6 Marzo 2020
#coronavirus. La UISP: convocare il mondo sportivo per linee guida uniformi
L’emergenza Coronavirus sta anche evidenziando quanto sia radicata, capillare e diffusa la pratica motoria e sportiva.
Milioni di cittadini consapevoli che lo sport è prima di tutto salute e benessere oltre che socializzazione, educazione e tanto altro, chiedono cosa possono e cosa non possono fare.
Una pratica che coinvolge migliaia di operatori, giovani, studenti, che si mantengono con le ore da istruttore allenatore e migliaia di società che gestiscono impianti sportivi a proprie spese e a proprio rischio.
Oggi tutto questo mondo è in confusione perché le ripetute Ordinanze non entrano nel merito dei mille aspetti delle diverse discipline e della pratica motoria, e noi non sappiamo più che risposte dare alle tante domande che arrivano dalle società e dai cittadini.
Il mondo sportivo ha la responsabilità di tutelare i cittadini e le cittadine, sia dal Coronavirus che dalla privazione di attività finalizzate al loro benessere. Non si tratta più di rinviare tutto per una settimana e il prolungarsi dell’emergenza richiede riferimenti certi e omogenei.
Dall’ultima Ordinanza (DPCM del 4.03.2020) si può evincere che tutte le attività, se condotte mantenendo la distanza di un metro, con un medico (ma non in tutti i casi) che sorveglia sulla salute dei frequentatori, possono essere svolte senza pubblico e senza assembramenti.
La UISP per prima dall’inizio di questa vicenda ha richiamato alla responsabilità istruttori, allenatori e partecipanti alle attività per non consentire l’accesso a chi presenta sintomi o febbre, adoperandosi nel divulgare informazioni e comportamenti corretti, dando indicazione ai tecnici di dedicare parte delle sedute di allenamento o dei corsi a un momento di formazione sulle norme di prevenzione.
Già una settimana fa la Uisp ha pubblicato un comunicato e chiesto alla Regione di convocare il mondo sportivo per formulare linee guida, che diano un’interpretazione omogenea a tutti i punti dell’Ordinanza Ministeriale.
Le domande che arrivano sono davvero tante: i pullman degli sciatori, possono partire? Le tribune dove si siedono i genitori mentre i bimbi nuotano, possono rimanere aperte? Le attività in acqua sono più sicure di altre, basta però ridurre il numero di nuotatori per corsia? Il pattinaggio su ghiaccio che si svolge in grandi palazzetti e consente la distanza di sicurezza può svolgere, sia i corsi che gli allenamenti? Il podismo e il trail sono esenti dalle restrizioni? E le discipline di contatto?
Alle tante società il resto delle domande, auspicando un incontro urgente in Regione tra amministratori esperti e mondo sportivo.
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