26 Aprile 2022
A Cumiana amministratori e associazioni hanno fatto il punto sulla questione Kastamonu
Sabato 23 aprile in sala Vaudagna nel comune di Cumiana si è tenuto un incontro a tema: L’impatto del progetto Kastamonu sul Pinerolese.
Apre il convegno, nel teatro gremito, il sindaco Roberto Costelli presentando sul palco Coldiretti, Cia Agricoltori italiani , Confagricoltura, Frossasco Ambiente, la consigliera regionale Monica Canalis, i sindaci di Buriasco e Piscina e informando che l’Unione Industriale non ha ritenuto opportuno partecipare.
Giancarlo Foco, responsabile Coldiretti di Pinerolo, sottolinea che le amministrazioni locali stanno andando verso la richiesta del riconoscimento di un distretto del cibo che punti sulla qualità delle produzioni e quindi bisogna scegliere in che modo si voglia dare identità ad un territorio. Il vice presidente regionale di Cia-Agricoltori italiani di Torino, Mauro Di Zio conferma che un impianto come quello che vorrebbe avviare Kastamonu sarebbe impattante sull’ambiente.
Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Torino e Piemonte provocatoriamente pone le domande: «Perché si fa questo impianto? Il territorio richiede un intervento di questo tipo? E che valore aggiunto apporta? Che indirizzo vogliamo dare al territorio?»
Risponde alla domanda sui vantaggi o svantaggi il presidente di Frossasco Ambiente, Vincenzo Massimino: «Molti hanno investito in questo territorio con una casa e altri vorrebbero venire ad abitare nelle nostre zone ma sono frenati perché se si costruisse l’impianto ci sarebbe una svalutazione delle abitazioni che andrebbe dal 40 al 60%. L’unico vantaggio potrebbe essere rappresentato dall’occupazione, ma ricordo che nell’anno solare 2019-2020 ci hanno lavorato solo due addetti. Ci sono aziende virtuose come lo Zoom che stanno puntando su posti di lavoro certi, ma i turisti farebbero la foto con la giraffa avendo come sfondo 17 ciminiere? Valutiamo anche i danni di immagine. Negli ultimi anni sono venuti ad abitare in queste zone 3000 abitanti riconoscendone il valore di luogo salubre, che salubre non sarà più con il co-inceneritore».
La consigliera comunale di Torino e della Città Metropolitana di Torino, Monica Canalis, ha spiegato il perché dell’immobilismo della situazione: «Le procedure formali non sono ancora state mandate avanti da parte dell’azienda Kastamonu non permettendoci le valutazioni del caso».
L’intervento del pubblico è stato determinante a dare risposte alla domanda: «C’è un vantaggio per la comunità all’insediamento del Co- inceneritore privato?»
Un cittadino frossaschese che dagli anni ’90 abita a 300 metri dallo stabilimento ex Annovati-Trombini ricorda che è importante puntare sulla salute della cittadinanza perché il danno apportato dalle polveri sottili disperse nell’ambiente sarebbe irreparabile.
Daniele Castellino, consigliere di minoranza di Frossasco, si domanda come mai dal prossimo anno non si potrà più usare un’auto euro 5 nella maggior parte dei comuni e non si potrà accendere la stufa a legna per sei mesi l’anno mentre si permetterebbe l’emissione in atmosfera di 1.200 kg al giorno di sostanze tossiche 24 ore su 24.
Anche la consigliera Rosanna Napoli di Vivere Frossasco è intervenuta ricordando ai presenti che la Kastamonu prevede di importare 400mila tonnellate di rifiuti dall’Italia e dall’estero. Rifiuti che non sono del territorio. Rifiuti ispezionati da un dipendente dell’azienda mentre sono sul Tir.
Una cittadina piossaschese si chiede perché non si supportino le aziende in essere che sono in difficoltà per via della pandemia e dei rincari e che hanno molti più addetti di quanto non porterebbe la Kastamonu e pone anche lei un quesito: «Che senso ha autorizzare un azienda con questi parametri che vanno dalla non occupazione all’eccesso inquinanti?»
Graziella Luttati
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