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Quando il medico ha la criniera

Quando il medico ha la criniera

8 luglio 2014

Per i diversamente abili è molto importante migliorare la qualità di vita sul fronte relazionale, dell’autonomia, dell’efficacia personale e della vita di tutti i giorni. Da anni è riconosciuto il valore riabilitativo ed educativo dell’interazione con gli animali. Il cavallo, in particolare, è capace di smuovere intense emozioni ed è particolarmente indicato per stimolare lo sviluppo delle abilità residue di bambini e giovani con disabilità o disagio.
L’ippoterapia è ideale per i soggetti colpiti da paralisi cerebrale, che presentano difficoltà di movimento o di coordinazione. Grandi riscontri si possono altresì osservare quando l’intervento, mediato dal cavallo, è indirizzato a soggetti affetti da ritardo mentale o problemi relazionali.
È particolarmente indicata per i bambini o giovani affetti da disturbi pervasivi dello sviluppo quali autismo, deficit dell’attenzione, sindrome di Down, iperattivismo e disturbi di relazione.
Nei centri sportivi specializzati, l’approccio si basa sulle necessità e caratteristiche del praticante. Innanzitutto viene fatta un’analisi delle necessità per conoscere e condividere le varie esigenze ed aspettative, valutare le potenzialità dell’intervento, indirizzare al reperimento di eventuali certificati e provvedere alla compilazione dei documenti necessari all’inizio delle attività.
La formazione del personale addetto è importantissima, così come la pluralità delle competenze specialistiche prestate da istruttori equestri tesserati, fisioterapisti, neuropsichiatri e volontari opportunamente formati attraverso corsi ad hoc.
L’ippoterapia è una straordinaria medicina ed ha origini antiche perché il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento e d’intelligenza è ritenuto da sempre, e non a torto, capace di interagire co l’uomo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico.
L’International Therapeutic Riding Congress di Amburgo ha definito tre diverse fasi o metodologie d’intervento terapeutico all’interno della riabilitazione equestre.

Ippoterapia
Costituisce l’approccio iniziale al cavallo e al suo ambiente, si svolge quindi prima a terra e successivamente sull’animale accompagnato da un istruttore. È riservata a disabili incapaci di mantenere la posizione in sella e di condurre il cavallo in modo autonomo.

Rieducazione equestre
Prevede il cavaliere impegnato nella conduzione attiva del cavallo, sotto il controllo del terapista e mira a raggiungere obiettivi tecnico-riabilitativi specifici secondo il programma terapeutico prestabilito per ogni paziente.

Equitazione sportiva per disabili
Punta al raggiungimento di una notevole autonomia del soggetto, con possibilità di svolgere normale attività di scuderia e di equitazione, a volte anche a livello agonistico.

Perché la terapia a cavallo funziona così bene
Perché il cavallo si muove alle varie andature con movimenti ritmici e per questo prevedibili, ai quali perciò è facile adattarsi con i movimenti del corpo.
Perché il cavallo è estremamente sensibile al linguaggio del corpo, inteso come gestualità e, essendo un animale altamente sociale, è comunque molto recettivo verso tutti i tipi di comunicazione.
Perché questo animale è in grado di generare sentimenti ed emozioni intense ed il valore del coinvolgimento emotivo nel processo di apprendimento è ormai universalmente riconosciuto.
Perché crea una stimolazione tattile intensa attraverso il contatto con un animale di grandi dimensioni, che aiuta la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo.
Perché il cavallo è un essere che possiede ed esprime emozioni proprie, come la paura in cui ci si può riconoscere e portare ad assumere un ruolo rassicurante. Inoltre montare a cavallo, cioè su un animale grande e potente, offre sensazioni di protezione, di autostima e fiducia in se stessi.
Perché un cavallo possiede tutte le qualità (calore, morbidezza, odore, movimenti regolari, grandi occhi con sguardo intenso) necessarie a stimolare quel processo di attaccamento, fondamentale per lo sviluppo dell’essere umano.
Perché andare a cavallo permette di stabilire contatti fisici e permette anche di essere gratificati, sia dall’offrire cure, carezze e massaggi, sia dal ricevere, come risposta ad esse, manifestazioni di gratificazione da parte dell’animale.
Ogni persona con disabilità può dunque ottenere dall’ippoterapia dei benefici, sia di breve che di medio-lungo periodo. Questi potranno riguardare l’aspetto motorio: i ragazzi, se stimolati con interventi ripetuti nel tempo, possono raggiungere importanti risultati come il consolidamento del trono, il miglioramento dell’aspetto posturale e dell’equilibrio, la tonicità muscolare, il controllo della testa, degli arti inferiori e superiori, ecc. Ma anche miglioramenti nelle capacità relazionali: si diventa più disponibili alla interazione e alla cura, si sviluppa una relazione affettiva con il cavallo e ciò aumenta il senso di responsabilità, l’autocontrollo e la fiducia nell’altro.
La riabilitazione equestre consente inoltre di svolgere percorsi riabilitativi all’aria aperta, di stare in compagnia di altri giovani e di valorizzare l’aspetto ludico della socializzazione.

Amalia Pagliaro

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