musette
sabato, Febbraio 15, 2014
Il “grande” Guido Lageard. Il ricordo intimo e personale di un maestro della fisarmonica
Erano i primi anni settanta e ricordo ancora l’ansia e quasi la smania con cui aspettavo il suo arrivo per la lezione settimanale, il sabato pomeriggio. Era una vera festa, specialmente quelle volte che, prima di dedicarsi al giovane allievo, regalava a tutta la famiglia un bel pezzo alla fisa, spesso di sua composizione. Suonava il suo strumento da virtuoso e questo riusciva ad incantare chi lo ascoltava, ma nello stesso tempo possedeva un tocco ed una eleganza particolari che rendevano uniche e subito riconoscibili le sue esecuzioni. Quando lo ascoltavo non riuscivo a non sorridere, tanto questa musica mi toccava; gli abbellimenti, le appoggiature, l’uso dei bassi alla maniera francese, tutto mi affascinava. Sapeva rendere bella e godibile anche la melodia più semplice.