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La Compagnia Affetti Collaterali porta in chiesa il reading teatrale “Myriam di Nazareth"

La Compagnia Affetti Collaterali porta in chiesa il reading teatrale “Myriam di Nazareth

A distanza di sei anni dalla sua pubblicazione, il libro di Patrizio RigheroMyriam di Nazareth. Quello che i Vangeli non dicono” (Marcovalerio editore) diventata un reading teatrale che, dal 29 aprile al 17 giugno, sarà rappresentato in cinque diverse chiese della diocesi di Pinerolo. A portarlo in scena è la compagnia torinese “Affetti Collaterali” che si caratterizza per avere al suo interno attori e tecnici non vedenti.

Quando il libro fu presentato, nel dicembre del 2017, monsignor Derio Olivero, da poco ordinato vescovo di Pinerolo, ne aveva parlato come di un’opera che «immagina ciò che sicuramente è vero. L’autore fa un’ottima interpretazione. Ogni capitolo inizia così: “I Vangeli non lo dicono ma noi sappiamo quasi per certo…” Non è, quindi, un romanzo fantastico, ma è lo scritto di uno che è stato in compagnia dei brani del vangelo e fa parlare quei testi così brevi che sono i testi su Maria. Patrizio non inventa a caso, ma cerca di far dire quel che non è scritto e che pure sta dentro lo scritto». E proseguiva: «La seconda caratteristica di questo testo è la contemporaneità. Chi è credente sa che quando qualcuno legge la parola di Dio legge qualcosa di contemporaneo sempre. Gesù è l’eterno contemporaneo. E Maria anche. Leggendo questo libro Maria la senti lì, la senti presente. Sta avvenendo proprio quello si racconta».

Il vescovo Derio sottolineava poi come l’autore avesse colto le tre caratteristiche fondamentali di Maria: «era una donna concreta, è la prima credente ed è la madre della chiesa. Questo viene fuori bene nel libro. Fin dall’inizio si descrive, ad esempio, la fatica di Maria a partire per l’Egitto. Maria, inoltre, è la vera credente. Non è lei il centro, ma impara dal centro che è Gesù Cristo. Questo aspetto si coglie soprattutto nel capito del battesimo. È come se mettesse i piedi dove li ha messi Gesù! Infine Maria è madre della Chiesa: lo si vede nel cenacolo. Infine viene fuori il carattere di Maria che sta in disparte e che è proprio una vera madre. Sul calvario Maria dice: “lascia che sia io a morire al posto tuo”. Che cosa c’è di più materno di questo?»

La regista Carlotta Bisio spiega come è nata l’idea di mettere in scena “Myriam di Nazareth”: «A innescare il processo creativo è stata la lettura del libro che mi ha sorpreso per il modo con cui viene narrata la vita di Gesù vista dagli occhi della mamma, una prospettiva molto particolare e molto coinvolgente. Il testo è piaciuto a tutti i componenti della compagnia, anche a quelli che poi non sono stati scelti per recitare. Abbiamo quindi pensato di potarla in scena nelle chiese per dare la possibilità agli spettatori di avere davanti a sé non un palco con una scenografia ma un ambiente vero, che è quello che deve essere in quel momento. L’idea l’abbiamo poi discussa con l’autore. A garantirci l’efficacia di questa scelta è stato il nostro tecnico, Angelo Panzarea, che è abituato alle nostre commedie brillanti. Lui è non vedente e quindi si basa esclusivamente sull’ascolto eppure è rimasto colpito dall’intensità del testo e dell’interpretazione e questo ha fatto piacere a me e a tutto il gruppo coinvolto».

L’attenzione alla dimensione inclusiva è una dimensione peculiare della compagnia, nata nel 1987 come laboratorio teatrale e poi divenuta associazione culturale nel 1990. «Oltre alla diffusione della cultura – riprende Carlotta – il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare nei confronti delle persone con disabilità. Attualmente all’interno della compagnia ci sono due persone completamente non vedenti: una sono io e l’altro è il tecnico audio che, con tutti i suoi ausili, riesce a sembrare un tecnico “normale”. Poi abbiamo anche dei laboratori teatrali che mettono insieme persone con disabilità e normodotate proprio per favorire l’integrazione».

Per la Compagnia Affetti Collaterali le parole del Piccolo Principe – l’essenziale è invisibile agli occhi – suonano come un manifesto programmatico. «Fidarsi solo di ciò che si vede impedisce di andare oltre – conferma Carlotta –. Se io mi fido solo della persona che vedo, del suo aspetto esteriore, del suo modo di fare, non posso andare in profondità e vedere dentro. Quello che è essenziale sta nella sua anima, nel suo cuore, nella sua disponibilità. In questo senso quelle parole di Antoine  de Saint-Exupéry sono davvero il pilastro che regge la volontà di crescita della nostra compagnia».

Di questo tipo di visione scriveva anche il vescovo emerito Pier Giorgio Debernardi nella prefazione del libro: «gli occhi del cuore che vedono più in profondità» e possono narrarci «quello che i Vangeli non ci dicono». Un esempio? «nel penultimo capitolo accanto alla croce c’era Maria e alcune donne. Queste ultime, nel primo giorno della settimana, corrono al sepolcro per imbalsamare Gesù. Con loro, però, non c’era Maria. Perché? Non lo dicono i Vangeli, ma il cuore ne è certo: lei lo aveva già incontrato!»

 

 

Le date delle rappresentazioni

Il reading teatrale “Myriam di Nazareth. Quello che i Vangeli non dicono”, promosso da Centro Aiuto alla Vita e Unitalsi Pinerolo, sarà rappresentato ancora in queste date:

27 maggio: Chiesa Parrocchiale Spirito Santo – Pinerolo

17 giugno: Chiesa Parrocchiale di Campiglione

Inizio alle ore 21 con ingresso libero.

La Compagnia Affetti Collaterali è disponibile a rappresentare lo spettacolo anche in altre parrocchie. Per info: vitaeditrice@gmail.com

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