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Cultura  

Ad Avigliana le sculture ecologiche di Luca Germena

Ad Avigliana le sculture ecologiche di Luca Germena

3 marzo 2014

Sabato 1 marzo, nella chiesa di Santa Croce in Avigliana, è stata inaugurata la mostra dello scultore del legno Luca Germena dal titolo: “The natural sculpture” che si protrarrà fino al 26 marzo. Presenti all’inaugurazione anche il sindaco di Avigliana Angelo Patrizio e diversi assessori e consiglieri della giunta comunale. La mostra come è stata allestita è di sicuro impatto emotivo per il visitatore, anche per chi ancora non conosce Luca, che trae la sua ispirazione usando le radici del legno. Il luogo stesso scelto si adatta magnificamente al personaggio e all’allestimento della rassegna. La Chiesa, in piazza Conte Rosso, ha un’origine molto antica anche se la facciata è in stile rinascimentale e fino ai primi decenni del millenovecento fu sede della “Compagnia di Santa Croce”. L’interno, privo di arredi sacri, appartiene oggi al Comune ed è sede di mostre e di manifestazioni culturali. All’ingresso una pioggia di rami e a terra un tappeto di foglie secche. Le sculture sono poste su due piani. In fondo al primo settore, un giaciglio tra la paglia e le foglie morte, sembra evocare la pace che si incontra nei parchi e crea nel visitatore una sensazione di serenità. Nel piano superiore colpisce, per la sua cruda realtà, come pura espressione di dolore espresso nel legno intarsiato, un animale vittima di una perdita di combustibile. Ecco le parole ritratte accanto alla scultura: “Guardami uomo! Sto morendo. Guardati uomo! Stai morendo. Tra poco il catrame tapperà anche le tue narici e le bolle oleose del tuo ultimo respiro, in uno scoppio silenzioso, svaniranno, effimere, come tutta la tua esistenza”. Quasi tutte le creature scolpite nel legno sono animali, pura esternazione di un amore che trasforma le radici contorte e divelte dall’acqua, già intravedendone, genio ispiratore, la potenzialità di diventare altro. Gianfranco Salotti, Vicepresidente del Parco dei Laghi di Avigliana, cui da poco è stato dedicato un sentiero alla memoria, così presentava l’artista: “L’arte di Luca è anche simbolo della lotta al minaccioso “riscaldamento globale”. Infatti non impedisce forse, consacrandola all’eterno dell’arte, che la radice si estingua rilasciando nell’aria il carbonio che vi aveva sottratto crescendo con l’albero?”
Lo scultore utilizza per le sue opere d’arte un trattamento con oli naturali che proteggono il legno dalle intemperie e dai raggi ultravioletti, ma lasciano alla pianta il respiro umido delle radici. Luca è amico di Mauro Corona, scultore o oggi scrittore di successo. Nei loro confronti e nella loro arte emergono due grida di dolore. Mauro esprimeva ed esprime tuttora nei suoi libri oggi e nella sua scultura ieri la sofferenza per i morti del Vajont, Luca manifesta il suo dolore per come la sua valle di Susa è stata ed è tuttora corridoio di strade e progetti per treni sempre più veloci, che dimenticano la realtà di una valle e della gente che qui come altrove vive d’amore per la terra così sconsacrata dall’essere antropico che di umano ha solo più il nome.

La mostra è visitabile il venerdì: ore 16 – 19, sabato e domenica: 10 – 13; 15 – 19.

Lodovico Marchisio

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