo a tutti voi di dare un sostegno concreto affinché gli animali non vengano abbattuti e contemporaneamente non si separi la sig.ra Carla dagli stessi.

Una cosa è certa : non devono farne le spese le tigri!

Eros Accatino

 

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