15 Maggio 2017
ADMO Piemonte cambia presidente, non l'entusiasmo

Il 23 aprile un insolito numero di auto ha imboccato Viale Agnelli a Villar Perosa. Proprio lì, al civico 23, era in programma l’assemblea dell’Associazione Donatori di Midollo Osseo “Rossano Bella” Regione Piemonte Onlus. Da tutta la regione, i rappresentanti delle varie sezioni sono convenuti a Villar, il luogo dove l’ADMO in Piemonte (e non solo) è nata, grazie agli sforzi di Mario Bella, padre di quel Rossano, morto di leucemia nel 1989, a cui è dedicata l’associazione.
Proprio a Mario Bella è toccato aprire l’incontro con la relazione morale, talora segnata da toni forti, figli di qualche inevitabile amarezza accumulata, accanto ai traguardi importanti conseguiti, nei ventisette anni di vita dell’ADMO: «Ormai faccio poco, ma ho molta volontà: il mio cuore è lesionato, il mio animo non ancora!», ma sempre aperta alla speranza affidata «ai giovani che hanno idee nuove».
Il presidente di ADMO Piemonte, Stefano Balma, prima di procedere nell’analisi dell’attività 2016, ha dato la parola alle varie realtà locali dell’Associazione per condividere le esperienze affrontate nella ricerca di nuovi donatori di midollo osseo. Dal confronto sono emerse pratiche comuni come gli incontri informativi nelle scuole – che, in genere, trovano buona accoglienza da parte dei dirigenti scolastici – e comuni difficoltà, ad esempio per via della minore riconoscibilità dell’ADMO rispetto ad altre realtà più note, come l’AIL (associazione italiana leucemie), con le quali si è suggerito di pensare a forme di collaborazione.
Norma Ferrero, referente del Registro regionale dei donatori, ha elencato dati confortanti sull’andamento dell’attività nel 2016: è di 4.748 unità il saldo positivo tra i nuovi iscritti e chi è stato cancellato dal registro (il valore assoluto migliore tra le regioni italiane). Tra le curiosità sottolineate: «L’età media degli iscritti al registro è di 32 anni, mentre la composizione dei donatori è equamente divisa tra maschi e femmine».
Anche Rita Malavolta, presidente della Federazione Italiana delle ADMO, che per l’occasione ha raggiunto Villar Perosa dall’Emilia, ha commentato favorevolmente la situazione a livello nazionale: «Il dato del 2016 è il migliore da vent’anni a questa parte: oggi in Italia ci sono oltre 380.000 donatori attivi».
Relazioni a parte, l’assemblea di quest’anno aveva, tra le sue ragioni, la nomina del nuovo direttivo regionale. «L’unica certezza – ha sottolineato con serenità Stefano Balma – è che non sarò più il presidente; dopo sei anni il cambio è giusto, oltre che obbligatorio». Con un filo di commozione nella voce, ha poi aggiunto: «Vi ringrazio tutti per l’aiuto che mi avete dato in questi anni. Spero di essere stato per voi un buon presidente, di aver portato in ogni sede i vostri pensieri, le vostre preoccupazioni, i vostri messaggi e di avervi rappresentato al meglio». E annunciando la sua disponibilità a continuare in altra veste il suo impegno, ha concluso: «Quando ADMO entra dentro di te, non la si può più far uscire!».
Le elezioni hanno portato alla conferma degli “esperti” Stefano Balma, Mario Bella, Gualtiero Busconi, Reana Coppo, Romana Lerda, Carlo e Demis Pascal, Gino Robert, Nadia Serre e Salvatore Titone a cui si sono aggiunti, con l’entusiasmo dei novizi, Lucia Schillirò (giovane trapiantata) e il marito Domenico Melara.
Il rinnovato consiglio, alcuni giorni dopo, si è riunito per scegliere il nuovo presidente – incarico toccato, passando da un pinaschese a un altro, a Gino Robert.
Il neoeletto ha dichiarato: «Spero di essere all’altezza di chi mi ha preceduto in questo ruolo: proverò a fare del mio meglio come presidente, facendo tesoro della mia esperienza personale e dei consigli del resto del direttivo».
Presidente da poco tempo, ma già concentrato sul lavoro: «Anche quest’anno continua il progetto “Sei unico fino al Midollo”: il 16 e 17 maggio, tra le 10 e le 17, saremo nel cortile dell’Auditorium del Politecnico di Torino, mentre il 24 e 25 andremo nel Campus Universitario di Grugliasco dalle 10 alle 22 per convincere a tipizzarsi qualche ragazzo che, magari, un domani salverà una vita».
Guido Rostagno

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