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Luserna Sacro cuore: una comunità in festa

Luserna Sacro cuore: una comunità in festa

«Quale ruolo ha la chiesa-edificio, fatta di pietre e di mattoni, nella vita di una comunità parrocchiale? Sappiamo apprezzarla come strumento, come aiuto per diventare sempre più coscienti della nostra unione con Cristo, della nostra identità e vocazione di pietre vive, del nostro essere costruiti come edificio spirituale (per usare le immagini della Prima Lettera di Pietro)?»

La facciata principale della chiesa parrocchiale Sacro Cuore di Luserna San Giovanni
La facciata principale della chiesa parrocchiale Sacro Cuore di Luserna San Giovanni

Queste domande aprono la prefazione del parroco Aldo Rolfo al libro scritto da Celeste Martina per il centenario della consacrazione della chiesa del Sacro Cuore di Gesù in Luserna San Giovanni. E il complesso delle iniziative realizzate per “festeggiare” (precedute da una celebrazione penitenziale in cui si è sperimentato di ricevere la salvezza da Cristo) può essere letto come un impegno di riflessione e di risposta.
Presentando il proprio volume il 30 maggio, Martina ha sottolineato il valore architettonico della chiesa, la tenacia con cui i cattolici di Airali ne vollero la costruzione, il loro apporto alla storia locale del Novecento. Il 4 giugno il rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice, don Franco Lotto, ha riflettuto in chiave teologico-spirituale sulla comunità che va in chiesa per incontrare il Signore e divenire capace di offrire speranza. La serata di canti e testimonianze dell’ 8 ha evidenziato la varietà dei servizi, tutti di pari dignità, che un cristiano può assumere in parrocchia
La comunione della parrocchia con la diocesi e tutta la Chiesa è stata espressa anzitutto dalla presenza del vescovo Pier Giorgio Debernardi, che sabato 1 giugno ha cresimato alcuni ragazzi e il 9 ha presieduto la solenne messa del centenario, inaugurando anche il mosaico commemorativo dell’artista Ugo Benedetti. Lo stesso giorno i Vespri in gregoriano presieduti da don Giorgio Grietti e cantati dal gruppo vocale “Cantus ecclesiae” hanno collegato all’esperienza di fede delle generazioni precedenti quella stessa comunità che il 7 giugno, nella messa e nell’adorazione eucaristica, aveva pregato con i parroci vicini, i novizi di Monte Oliveto, i seminaristi del “Redemptoris Mater” (e mai si è dimenticata la realtà missionaria, anche grazie alla presenza di don Giovanni Piumatti).
Varie sono state le attività culturali, sportive, di gioco (qualcuna finirà a settembre): la caccia al tesoro a squadre, il torneo di calcio a 5, i concorsi di poesia e fotografia, la rappresentazione teatrale della Compagnia Mellon, gli interventi musicali di membri della comunità, dell’Accademia Organistica Pinerolese, dei membri della banda di Torre (e poi verrà il gruppo The Hope & Hope Hope). Insieme alla cena fraterna hanno dato un messaggio: tutte le dimensioni sane dell’esistenza sono incluse nel progetto divino della creazione e della salvezza; possono così trovare cittadinanza nei festeggiamenti di una parrocchia che guarda al futuro, come dimostra l’attenzione ai più piccoli manifestata in tanti modi: dalla messa di prima comunione, alla festa finale della scuola materna Sacro Cuore, all’estate ragazzi.

Anna Maria Golfieri

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