30 Dicembre 2013
A gennaio la diocesi di Pinerolo ospita l'urna di don Bosco
A gennaio, Pinerolo ospiterà le reliquie del corpo di san Giovanni Bosco: piemontese, contadino, prete, amico dei ragazzi. Duecento anni fa nasceva a Castelnuovo; avrebbe percorso le nostre terre, sentito il profumo dei nostri vigneti, accarezzato le teste spettinate dei bambini, gustato il sapore delle minestre di mamma Margherita.
Avrebbe guardato Pinerolo dall’alto, forse dal colle di San Maurizio, immaginando i suoi figli a Monte Oliveto. Sono pronto a scommettere che avrà anche ammirato la rocca, e anche la pianura, e di sicuro le montagne. Lui, in carne ed ossa.
Sì, qualcuno che è vissuto in carne ed ossa come noi ce l’ha fatta a tagliare il traguardo della santità. In carne ed ossa: niente fumi e fantasmi, ma uomini e donne. La presenza delle reliquie di don Bosco fra noi ci ricorda tutto questo.
Medioevo? Può darsi, magari ricordando che il Medioevo fu età di fiorire di santi ed età di grande fede, pur nelle sue fatiche e nei suoi limiti. Che don Bosco si possa conoscere, apprezzare e pregare anche senza le sue reliquie è sacrosanto. O forse no. Perché sacra, e santa, spesso non è solo un’idea, ma la vita incarnata, in carne ed ossa.
Così don Bosco l’ho conosciuto nei Salesiani, l’ho apprezzato nei cortili dell’oratorio, l’ho pregato accanto all’urna di Valdocco. Che un’urna con le reliquie passi da Pinerolo sinceramente non lo percepisco come un evento straordinario: probabilmente fossi argentino, o messicano, o anche solo spagnolo o francese o tedesco non sarei così ben abituato a luoghi di santità salesiana, e allora gli agi dell’abitudine non annacquerebbero la santità del quotidiano.
Quel che mi sembra straordinario è che Dio suscita santi proprio nel nostro quotidiano, e fa loro calcare le nostre terre, annusare i nostri vigneti, assaggiare le nostre minestre. Anch’io, a gennaio, sarò pellegrino all’urna di don Bosco, in duomo. Per ricordarmi che la santità è una cosa molto concreta, ed è fatta di carne ed ossa.
J.S.
Il primo appuntamento in Diocesi è previsto domenica 12 gennaio a Perosa Argentina: alle ore 20:30, nella chiesa dell’oratorio parrocchiale, accoglienza dell’urna e veglia con il vescovo Pier Giorgio Debernardi.
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