9 Novembre 2022
A Porte la pallavolo è inclusiva ma non rinuncia all’agonismo
A giugno durante gli Special Olympics di Torino i ragazzi con disabilità del progetto Sport Inclusion, nato a Porte nel 2019, hanno disputato le prime partite.
Sport Inclusion a Porte è ormai una realtà consolidata nell’offerta sportiva per ragazzi con disabilità. E non smette di sognare in grande.
Nato qualche mese prima dell’inizio della pandemia su iniziativa
- della Cooperativa Sociale “Il raggio”
- e dell’Associazione Sportiva “Nessuno escluso
- con la collaborazione dei gestori della struttura di Porte de “Il Podio”
il progetto propone a ragazzi con disabilità un percorso ginnico sportivo finalizzato alla pratica della pallavolo.
Laura Rostan: gli Special Olympics, una sfida vinta con noi stessi
Una proposta che da poco ha portato alla costituzione di un gruppo “agonistico” di una dozzina di ragazzi, come racconta la responsabile Laura Rostan: «In occasione degli Special Olympics (ndr Giochi Nazionali Estivi Special Olympics, disputati a giugno a Torino e dedicati alle persone con disabilità intellettive) abbiamo giocato le prime partite, vincendo la paura davanti a questa sfida nuova. Al momento non partecipiamo ancora a un campionato (a cui stiamo lavorando), così stiamo organizzando delle amichevoli con l’Unionvolley Pinerolo (ndr che ha una squadra “special” giovanile)».
L’esempio di Gianluca Gallina e l’aiuto di Elena Tomalino
Per Laura, che vanta una lunga carriera di allenatrice di squadre giovanili, «l’avventura del “volley for special” è molto gratificante dal punto di vista umano. Quando ho iniziato non avevo nessuna esperienza nel settore, perciò mi sono appoggiata a Gianluca Gallina (ndr educatore e “mister” del progetto calcio Juventus for Special, che all’inizio ha preso parte anche al progetto pallavolo), “imitandone” gli allenamenti e chiedendogli consigli; ora mi aiuta anche molto la nostra fisioterapista Elena Tomalino».
Impegno professionale e rispetto
«Il lavoro con i ragazzi mi ricorda molto quello con i settori giovanili che ho allenato in passato: bisogna richiamarli a fare attenzione (spesso i farmaci che prendono, in questo non li aiutano), incoraggiarli a vincere l’insicurezza con la serietà, la caparbietà e anche l’allegria del lavoro e insegnare loro a gestire le tensioni e le relazioni del gruppo». L’approccio è professionale e senza pietismi: «ai ragazzi chiediamo di dare il 100% del loro impegno, la pallavolo è uno sport difficile e, se alcuni di loro vengono dal calcio, per altri è la prima esperienza sportiva, ma per il rispetto che meritano, quando serve sono pronta sia a incoraggiarli e sia a “cazziarli”!»
Il gruppo meno “competitivo” con Marta Borca
Accanto al gruppo dell’agonismo (che si allena il mercoledì), c’è un gruppo più numeroso che si trova il venerdì pomeriggio: «Sono oltre venti, spiega l’educatrice Marta Borca, che allena il gruppo – e ci servirebbero altri collaboratori, sia per gli allenamenti (per sdoppiare il gruppo), sia per il trasporto dei ragazzi alle loro Comunità». Chi fosse disponibile o volesse maggiori informazioni può rivolgersi al 347.057. 40.16. «Stiamo lavorando sui fondamentali (palleggio, bagher, battuta) – spiega Marta – e i progressi sono già visibili. Per i ragazzi è importante questo appuntamento settimanale sia perché rompe la loro routine settimanale, sia per l’aspetto sportivo a cui tengono molto: l’obiettivo con loro è di riuscire a combinare se non delle vere partite, almeno degli incontri con altre realtà simili con cui confrontarci».
Dal 2023 anche il ping pong
Nel frattempo Marco Tealdo, fondatore e tuttofare di Sport Inclusion, sta già pensando a dei progetti nuovi, anche al di là del volley: «Con il 2023 la proposta di Sport Inclusion si amplierà al ping pong grazie alla collaborazione dell’ex giocatore Stefano Sigolo e la disponibilità del “Podio” (con cui c’è una congiunzione di valori)». Un’offerta inclusiva che Tealdo vorrebbe mettere in rete con le altre proposte presenti nel pinerolese: «Con altre realtà, come Agoda, che si occupano di sport inclusivo, stiamo pensando di creare una specie di consorzio polisportivo: ogni associazione manterrà la sua identità, ma l’offerta ai ragazzi interessati sarà più ricca».
GR
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