13 Novembre 2020
Il piccolo schermo. Un Clooney regista: Le idi di marzo

Quando pensiamo a George Clooney ci vengono in mente le sue interpretazioni, le sue relazioni con soubrette italiane, e a qualcuno anche le sue pubblicità del caffè. È meno risaputo invece, che la vecchia stella di “E.R Medici in prima linea” sia anche un regista, un ottimo regista.
Nella sua carriera ha diretto opere di generi disparati, ma tutte accomunate da una qualità: l’ambizione. A partire dall’esordio con “Confessioni di una mente pericolosa”, la cui sceneggiatura era firmata da Charlie Kaufman; proprio quel Kaufman autore di cult come “Essere John Malkovich” e “Se mi lasci ti cancello”. Seguito da opere altrettanto interessanti come “Good Night, and Good Luck”, film in bianco e nero sul famoso giornalismo d’inchiesta d’oltreoceano. Per poi arrivare nel 2011 a “Le Idi di marzo”.
Nonostante il titolo ricordi chiaramente l’assassinio di Giulio Cesare, il film è ambientato in America in epoca moderna.
Protagonista Ryan Gosling, nel ruolo di un guru della comunicazione per la campagna stampa di un politico dell’Ohio, il governato Mike Morris interpretato dallo stesso Clooney. Ma il giovane guru presto scoprirà come il politico sia solo una facciata che nasconde un uomo e un sistema corrotto.
Molti registi raccontando una storia simile sarebbero scaduti nel qualunquismo, nel “sono tutti uguali”. Nonostante fosse solamente al suo terzo film da autore, Clooney si distacca da questa idea cercando di andare più a fondo in questa tematica, raccontandoci la perdita dei valori che ha colpito la democrazia.
Il film è consigliato ad un pubblico adulto. Il ritmo e la messa in scena rendono l’opera interessante anche a chi è a digiuno, volontariamente o no, di tali tematiche raccontandoci la storia come fosse un romanzo di formazione. Potete trovarlo ancora per pochi giorni, gratuitamente, su RaiPlay.
Federico Depetris
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