3 Dicembre 2010
Addio caro professore...
Il ricordo di Alberto Barbero, ex-sindaco di Pinerolo In questi giorni d’autunno, dopo un periodo non breve di malattia, ci ha lasciati Alberto Barbero (17 novembre), per 10 anni Sindaco di Pinerolo, dopo una lunga permanenza in Consiglio Comunale nel ruolo di Consigliere d’opposizione.
La città intera, come spesso capita a coloro che hanno pubbliche responsabilità, anche se non condivideva sempre le sue scelte politiche e amministrative, lunedì 22 novembre ha presenziato ai funerali con una partecipazione che manifestava dolore sincero e commozione e si è stretta attorno alla moglie ed ai figli che piangono il marito ed il papà. In un tempo in cui chi fa vita politica sembra essere sempre più solo e incompreso, questa presenza ha significato riconoscere in lui l’amministratore attento ai problemi della gente, la sua dedizione all’impegno, la non arroganza dell’uomo di potere, la sua adamantina onestà, la sua capacità di dialogo, il suo spirito di servizio.
Il Vescovo, che ha voluto celebrare la liturgia di commiato tra una folla silenziosa ed attenta che riempiva la Chiesa del Borgo San Lazzaro e la piazza circostante, ha opportunamente voluto sottolineare come la sua vita di credente, con una fede mai ostentata e vissuta in una spiritualità laicale fosse stata la sorgente del suo operare, prima di ogni altra scelta di natura politica o sociale.
Una fede appresa dalla sua famiglia, ma resa sempre più cosciente nella formazione ricevuta nella Gioventù Cattolica alla quale aderì e per la quale dedicò i suoi anni giovanili, forgiando in lui un carattere indelebile.
La passione per la cultura che don Barra aveva saputo destare in molti studenti cattolici non lo abbandonò mai, così egli era affascinato dalle nuove esperienze ecclesiali che circolavano nel dopo guerra in Occidente, e la ricchezza teologica che molte Riviste coraggiose anche italiane offrivano sostenevano la sua crescita spirituale.
Studente universitario, discepolo del Card. Pellegrino, studiò il Valdismo e fu tra i primi in Diocesi ad aprire il dialogo ecumenico e il Concilio Vaticano II lo vide attento alla primavera della Chiesa che si stava dischiudendo.
Tutti noi che abbiamo vissuto con lui una “serena amicizia” rimasta intatta anche se strade politiche diverse ci hanno divisi, non possiamo dimenticare la sua vita umile, integerrima, onesta, fatta di dedizione alla famiglia, alla sua professione di insegnante, alla sua testimonianza cristiana resa nella fatica di un servizio al prossimo. Tale era visto da lui l’impegno civile.
Sono cadute molte ideologie, ma gli ideali di vita per alcuni sono rimasti, e per questi ideali di giustizia, di pace, di solidarietà, Alberto ha combattuto la buona battaglia.
Aurelio Bernardi
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Visualizza l'informativa privacy. I campi obbligatori sono contrassegnati *