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Cavalli: una passione che sfida la crisi

Cavalli: una passione che sfida la crisi

Vigone. Incontro con Marco Smorgon, driver e campione internazionale di trotto – marzo 2014

 

Marco Smorgon, driver internazionale del trotto, è allevatore presso la cascina Rondello (a fianco del Grifone ove risiede Varenne), con 20 fattrici e gli inseparabili Zinzan Bruc e Libeccio è allenatore di 6070 cavalli presso il centro di allenamento Airale.
Classe 1963, come suo padre è un grande appassionato di cavalli e a loro dedica ogni momento della sua vita. Inizia la sua attività all’ippodromo a 14 anni, a 19 entra nella scuderia Luisiana, la più famosa di Torino, e nel 1988 ne diventa il driver. I successi non si fanno attendere e nel frattempo apre una sua scuderia annoverando vittorie con Fauve Grif, Flute Grif e Giulia Grif del Consorzio Trofal Stars (grande realtà del trotto italiano).
Definito nell’ambiente del trotto un “personaggio vincente”, re di Givoletto, preparatore e lavoratore eccezionale non lesina ore di lavoro, pazienza e perseveranza, neanche per cavalli in difficoltà che lo hanno visto impegnarsi molte volte nel loro recupero, (vedi Libeccio Grif o Oropuro Bar, ecc), grazie alla sua esperienza, ma anche ormai all’occhio infallibile.
Reduce del primo e secondo posto vinti nelle corse europee a Parigi la scorsa settimana, è molto soddisfatto dei risultati ottenuti oltralpe. Non è altrettanto contento di come sta andando la crisi che ha sconvolto l’ippica in Italia.
«A nulla – spiega – sono valsi tutti i tentativi (scioperi, manifestazioni, proteste, ecc.) per dare un riassetto a questo settore e fermare la chiusura degli ippodromi. Neppure una iniziativa che ho intrapreso l’anno scorso a Tordivalle con l’allora ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, è servita. Non sono stato sufficientemente sostenuto dalla classe che non viene ben rappresentata in quanto si sgretola in mille associazioni, società, unioni, federazioni, ecc. Il trotto in Italia è diventato un “gioco vecchio”. E pensare che i nostri cavalli sono di una razza di qualità superiore a quella francese. La filiera dell’ippica comprende tutto il comparto, contando un impegno di 50.000 persone che stanno assistendo alla fine di un settore storico».
Nel suo sguardo si raccoglie il dolore per la perdita di un grande gioco fatto di tradizione e cultura e prosegue: «Ho nove collaboratori regolarmente a libro paga e adesso mi dedico a me stesso e ai miei cavalli. Sono stanco di assistere ad una caduta rapida del settore. Certo, un segnale di risalita da parte dello Stato potrebbe essere quello di saldare i debiti. Hanno tolto il “sogno” ai ragazzi i quali non hanno più le Corse Allievi. Bisogna ripristinare i nuovi giochi, l’ippica non è un gioco d’azzardo, difendiamo la mondanità di un giorno all’ippodromo all’aria aperta, come in Inghilterra e in Francia dove si vedono 10/15 mila persone assistere a meno corse, ma a più eventi».
All’Airale incontriamo un altro grande allevatore di Vigone, Luigi Truccane (allevamento Bar di Vigone) che commenta con molta amarezza: «Nonostante tutti gli sforzi e proteste è tutto fermo, non ci sono novità e attualmente lo Stato ha pagato solo 3 mesi del 2012. Oggi in allevamento abbiamo 70 cavalli rispetto ai 150 dell’anno scorso e per sfruttare i paddoc vuoti abbiamo avviato un allevamento di mucche… ovviamene piemontesi. Oropuro, con i suoi magnifici risultati, è diventato il nostro “cavallo di battaglia” nel vero senso della parola, in attesa che si riprenda tutto il settore».
Nella scuderia di Marco Smorgon incontriamo Alberto Murgia, uno dei suoi artieri: «Lavoro con Marco dal ‘94 e non l’abbiamo mai visto affrontare le giornate con lo scoramento che lo accompagna ormai da molti mesi. È sempre vigile sulla nostra “sicurezza”, sin dal mattino alle 6.30 ed è molto attento su tutto ciò che la normativa prevede, dalle scarpe antinfortunistica al casco protettivo, alle tute per la pioggia, ecc. Non ci fa mancare nulla».
I maniscalchi presenti Luigi Simonetti e Marco Fradusco annuiscono e il loro commento non si distanzia molto: «La crisi è molto evidente. Il nostro lavoro veniva prevalentemente svolto presso le scuderie del centro di allenamento e non si aveva neanche un piccolo ritaglio di tempo per ferrare altrove. Ora serviamo anche circoli ippici o privati».

Elisa Guastalli, una dei veterinari del centro Airale conferma la stessa realtà: «Una volta ero di servizio fisso. Ora si chiama il veterinario solo all’occorrenza con la difficoltà di liquidità ed è anche molto ponderato l’intervento chirurgico che qualche volta è stato sostituito con l’abbattimento del cavallo stesso».
«Speriamo che questa nuova squadra di politici prenda in più seria considerazione il nostro settore e la crisi che lo sta travolgendo – commentano i Signori Quaglino, titolari dell’Airale di Vigone. -Abbiamo subito una riduzione del 40% di cavalli nel giro di 1 anno ma non abbiamo ceduto il passo alla tentazione di chiudere una delle piste di allenamento nonostante gli elevati costi di manutenzione e carburante con i relativi aumenti».
Marco Smorgon è un “guerriero” e adora vincere, dimostrando al mondo cosa è e come sa vincere il trotto torinese.
In testa alle classifiche di merito come driver e allenatore, le sue vittorie ridanno morale alla scuderia e oggi può permettersi un lusso non comune: quello di lavorare con cavalli delle migliori genealogie sul mercato.

Amalia Pagliaro

Smorgon con Libeccio Grif Smorgon nel suo allevamento di Vigone con un puledro Una delle vittorie di smorgon

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