Dopo la riflessione sul Giorno della Memoria, questa settimana la scelta ricade su un’opera quasi sconosciuta in Italia, capace di incassare appena 192mila euro nei nostri cinema: “Le legge del mercato” di Stéphane Brizé.

Laurent è padre di un figlio disabile e a cinquant’anni, dopo 25 anni a lavorare per la stessa azienda, si ritrova disoccupato. Dopo due anni di corsi di formazione, colloqui e ricerca di un nuovo impiego trova lavoro come guardia di sicurezza presso un supermercato. A questo punto Laurent si vedrà stretto in una morsa tra i propri valori e ciò che va fatto per mantenere il proprio posto lavorativo.

Opera presentata al Festival di Cannes nel 2015, nel quale Vincent Lindon ha vinto una meritatissima Palma d’oro al miglior attore, grazie ad una interpretazione minimale ma intimamente potente. Si tratta evidentemente di un film di denuncia verso tutte le conseguenze generate dalla crisi del 2008 e dalla cosiddetta “legge del mercato”, che parallelamente alla più famosa “legge della giungla”, non permette a chi ormai non ha i mezzi di trovare il proprio posto nel mondo.
Colpisce il fatto che, a parte Lindon, tutti gli altri attori siano non professionisti e molti dei casi siano tratti da eventi di cronaca quotidiana. Il tono registico, quasi documentaristico e la mancanza di colonna sonora, permettono al regista di non spettacolarizzare gli avvenimenti. Ma non temete la noia, la storia e il personaggio di Lindon vi attrarranno magneticamente e non vi faranno uscire vuoti dalla visione.
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Federico Depetris