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Territorio  

Addio, mia Gigia, addio

Addio, mia Gigia, addio

2 febbraio 2015

Con l’anno appena trascorso, Pinasca si è accomiatata dalla “Gigia”. Questo era il soprannome con cui tutti i componenti della locale squadra AIB conoscevano un vecchio pulmino Volkswagen T2 che, da vent’anni a questa parte, li ha accompagnati lungo le strade piemontesi e d’Italia per condurli dove c’era bisogno di loro. Tra le spedizioni di cui fu protagonista, si possono ricordare quella in Umbria dopo il terremoto o quella, ancora più remota, in Puglia per il presidio antiincendio, senza voler trascurare i viaggi fatti nelle vicinanze per il servizio navetta in occasione di manifestazioni comunali e della scuola alle quali non è mai mancato il prezioso appoggio dei volontari AIB.
Il legame di questo veicolo con la comunità pinaschese (meglio dubbionese) risale addirittura al 1981 quando fu acquistato dall’allora parroco di San Rocco, Mario Ambrosiani. Chi ha partecipato negli anni ’80 alle avventurose gite del Gr.Est dubbionese, sicuramente, conserva impressa nella memoria una silhouette grigia lanciata in avanscoperta lungo le strade di mezzo Piemonte, l’anziano parroco al volante inseguito da una lunga comitiva di automobili grestine. Va detto che Don Ambrosiani, tra i suoi pregi, non aveva un senso dell’orientamento da esploratore, ma dell’esploratore aveva, invece, l’entusiasmo e un pizzico di incoscienza. Alcune ragazze di allora – onde evitare i guai della promiscuità, sul pulmino l’unico elemento mascolino era l’autista – ricordano ancora le strade montane (il termine strade non rende, però, giustizia all’asprezza di quei sentieri stretti e sassosi) su cui don Mario le conduceva. Si aggiunga poi che, mentre guidava sul bordo di un dirupo, il parroco invitava allegramente tutte le giovani passeggere a spostarsi a monte nell’abitacolo per salvaguardare l’equilibrio del veicolo e si può intuire perché certi ricordi siano rimasti indelebili. Abituato alle cure di Don Ambrosiani il T2, probabilmente, non se n’ebbe a male quando nel 1994 venne donato agli AIB, così come non se la sarà presa oggi, ormai non più adatto alle esigenze della squadra, nell’essere ceduto a nuovi proprietari.
Nonostante i brividi corsi per la schiena di chi l’ha vista percorrere impavida il mondo, la “Gigia” o, semplicemente, il “pulmin d’l Parcu” come la si chiamava allora, nella mente di quei ragazzini, insieme al suo audace pilota, un posto lo conserverà sempre.

Guido Rostagno

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